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tesi G. Basile.pdf - EleA@UniSA - Università degli Studi di Salerno

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’U ’Nfiernu<br />

*****<br />

Nel Me<strong>di</strong>oevo molti testi descrivevano in modo vario l’Inferno con le sue pene<br />

e il Para<strong>di</strong>so con la sua beatitu<strong>di</strong>ne; ispirandosi alla Sacra Scrittura il regno infernale era<br />

sotto terra e le sofferenze dei dannati erano collocate nel fuoco eterno.<br />

Dante immagina l’Inferno – come Scrittura e tra<strong>di</strong>zione volevano – al <strong>di</strong> sotto<br />

della città <strong>di</strong> Gerusalemme, al centro delle terre abitate (come si pensava a quei tempi), la<br />

montagna del Purgatorio ai suoi antipo<strong>di</strong> in mezzo all’oceano, in cima alla quale situa il<br />

Para<strong>di</strong>so terrestre.<br />

Alla storicità della collocazione geografica si accompagna la razionalità<br />

dell’or<strong>di</strong>namento dei peccati, sud<strong>di</strong>visi secondo una precisa gradazione delle colpe, cui<br />

corrisponde la progressiva gravità delle pene. La struttura dà al narrato dantesco armonia,<br />

chiarezza nello svolgimento e un carattere <strong>di</strong> viva cre<strong>di</strong>bilità.<br />

Come <strong>di</strong>ce Erich Auerbach: «ogni personaggio ha una sua esistenza storica o<br />

mitica e il suo valore allegorico-concettuale» 24 .<br />

Nel poema irrompono le date storiche e le in<strong>di</strong>cazioni geografiche; <strong>di</strong> ogni<br />

personaggio, che appare sulla scena, vengono ricordati la città d’origine, gli anni in cui<br />

visse, la famiglia, spesso la parte politica. Tutta la realtà dell’Inferno è guardata da Dante<br />

con cura in ogni sua sfumatura, per cui egli, accingendosi al suo viaggio, sa <strong>di</strong> dover<br />

sostenere «la guerra sì del cammino e sì de la pietade». Incontra Virgilio, suo maestro <strong>di</strong><br />

“stile” e <strong>di</strong> umana “sapienza”, sua guida attraverso la voragine infernale e lungo l’ascesa<br />

della montagna purgatoriale. Nel suo primo <strong>di</strong>scorso Virgilio presenta a Dante uno<br />

spaccato <strong>di</strong> storia romana: dalle umili origini del regno <strong>di</strong> Enea al «buon Augusto» sotto<br />

il quale visse «nel tempo de li dèi falsi e bugiar<strong>di</strong>».<br />

Il poeta-pellegrino parla dell’irresistibilità dell’amore: «Amor, ch’ a nullo<br />

amato amar perdona» (If. V, 103); poi drasticamente limitato, in Purgatorio <strong>di</strong>rà: «Amor,<br />

acceso <strong>di</strong> virtù, sempre altro accese» (Pg. XXII, 10-12), quin<strong>di</strong> non amore-passione ma<br />

amore-virtù.<br />

24 Erich Auerbach, «Figura», in Id., <strong>Stu<strong>di</strong></strong> su Dante, a cura <strong>di</strong> Dante Della Terza, Milano, Feltrinelli, 1963, p.<br />

214.<br />

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