Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

provederimo ale toe spese, perché hormaii non vogliamo recevere più lamente.
Mediolani, vi maii 1453.
Bonifacius.
Cichus.
1888
Francesco Sforza al capitano della Lomellina
1453 marzo 6, Milano.
Francesco Sforza richiama il capitano della Lomellina per la mancata liberazione degli uomini di
Mortara, che devono, dietro garanzia, essere rimandati a casa con bestie, carri, biada e ogni
loro cosa.
Nobili viro capitaneo Lumelline, nostro dilecto
Ne maravigliamo che non habii relassato quelli homini hai destenuto della nostra terra
de Mortara, et cossì restituitoli le soe bestie, carre et biade, secundo che per un’altra te
havemo scripto, per la qual cosa, non volendo nuy che stiano destenuti in tal modo,
aciò che non si ne possano agravare de forza, te comandiamo et volemo che, dando
loro in Mortara securtade idonea de stare a raxone, li deby liberamente relaxare et
rendergli le dicte soe bestie, carre et biada et ogni altra robba soa, sì che non habiano
più ad remandare da nuy con tale lamenta. Mediolani vi marcii (a) 1453.
Bonifacius.
Cichus.
(a) Così A.
1889
Francesco Sforza ai marchesi di Varzi
1453 marzo 6, Milano.
Francesco Sforza intima ai marchesi di Varzi di pagare, senz’altra remora, le tasse dovute a
Colella da Napoli, prospettando in caso di rifiuto, un ducale intervento.
Nobilibus et prudentibus viris marchionibus Varcii, nostris dilectis.
Habemo pur assai molesta la renitentia usata in respondere dele taxe al spectabile
nostro conductero Colella da Neapoli, et nì possiamo fare che non se dogliamo de voy;
et perché oramai è il tempo che dicto Colella se ne possa valere in questi soi bisogni,
ve comandiamo che, senza più dillatione, né renitentia, li faciati respondere dele dicte
taxe integramente, siché non li mancha niente, altramente ve certificamo che nuy li
provederemo che, siamo certi, non ve farà troppo a po piacere. Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.
1890
Francesco Sforza ordina all’abbate di Sant’Alberto di Tortona
1453 maggio 5, Milano.
Francesco Sforza ordina all’abbate di Sant’Alberto di Tortona di andare da Pietro da Lonate,
commissario a Tortona, e eseguire quello che, a suo nome, gli dirà. Si è scritta la stessa cosa
all’abbate di San Pietro de Molo di Tortona.
401v Venerabili viro domino abbati Sancti Alberti Terdonensi, dilecto nostro.
Havemo commesso alcune cose al nobile Petro de Lonate, nostro commissario de
Tertona, quale ve ha ad explicare per nostra parte. Pertanto volimo et ve
commandiamo expressamente che, per quanto haveti cara la gratia nostra, che subito,
vedute le presente, debiati transferirve personalmente dal dicto commissario et
credereteli et exequereti quanto ve dirà in nostro nome. Mediolani v maii 1453.
Cristoforus de Cambiago.