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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Francesco Sforza comunica a Filippo Eustachi, capitano della flotta ducale, che gli affida <strong>di</strong> far<br />

avere in dono ai signori fiorentini tre leoni che vuole giungano via acqua a Bologna, senza<br />

impe<strong>di</strong>mento da quelli <strong>di</strong> Correggio.<br />

435v Nobili viro capitaneo classis nostre Filippo de Eustachio.<br />

Perché nui man<strong>di</strong>amo tre nostri leoni a donare ali excelsi signori fiorentini et havemo<br />

or<strong>di</strong>nato che siano conducti per aqua fin a Bologna, et perché vadano securi, ti<br />

coman<strong>di</strong>amo et volemo che gli faci acompagnare tanto in zò quanto te parerà, siché<br />

non gli possa essere facto impe<strong>di</strong>mento da quelli da Corezo. Et questo carico<br />

cometiamo a ti, stringendoti che faci in modo che vadano securi. Data in felicibus<br />

castris nostris apud Senigham, <strong>di</strong>e iiii iunii 1453.<br />

Bonifacius.<br />

Cichus.<br />

2053<br />

Francesco Sforza al podestà <strong>di</strong> Glarole<br />

1453 giugno 5, “apud Senigham”.<br />

Francesco Sforza vuole che il podestà <strong>di</strong> Glarole non <strong>di</strong>a noie ad Antonio e Gallino della Girola,<br />

famigli <strong>di</strong> Corso, uomo d’arme, tenuto conto che essi sono ai servizi ducali.<br />

Potestati Glarolarum.<br />

Intendemo che da alcuni dì in qua tu hai (a) dato impazo et molestia ad Antonio et<br />

Gallino dala Girola, famegli de Corso, nostro homo d’arme, per graveze et brige che<br />

occoreno lì. Et perché stanno pur in li servicii nostri, volemo che, per le persone loro<br />

tanto, tu non gli daghi impazo né molestia alcuna, revocando ogni novità che tu havesti<br />

facta da qui indreto. Data apud Senigham, <strong>di</strong>e v iunii 1453.<br />

Persanctes.<br />

Iohannes.<br />

(a) tu hai ripetuto.<br />

2054<br />

Francesco Sforza al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />

(1453 giugno 5, “apud Senigham”).<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> che, su richiesta <strong>di</strong> frate Luigi, vicario<br />

dell’Or<strong>di</strong>ne dell’Osservanza <strong>di</strong> San Francesco, lasci passare l’Adda sul ponte <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci frati<br />

dell’Osservanza, che da Brescia vanno a Milano al loro Capitolo e ne consenta il ritorno.<br />

Locumtenenti Laude.<br />

Ad requisitione del reverendo in Christo patre domino fratre Aluyso, vicario del’or<strong>di</strong>ne<br />

dela Observantia de Sancto Francesco, siamo contenti et volemo che lassiati passare<br />

Adda sopra lo ponte de quella nostra cità frati sedece della <strong>di</strong>cta Observantia, quali<br />

vengono da Bressa per andare ad Milano al Capitulo loro. Et cossì gli lassaray<br />

retornare indrieto per <strong>di</strong>cto ponte ad loro piacere, facendo imperò havere bona<br />

advertentia al passare loro, cossì in lo andare, como in lo retornare. Data ut supra.<br />

Zaninus.<br />

Cichus.<br />

2055<br />

Francesco Sforza a Filippo Confalonieri<br />

(1453 giugno 5, “apud Senigham”).<br />

Francesco Sforza scrive a Filippo Confalonieri <strong>di</strong> essere al campo senza fanti; e perché lì si<br />

trovano il Padovano con alcuni conestabili “da spazare”, vuole subito conestabili e fanti,<br />

or<strong>di</strong>nandogli, con i denari che ha, <strong>di</strong> pagare le spese affinché si portino subito in campo.

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