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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Perché la guar<strong>di</strong>a del ponte de quella nostra cità, currendo le con<strong>di</strong>ctione et tempi che<br />

curreno al presente, è molto importante, come debbi pensare, volimo che tracti bene<br />

Raphaelo Zorzo quale sta ala guar<strong>di</strong>a del <strong>di</strong>cto ponte, pagandolo sempre de quello<br />

debbe havere ali tempi debiti, in modo che non habia casone de absentarsi dala<br />

guar<strong>di</strong>a soa per venire ad stare in piaza per solicitare el pagamento suo, et non se<br />

possa iustamente lamentare de ti perché te avisamo, se per tal casone seguisse<br />

mancamento alcuno in el <strong>di</strong>cto ponte, l'imputaressimo ad ti. Ex castris apud Lenum, <strong>di</strong>e<br />

vi octobris 1452.<br />

Marchus.<br />

Cichus.<br />

991<br />

Francesco Sforza ricorda a Bolognino de Attendoli<br />

(1452 ottobre 6, “apud Lenum”).<br />

Francesco Sforza ricorda a Bolognino de Attendoli, castellano <strong>di</strong> Pavia, quanto scritto sulla<br />

reclusione dei prigionieri, precisando che, essendo Gabriele Brenno e Stefano Rabia ammalati<br />

e non dando preoccupazioni per la loro sicurezza, li tenga pure separati fino alla loro<br />

guarigione. Lo tranquillizza circa la trattenuta della decima della paga e scrive ai Maestri delle<br />

entrate che non facciano alcuna trattenuta sul suo stipen<strong>di</strong>o.<br />

Bolognino de Attendolis comiti Sancti Angeli, castellano Papie.<br />

Havimo recevuto le tue lettere circha il facto deli pregioni, ale quale respondendo<br />

<strong>di</strong>cimo che, considerati li tempi occurrenti et quanto potria preiu<strong>di</strong>care ale fiate la fuga<br />

deli pregioni, et ricordandoci dela fuga del marchese da Cotrona, et anche del caso<br />

intrevene a questi dì nella rocha de Monza cum tanto periculo, te scripsemo quanto tu<br />

vedesti. Se messer Gabrielo da Brenno et Steffano Rabia fossero sani, serissemo<br />

contenti che tu gli serasse in la gabia, dove, tu scrive havere restrecto tucti l'altri ma,<br />

siando loro agravati, como tu scrivi, et parendote poterne stare securo per quella<br />

segurtà tu hay da loro, siamo contenti et remettimo in ti de lasarli in le camere fina<br />

tanto che siano guariti, havendo bonissima advertentia che non possano praticare né<br />

conferire cum alcuno suspecto, et de tucto questo lassiamo el carico a te.<br />

Ala parte dela decima dela paga qual voriano far retenire li Maestri dele nostre intrate,<br />

a noy non pare ragionevole né volimo per cosa del mundo che sia retenuta; et cussì<br />

per le alligate scrivimo ad essi Maestri che provedano omnino non ve sia retenuta et<br />

cre<strong>di</strong>mo or<strong>di</strong>narano che la paga cora senza quella retentione dela decima. Gli scrivimo<br />

etian<strong>di</strong>o che provedano le due paghe siano assignate su l’imbotati del’anno presente,<br />

como tu scrivi etian<strong>di</strong>o haverlo facto comandare madona Biancha ch'el faciano. Data ut<br />

supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

992<br />

Francesco Sforza al referendario e al tesoriere <strong>di</strong> Pavia e <strong>di</strong> Piacenza<br />

1452 ottobre 7, “apud Lenum”.<br />

Francesco Sforza scrive al referendario e al tesoriere <strong>di</strong> Pavia e <strong>di</strong> Piacenza per i denari che<br />

Alessandro, fratello del duca, deve avere. Facciano in modo che possa prestissimo essere<br />

pronto e a <strong>di</strong>sposizione del duca.<br />

242v Referendario et thesaurario Papie.<br />

Perché è necessario che il magnifico misser Alexandro, nostro fratello, de presenti<br />

vegna cum tuta la sua compagnia qui in campo da noy et, como sapeti, per lo caso gli<br />

occorse ali dì passati li bisogna pur cose assay per fornirse in casa soa de quelle cose<br />

gli sonno necessarie, pertanto volemo et coman<strong>di</strong>amove che debiate servare ogni<br />

modo vi sia possibile de respondere et dare al <strong>di</strong>cto domino Alexandro, o ad qualunche<br />

altro suo legitimo messo, tucti li <strong>di</strong>nari dela sua provisione che resta havere del tempo<br />

passato per fino ad tucto lo presente mese. Et questo fati non sia fallo, per quanto<br />

haveti cara la gratia nostra, ad ciò che luy se possa a<strong>di</strong>utare al presente de <strong>di</strong>cti <strong>di</strong>nari

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