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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Perché deliberamo et siamo <strong>di</strong>sposti de intendere ogni quantità de denari rescossa,<br />

cossi dele ad<strong>di</strong>tione forono l’anno passato sopra li datii de quella nostra città imposte,<br />

come dele imbottature et in cui sonno pervenuti, habiamo commesso ad Gracino de<br />

Piscarolo, magistro dele intrate nostre, debia vedere et intendere quella quantità de<br />

denari per le pre<strong>di</strong>cte casone è rescossa et quella resti ad rescotere. Et perché volimo,<br />

et cossì vi commectiamo che, havuta questa, debiati constrengere el thexaurero nostro<br />

lì et tucti li datiarii cossì d'essi datii, como imbottature, ad rendere per le casone<br />

pre<strong>di</strong>cte debita rasone, in modo possa el prenominato Gracino apertamente intendere<br />

tucto quello li havimo commesso, et da poi, se lo <strong>di</strong>cto thesaurero né essi datiarii se<br />

retrovarano essere de alcuna parte debitori, constrengetili realmente et personalmente<br />

ad pagare tucti quelli denari deli quali sarano debitori al <strong>di</strong>cto Gracino, ad ciò possa<br />

satisfare quelli li deno havere in modo che, vogliano o non, fazano el debito suo et essi<br />

denari se possano convertire in quella satisfatione habiamo or<strong>di</strong>nato. Né in questo, per<br />

alcuno nostro, lassate intervenga intervallo né <strong>di</strong>latione de tempo, nonobstante alcuna<br />

confessione habia el prenominato thexaurero. Me<strong>di</strong>olani, xxiiii martii 1452.<br />

Antonius.<br />

Matheus.<br />

Cichus.<br />

362<br />

Francesco Sforza a Francesco de Georgi<br />

1452 marzo 24, Milano.<br />

Francesco Sforza vuole che Francesco de Georgi costringa Cola de Me<strong>di</strong>cina che ha rubato<br />

due cavalli a Pinchiarolo, compagno <strong>di</strong> Canaletto <strong>di</strong> Giovanni dalla Noce, a pagare le spese per<br />

i cavalli da lui lasciati all’osteria, come le altre spese sostenute da Pinchiarolo per ritrovare i<br />

cavalli.<br />

80v Francisco de Georgiis.<br />

Come dei havere inteso, per Cola de Me<strong>di</strong>cina furono furati altre fiade doi cavalli a<br />

Pinchiarolo, compagno del spectabile Canaletto (<strong>di</strong>) misser Zohane dala Nose, nostro<br />

conductero, et poi furono reponuti suso l'hostaria per esso Cola, dove li deveva<br />

restituire al <strong>di</strong>cto Pinchirolo. Et perché ne pare assai et superfluo havere facto la gratia<br />

ad esso Cola, quale merita la forcha per esso furto, senza volere che esso Pinchiarolo<br />

paghi la spesa facta ali <strong>di</strong>cti cavalli supra l’hostaria, volimo prove<strong>di</strong> ch'el <strong>di</strong>cto Cola<br />

paghi tucte le spese facte ali decti cavalli in l'hostaria pre<strong>di</strong>cta et cossi tucte le spese<br />

ha fatte lo <strong>di</strong>cto Pinchiarolo in retrovare essi cavalli perché cossì ne pare conveniente<br />

et debito. Me<strong>di</strong>olani, xxiiii martii 1452.<br />

Irius.<br />

Cichus.<br />

363<br />

Francesco Sforza al podestà <strong>di</strong> Pavia<br />

1452 marzo 26, Milano.<br />

Francesco Sforza chiede al podestà <strong>di</strong> Pavia a quale titolo pretende che il famiglio <strong>di</strong> Taliano sia<br />

condannato a morte per avere rubato un porco e con i suoi compagni certi cavalli al ministro <strong>di</strong><br />

San Lazzaro <strong>di</strong> Pavia quando lui non fa giustizia contro quelli che a Pavia commettono latrocinii,<br />

furti, omici<strong>di</strong>i e altri eccessi. Gli impone <strong>di</strong> rilasciare il famiglio ducale ricordandogli quanto le<br />

lamentele che lo riguardano siano ben motivate.<br />

Potestati Papie.<br />

Spectabile <strong>di</strong>lecte noster, respondendo brevemente ala vostra littera de dì xx del<br />

presente, et primo ala parte del famiglio de Taliano, nostro famiglio, presente portatore,<br />

ch'el vi pareria devessimo consentire che contra lui se fesse rasone et cetera, vi<br />

<strong>di</strong>cemo che non ne pare debito che per havere questo famiglio confessato havere<br />

furato uno porco et per volere consentire cum soi compagni de volere furare certi (a)<br />

cavalli al ministro de San Lazaro de quella nostra città, debia essere damnato ad morte

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