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Annali dell'Islam

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§§ b»2, 683. 23. a. H.<br />

23. a. H. titteiu'ie il trionfo della .sua causa, ma uou pare amas.se la ricchezza in .sé.<br />

daqahéieis*tuzìoni<br />

fiscali la-<br />

^'^^l fonrio dell'animo SUO v'era una forte tendenza livellatrice, — noi oggi<br />

j^, cliiameremmo .socialistica , — che lo indusse a di.sprezzare la ricchezza<br />

sciate<br />

ta.!<br />

dal Profe-<br />

ci] a contentarsi di (judlo che gli era necessario per vivere con comodo,<br />

senza curarsi del resto. Tale fu lo spirito con cui Maometto predicò la<br />

zakàt, perchè s' illu.se che gli uomini fo.ssero al pari di lui .sprezzanti<br />

della ricchezza: i .seguaci più fanatici poterono di poi fiaintondere ed esa-<br />

gerare i suoi insegnamenti in una guoira alla ricchezza. L'ultima invettiva<br />

contro i ricchi, ai quali è negato il paradiso, ed il divieto assoluto del paga-<br />

mento d' interessi sul danaro (Qur"àn, II, 276, ecc.), furono sicuramente<br />

manifestazioni d'un animo irritato dallo spettacolo di quanto la gente fesse<br />

avida di ricchezze e propensa ad aumentai'le oltre il necessario, invece di<br />

distribuu'le fra chi ne ha bisogno. La qual rivelazione, questo è il punto<br />

importante, appartiene all'ultima fase dell'evoluzione <strong>dell'Islam</strong> in Madinah.<br />

§ 533. — La giurisprudenza musulmana, perdendo il concetto morale<br />

e religioso dell'obbligo della zakàt-sadaqah, e ispirandosi a .soli con-<br />

cetti • astratti di giustizia, attinti forse alla gim'isprudenza romana, ha so-<br />

stenuto e sostiene che v'è una classe infima di poveri a cui non incombe<br />

l'obbligo della tassa. Di questo limite minimo non v' è traccia nel Qur'àn :<br />

il limite minimo è giusto, quando il pagamento diviene una tassa obbli-<br />

gatoria a vantaggio della comunità, ma nulla affatto ha che fare con lo<br />

spirito che pervade un dovere religioso. Come dovere religioso anche il<br />

pili povero deve dare, fosse anche il pezzo di un dattero, come si esprime<br />

una tradizione, ritraendo fedelmente tale sentimento (Bukhàri, I, pag. 358,<br />

lin. 5), e non vi è limite minimo di ricchezza per il compimento della prin-<br />

cipale virtù religiosa. Tutte le tradizioni che danno, come ordinanza di<br />

Maometto, con molta precisione, la graduatoria della tassa zakàt (cfr. § 542),<br />

partendo da un minimo, sono tutte false : non<br />

i-appresentano la volontà<br />

del Profeta, ma sono tentativi antichissimi di coordinare in un regolamento<br />

la zakàt, quando ei'a cessata di esistere nel significato di .solo dovere<br />

religioso ossia nel senso vero ed antico, quale la volle Maometto. La tra-<br />

dizione fu coniata nel periodo in cui la zakàt era già divenuta un'im-<br />

posta dello Stato che abbisognava di copiosi mezzi, presi non solo dai sud-<br />

diti vinti con le armi e dai seguaci di altre religioni, ma anche dai veri<br />

e buoni musulmani.<br />

Il carattere vero della zakàt-sadaqah risulta anche dal fatto che<br />

Maometto nel Qur-àn ha voluto specificare a chi dovesse daisi il danaro,<br />

o la roba in natura offerta dai fedeli in ossequio all'invito a dare fatto dal<br />

Profeta ad ogni buon credente. In vari [)assi del Qur-àn (per es., II, 172.

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