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Annali dell'Islam

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Zó. a. n. j go3<br />

'Umar non ebbe alcuna tenerezza speciale per il ribelle apostata ibn 23. a. H.<br />

Xuwajrah, nò la condotta di Khalid era realmente di tal natura da prò- ruomo°ed ìTsodurre<br />

gli effetti voluti dalla tradizione. Il tamimita ucciso non era un mu- vrano: sintesi<br />

sulmano e quindi l'immediato possesso della vedova non era una violazione dei suo califfato.)<br />

di legge quranica, che considera il caso soltanto della vedova o moglie divor-<br />

ziata d"un musulmano. La donna del nemico non musulmano è femmina,<br />

verso la quale non v' è obbligo di verun ritegno sessuale. In quei giorni<br />

medesimi abu Bakr, consenziente Umar, faceva ardere vivo nel mercato di<br />

Madinali il ribelle al-Fugàah : Ivhàlid stesso per istruzioni avute da abù<br />

Bakr e di Umar aveva poc'anzi infierito con ferocia raccapricciante contro-<br />

i ribelli dell'Arabia centrale, ardendone vivi a gruppi, entro recinti co-<br />

struiti a posta, se ben s' intende un passo corrotto di una tradizione antica<br />

conservata da ibn Hubays (cfr. anche 11. a. H., § 152). Al confronto di<br />

tali eccessi barbarici, l' incidente di al-Butàli, per quanto riprovevole in<br />

sé, non poteva of&'irsi alla mente di Umar nell'aspetto che vorrebbe la<br />

tradizione, e quindi non poteva in verun modo generare il cozzo tz"a i due<br />

uomini più forti del nascente Stato arabo.<br />

La questione va posta in altri termini, che rendono assai più intri-<br />

cata e complessa la sjjiegazione della versione tradizionistica. 'Umar, come<br />

è noto, fu perfettamente d'accordo con abù Bakr nell'affidare a Ivhàlid b. al-<br />

Walid il comando della prima spedizione contro le tribù ribelli dell'Arabia<br />

centrale. Khàlid era il solo uomo che poteva dare sicuro affidamento di<br />

felice successo in imprese di tanto pericolo e di sì insolita difficoltà. Ma<br />

d'altra parte ambedue gli uomini avevano nel loro carattere non pochi<br />

punti di somiglianza :<br />

ambedue<br />

erano ambiziosi, irnienti, autoritari, ed in-<br />

sofferenti di freno e di comando altrui. Tra loro quindi era sempre esistito,<br />

di necessità, completa ed insanabile incompatibilità di carattere. Siccome<br />

però sino a quel tempo ognuno aveva seguito il proprio cammino e non<br />

v'era stato alcun cozzo diretto d'interessi o d'ambizioni, la incompatii )ilità<br />

non aveva prodotto effetti nocivi e visibili, perchè era rimasta sempre allo<br />

stato latente. Khàlid non poteva sognare al califfato, mentre d'altra parte<br />

Umar non aveva alcuna ambizione di stratega. Khalid quindi non si<br />

oppose in verun modo all'opera del triumvirato: egli accettò pienamente<br />

l'elezione di abù Baki-, il quale da parte sua fu ben lieto d'affidare a sì<br />

valente capitano l'ardua impresa di domare la Riddah. Dello stesso parere<br />

fu anche 'Umar, il quale, seppur riconosceva in Khàlid alcune caratteri-<br />

stiche che in niun modo potevano armonizzare con la propria natura, non<br />

poteva non ammettere che Khàlid era il miglior capitano dell' Islam ed<br />

un alleato oltre ogni dire prezioso nel momento drammatico della morte<br />

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