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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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290<br />

Francesco Sforza a Gracino da Pescarolo<br />

1452 marzo 9, Milano.<br />

Francesco Sforza scrive a Gracino da Pescarolo delle lamentele <strong>di</strong> suo genero Giovanni da<br />

Tolentino per la “descrizione delle boche” a Bereguardo mai avvenuta in passato, invitandolo a<br />

evitare innovazioni visto che gli uomini <strong>di</strong> detto luogo pagano il sale come gli altri.<br />

Gracino de Piscarolo.<br />

El magnifico cavalero misser Iohanne de Tollentino, nostro genero, ne scrive<br />

lamentandose della descriptione delle boche quala gli hay facte fare in Bel Reguardo,<br />

perché <strong>di</strong>ce che may per lo tempo della felice memoria del’illustrissimo quondam<br />

signore nostro padre, nì per alcuno altro tempo in <strong>di</strong>cto loco non fo facta simile<br />

descriptione. Pertanto <strong>di</strong>cemote et volimo che subito, recevuta questa, debii provedere<br />

che al <strong>di</strong>cto misser Iohanne non sia innovato cosa alcuna in lo <strong>di</strong>cto loco per modo che<br />

non habia più casone de lamentarse. Inten<strong>di</strong>mo però che l’homini del pre<strong>di</strong>cto loco<br />

pagano el sale como paghino li altri siché, facendo <strong>di</strong>cto misser el debito per <strong>di</strong>cto loco,<br />

volimo non se li faci cose per le quale habia casone de lamentarse. Me<strong>di</strong>olani, viiii<br />

marcii 1452.<br />

Marchus.<br />

Cichus.<br />

291<br />

Francesco Sforza ad Antonio degli Eustachi<br />

1452 marzo 10, Milano.<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na ad Antonio degli Eustachi che il giorno seguente suo figlio Filippo porti<br />

il nuovo galeone a Cremona, per il cui trasferimento Gracino versa lire trentacinque e sol<strong>di</strong> otto.<br />

Per la riparazione degli altri due galeoni facciano quanto possono certi che avranno i denari.<br />

57r Domino Antonio de Eustachio et Filippo eius filio.<br />

Havimo recevuto le lettere de voi miser Antonio, aIe quale respondendo et primo, ala<br />

parte del galeone novo, volimo che tu, Filippo, lo debi condure ad Cremona; et questo<br />

sia domane, advisandove che per la conducta d’esso havimo scripto a Gracino che te<br />

faza dare libre xxxv et sol<strong>di</strong> viii, segondo scrivite voy miser Antonio; et gionto che tu,<br />

Filippo, serai ad (a) Cremona cum <strong>di</strong>cto galeone, advisarane subito. Ala parte dela<br />

reparatione deli altri duy galeoni volimo che li fazati tucto quello aparechiamento che<br />

possite per adesso non gli perdendo tempo perché poi mandarimo uno deli nostri cum<br />

denari per provedere al resto. Me<strong>di</strong>olani, x martii 1452.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

(a) Segue Roma depennato.<br />

292<br />

Francesco Sforza Bolognino de Attendoli<br />

1452 marzo 9, Milano.<br />

Francesco Sforza vuole che Bolognino de Attendoli convochi Beltramino Pizone per le do<strong>di</strong>ci<br />

bombardelle per armare il galeone dategli da Giuliano Gluglino e mai restituite. Accertata la<br />

verità, imponga a Beltramino la restituzione delle bombardelle.<br />

Bolognino de Attendolis.<br />

Ne <strong>di</strong>ce il nobile Iuliano Gluglino al tempo del’armata passata havere date dodeci<br />

bombardelle per armare uno galeone quale furono date ad uno Beltramino Pizone,<br />

patrono de uno galeone, le quale may ha possute rehavere, ma <strong>di</strong>ce el <strong>di</strong>cto<br />

Beltramino recusa de volerglile restituire; de che luy se grava. Pertanto, parendo ad<br />

noy non sia debito né honesto ch’el <strong>di</strong>cto Iuliano debbia perdere le soe bombardelle, ve<br />

commectiamo et volimo debiati havere denanzi ad voi el <strong>di</strong>cto Beltramino et inten<strong>di</strong>te<br />

questo facto, et trovando voy ch’el <strong>di</strong>cto Beltramino habbia queste bumbardelle, fati le

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