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Annali dell'Islam

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23. a. H. .<br />

g§ 390393.<br />

Hamal b. Malik. 23. a. h.<br />

§ 390. — abù Nadlah Hamal b. Màlik b. al-Nàbighah b. Gràbir b. Hamai b. Màiik.l<br />

Rabiali b. Kab b. al-Hàiith b. KathU- b. Hind b. Tàbikhah b. Lihj'àu b.<br />

Hu(j[zayl b. Mudrikali al-Hudzali, Compagno del Profeta, prese parte alla<br />

battaglia di Huuayii, tu nominato da Maometto esattore delle imposte<br />

(al-sadaqàt) fifa i Hudzayl, e andò poi a stabilirsi in al-Basrali ove pos-<br />

sedè anche una casa. Alcuni affermano che egli mori mentre viveva an<br />

cera il Profeta, ma sembra accertato che egli vivesse tino al califfato di<br />

"Umar (13.-23. a. H.) (Hagar, I, 729-730. n. 1823).<br />

Cfi-. al-Isti'àb, 141, n. 559; Dzahabi Tagrid. I, 150, n. 1346;<br />

Athir Usd, II, 52-53.<br />

Hanzalah b. al-Sarqi.<br />

§ 391. — abu-1-T'amhàn Hanzalah b. al-Sarqi dei banù-1-Qayn b. Gri.sr<br />

b. Abdallah, di Qudà'ah. Era poeta e cavaliere, brigante e mendico vis-<br />

suto tra la Cràhiliyyah e l'Islam, e in ambedue noto per la sua empietà.<br />

Nella Cràhiliyyah era compagno e commensale di al-Zubayr b. Abd al-<br />

Muttaiib, giusta quanto ci narrò abù-1-Hasan al-Asadi, da al-Riyàsi, da abù<br />

L'baydah (Aghàni. XI, 130, lin. 23-27) [T.].<br />

§ 392. — Ci narrò Ibràhim b. Muhammad b. Ayyùb, da 'Abdallah<br />

b. Muslim; diceva costui: Mi fii riferito che una volta fii chiesto ad abù-l-<br />

Tamhàn al-Qayni, un dissoluto e delinquente :<br />

« Qual è il minore dei tuoi<br />

«misfatti?». Rispose: «La notte del convento». Gli dissero: « Che cos'è<br />

« la notte del convento? ». Rispose: « Smontai pres.so una badessa, mangiai<br />

« da lei una minestra di lenticchie con della carne di maiale, bevetti del<br />

« vino che essa aveva, le usai violenza, poi le rubai gli aititi e me ne<br />

«andai» (Aghàni, XI, 132) fT.].<br />

§ 393. — Ci narrò mio zio, da Muhammad b. Abdallah b. al-TTi-<br />

zanbal. da Amr b. abi Amr al-Saybàni, da suo padre: Avendo abù-1-<br />

Tamhàn commesso un delitto ed essendo perciò ricercato dalle autorità,<br />

fuggi dalle sue terre e si rifugiò presso i banu Fazàrah, andando ad abi-<br />

tare pre-sso uno di loro, chiamato Màlik b. Sa'd, dei banù-1-Samakh, il<br />

quale gli diede rifugio, gli costruì una tenda, e l'associò a sé. Dopo essere<br />

dimorato là parecchio tempo, un giorno che era ubbriaco per il troppo<br />

vino bevuto, fu a.ssalito dalla nostalgia dei suoi e disse a Màlik :<br />

« Se non<br />

« fosse che io non .sono in facoltà di pagare il riscatto del mio delitto,<br />

« tornerei dai miei ». — « Ecco qui i miei cameli », gli disse Màlik, « prendi<br />

« tra e.ssi il riscatto del tuo delitto, e restituisci quelli che credi ». Al mat-<br />

tino seguente abù-l-Tamliàn si penti di ciò che aveva detto e temè di<br />

207.

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