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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Si sono scritte lettere credenziali per Antonio de Bossi, dei Maestri delle entrate straor<strong>di</strong>narie,<br />

<strong>di</strong>rette a Luchina dal Verme; altrettante per Almerico Forti, <strong>di</strong>rette a Bartolomeo Colleoni e agli<br />

altri condottieri nell’Alessandrino.<br />

Me<strong>di</strong>olani, xxiii ianuarii 1453.<br />

Facte fuerunt littere credentiales in personam domini Antonii de Bossis, Magistri<br />

intratarum extraor<strong>di</strong>nariarum magnifice domine Luchine de Verme.<br />

Item in personam Almerici de Fortis<br />

magnifico Bartholomeo Coliono et ceteris armorum ductoribus in partibus Alexandrie.<br />

Cichus.<br />

1406<br />

Francesco Sforza ad Antonio Venero<br />

1453 gennaio 25, Lo<strong>di</strong>.<br />

Francesco Sforza denucia ad Antonio Venero, procuratore <strong>di</strong> Venezia a Ripalta, <strong>di</strong> aver ricevuto<br />

lamentele dal ministro milanese Saneto Lazzaro perché alcuni <strong>di</strong> Saneto, con salvacondotti del<br />

governatore Gentile furono privati dei prigionieri e delle bestie nelle terre da Cavagliono e<br />

Settara dai fanti, lì alloggiati, <strong>di</strong> Bettino da Calcina. Invano furono più volte mandati dei frati per<br />

la restituzione, in ossequio del salvacondotto, <strong>di</strong> quanto preso e a frate Lancillotto, proveniente<br />

da Brescia con lettere <strong>di</strong> Gentile, fu risposto <strong>di</strong> passare due giorni dopo. Il duca, rispettoso dei<br />

salvacondotti, ne sollecita il rispetto.<br />

315v Antonio Venero, provisori illustrissimi dominii Venetorum in Ripalta.<br />

S'è lamentato da nuy el ministro de Saneto Lazaro dela citade nostra de Milano<br />

<strong>di</strong>cendo che, havendo havuto uno salvoconducto dal magnifico Gentile, governatore<br />

generale dela illustrissima Signoria vostra, in bona et ampIa forma per alcuni de<strong>di</strong>cati<br />

et censuarii del pre<strong>di</strong>cto Saneto, nel <strong>di</strong>cto salvoconducto nominati, li fanti de Bettino da<br />

Calcina, quali sonno in quella terra allogiati, già più dì passati, non resguardando al<br />

<strong>di</strong>cto salvoconducto, feceno una robbaria de certi presoni et bestie nelle terre da<br />

Cavagliono e Settara. Per la quale casone, havendo mandato più volte deli soi frati da<br />

voy a procurare la restitucione dela suprascripta preda per vigore et observatione<br />

d'esso salvoconducto, may non havete, como seria debito et honesto, voluto fare<br />

rendere la robbaria; et ultimamente retornando da Bressa uno deli <strong>di</strong>cti frati, nominato<br />

frate Lanciloto, con lettere havute dal prefato Gentile <strong>di</strong>rective a voy, <strong>di</strong>sponente che<br />

essa robbaria festi restituire, non lo volete fare intrare, et respondendogli che,<br />

retornando fra duy dì, faresti poy che ogni cosa gli seria restituita el quale, benché da<br />

poy venisse con un altro frate, sperando <strong>di</strong> conseguire da voy essa restitutione, non<strong>di</strong>meno<br />

non l'havete facto intrare, né altramente proveduto che la robbaria fusse<br />

restituita; per el che se meravigliamo per doe rasone, prima perché gli va la fede et<br />

l’honore del <strong>di</strong>cto Gentile, governatore, socto nome del quale el pre<strong>di</strong>cto salvaconducto<br />

è facto; la seconda, perhò che nuy li salvoconducti nostri, conceduti ali vostri de là<br />

habiamo facto et facemo observare senza alcuna violatione. Et pertanto vi confortiamo<br />

vi piaccia or<strong>di</strong>nare, comandare et fare che, in observatione del pre<strong>di</strong>cto salvoconducto<br />

li presoni fizeno relaxati senza pagamento de taglia et le bestie vive restituite et le<br />

morte pagate. El che facendo, farete l'honore del prefato Gentile et vostro, et daretene<br />

materia de observare quelli habiamo concessi ali vostri senza fare alcuna novitade;<br />

altramente serà de bisogno, prove<strong>di</strong>amo ala indemnitade deli nostri et advisarimo esso<br />

Gentile como le soe littere a voy per soa parte scripte, non havete metude<br />

inexecutione, et se excusaremo. Et se alcuna novitade procederà, serà per vostro<br />

defecto et non per nostro. Me<strong>di</strong>olani, xxv ianuarii 1453.<br />

Cichus.<br />

1407<br />

Francesco Sforza al capitano <strong>di</strong> Casteggio<br />

1453 gennaio 24, Milano.<br />

Francesco Sforza ripete al capitano <strong>di</strong> Casteggio <strong>di</strong> lasciare che Luchina provveda come crede<br />

ad alloggiare i cinquecento cavalli che le toccano per le sue terre nel Pavese e nel Piacentino.

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