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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Havimo recevuto le tue lettere et inteso l'ordene posto per la fortificatione de quello<br />

borgo: molto ne piace et siamo contenti per più aconzo che se gli faciano due intrate,<br />

come tu ne scrivi. Et siamo anchora contenti ch’el se <strong>di</strong>a commo<strong>di</strong>tate ali homini de<br />

potere fare la sua vendemia et poy serano più serventi al lavorerio, et cusì li<br />

circunstanti che gli hano a contribuire; siché (a) faciase quanto si pò fina tanto serano<br />

fate le vendemie et poy se gli facia ultimum de potentia per finirlo presto. Ala parte del<br />

tuo usire de fuora per due fiate durando el <strong>di</strong>cto laurerio, <strong>di</strong>cimo che a nuy non pare né<br />

volimo che tu gli iusi et ben poteray consiliare et <strong>di</strong>tare esso laurerio stando in la rocha.<br />

Ala parte de quelli sey fanti da Pizleone, quali senno partiti, restamo avisati et non<br />

<strong>di</strong>cimo altro.<br />

Ala parte de quella caseta e vigna et debitori de condam Bassanino, te <strong>di</strong>cemo che da<br />

più deli nostri ne sono stati domandati, ali quali non gli havimo voluto dare, et cussì<br />

anchora tu haveray patientia asieme con loro, perché non havimo anchora deliberato<br />

farne altro. Ma date bona voglia, che ben troverimo dove provederti de qualche bona<br />

cosa. Data in castris apud Quinzanum, xxv augusti 1452.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

(a) Segue faciase depennato.<br />

813<br />

Francesco Sforza al podestà <strong>di</strong> Maleto<br />

(1452 agosto 25, apud Quinzanum”).<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na al podestà <strong>di</strong> Maleto <strong>di</strong> rimettere il figlio <strong>di</strong> Marcoleone da Nugarolo nel<br />

possesso <strong>di</strong> quella possessione della Camera che era stata donata al padre <strong>di</strong> Marcoleone.Se<br />

Cristoforo Zupello, che ha riven<strong>di</strong>cato tale possesso, si vede estromesso, ricorra ad Angelo da<br />

Rieti, au<strong>di</strong>tore ducale, che gli amministrerà ragione.<br />

Potestati Maleti.<br />

Havendo nui donato ad Marcholeone da Nugarolo, nostro squatrero de provisionati,<br />

una certa posessione sita in quello territorio, come cosa debitamente spectante ala<br />

Camera nostra, dela quale esso Marcholeone era posto alla tenuta, pare sia venuto<br />

uno maistro Christoforo Zupello quale, per vigore de alchune raxone <strong>di</strong>ce havergli, è<br />

stato remesso ala tenuta dela <strong>di</strong>cta possessione. Et perché nostra intentione è che la<br />

raxone habia loco, parendone sia debito et raxonevole che piutosto la Camera nostra<br />

stia alla possessione che altri per fino se veda quid iuris, volemo che tu, havuta questa,<br />

rimetti alla tenuta della <strong>di</strong>cta possessione el figliolo d'esso Marcholeone in nome della<br />

Camera nostra. Et se el <strong>di</strong>cto magistro Christoforo se sentirà gravato, vegna ad<br />

comparire inanzi ad messer Angelo da Riete, nostro au<strong>di</strong>tore, che gle farimo ministrare<br />

raxone. Ma volemo che la cosa staghi in quelli termini era anzi magistro Christoforo<br />

fosse posto alla possessione, et poy se veda quanto iustitia vole. Data ut supra.<br />

Zanetus.<br />

Cichus.<br />

814<br />

Francesco Sforza ad Aimerico Forte<br />

1452 agosto 25, “apud Quinzanum”.<br />

Francesco Sforza scrive ad Aimerico Forte che in considerazione della richiesta della comunità<br />

<strong>di</strong> Castione ha or<strong>di</strong>nato a Giovanni Caimo, commissario <strong>di</strong> Pizzighettone, <strong>di</strong> liberare <strong>di</strong>etro<br />

adeguata garanzia, Giovanni Scalfo. Si <strong>di</strong>ce contento delle notizie avute sul conestabile<br />

Antonello da Monza cui farà una provvisione che lo appagherà.<br />

198r Aymerico de Fortis.<br />

Havimo inteso quanto tu ne scrivi de far relaxare Iohanne Scalfo ad contemplatione de<br />

quella nostra comunità de Castione, et volendoli compiacere scrivimo a Iohanne<br />

Caymo, nostro commissario de Pizleone, che gle debba far libere relaxare, dandoli luy

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