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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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non è stato dato or<strong>di</strong>ne veruno che loro possano havere il frumento, et cetera, <strong>di</strong>cemo<br />

che de questo tuo scrivere ne siamo meravigliati, perché fino inanzi ne partissemo da<br />

Lo<strong>di</strong>, Zanino, nostro cancellero, or<strong>di</strong>nò a Iacomo da Muzano che dovesse dare doe<br />

stara de frumento ala misura lodesana a tucti quelli nostri provisionati et balestreri che<br />

sonno lì in Cerreto et in le bastite de quali tucti <strong>di</strong>cto Iacomo hebbe la lista. Et da poy<br />

<strong>di</strong>cto Zanino mandò per Alexio, quale vene a Lo<strong>di</strong>, et gli <strong>di</strong>sse et or<strong>di</strong>nò che dovessero<br />

mandare ad Victuadone ad torre il frumento loro, et cossì lo <strong>di</strong>cesse ad tucti li altri capi<br />

de squadra et balestreri, et che ciascuno capo de squadra facesse uno boletino per<br />

soa parte <strong>di</strong>rrectivo ad Iacomo da Muzano, et gli mandasse per scripto li nomi deli<br />

compagni soy et dele paghe conducte loro adciochè se possa poy scontrare cum la<br />

lista gli havimo facto lassare nuy appresso d'esso Iacomo per non fallire. Et perché<br />

siamo certi gli sonno alcuni, et forsi tucti de quelli nostri capi de squadra de balestreri<br />

che non sanno scrivere, fo <strong>di</strong>cto al <strong>di</strong>cto Alexio che venessero de ti che, siamo certi, tu<br />

gli haveresti facti <strong>di</strong>cti boletini, secundo andaveno a torre il frumento <strong>di</strong> bona voglia.<br />

Sichè si non hanno havuto il frumento è stata, et è, la colpa et <strong>di</strong>ffecto loro, et non<br />

nostro, che, se Alexio havesse facto como havemo <strong>di</strong>cto de sopra et como gli <strong>di</strong>sse più<br />

volte <strong>di</strong>cto Zanino, havevano mò havuto il frumento (a) loro, como hanno havuto li altri<br />

nostri provisionati. Non<strong>di</strong>mancho, de poy che non hanno voluto intendere quello gli è<br />

stato <strong>di</strong>cto, <strong>di</strong>cemo che man<strong>di</strong>no a torre il frumento loro a Victodoni, che Iacomo da<br />

Muzano gli lo darà o farà dare, perché cussì gli havimo or<strong>di</strong>nato. Et che ciascuno<br />

balestrero porte lo boletino del suo capo de squadra perché non lo havevano, et<br />

perché <strong>di</strong>cti capi de squadra non sanno scrivere, tu gli porray fare questo servitio de<br />

fargli <strong>di</strong>cti boletini, adciochè possano havere <strong>di</strong>cto frumento como havemo or<strong>di</strong>nato. Et<br />

credevamo certamente che fino ad questo dì la maior parte de loro havessero havuto il<br />

frumento. Sichè solicitaray lo vadano a torre presto. Data ut supra.<br />

Zannetus.<br />

Cichus.<br />

(a) Segue è stata et è la colpa depennato.<br />

1301<br />

Francesco Sforza al podestà <strong>di</strong> Silvano<br />

1453 gennaio 4, Milano.<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na al podestà <strong>di</strong> Silvano <strong>di</strong> fare sod<strong>di</strong>sfare dai debitori i fittabili<br />

della possessione <strong>di</strong> Corano <strong>di</strong> Tobia da Mandello perché possano così pagare l’affitto<br />

a Angelello da Lavello.<br />

297r Potestati Silvani.<br />

Per nostre littere te fo scripto dovessi astrenzere li fictabili dela possessione de Corano<br />

de Tobia da Mandello a satisfare ad Angelello de Lavello de quello debono dare per<br />

casone del ficto. Et perché loro se gravano a fare lo <strong>di</strong>cto pagamento, se non gli è<br />

satisfacto a loro dali soi debitori per casone del <strong>di</strong>cto ficto, te commettiamo et volemo<br />

che, pari modo, debii astringere li debitori d'essi fictabili a satisfare a loro de tucto<br />

quello gli debeno dare, como è iusto et rasonevole. Ex Me<strong>di</strong>olano, iiii ianuarii 1453.<br />

Irius.<br />

Cichus.<br />

1302<br />

Francesco Sforza al podestà <strong>di</strong> Vigevano<br />

1453 gennaio 4, Milano.<br />

Francesco Sforza vuole che il podestà <strong>di</strong> Vigevano intervenga a rendere giustizia ad Ambrogino<br />

Coco per il sequestro avvenuto a Pavia <strong>di</strong> panni da parte <strong>di</strong> Tomasino Bottigella con il pretesto<br />

<strong>di</strong> un debito che la comunità <strong>di</strong> Vigevano aveva con suo figlio, Giovanni Matteo, e con il quale la<br />

comunità si accordò accettando la ven<strong>di</strong>ta dei panni sequestrati.<br />

Potestati Viglevani.<br />

Ne ha significato Ambroxino Cocho de quella nostra terra che, già più dì passati,

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