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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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prima ydonea et sufficiente segurtà in quello modo et forma che gli scrivimo. Quanto<br />

ale parte de Antonello da Monza, conestabile, restiamo molto contenti dela bona<br />

informatione che tu ne day de luy, et cussì deliberemo omnino de farli provixione in<br />

modo ch'el se contenterà. Data in castris apud Quinzanum, <strong>di</strong>e xxv augusti 1452.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

815<br />

Francesco Sforza ad Antonello <strong>di</strong> Monza<br />

(1452 agosto 25, “apud Quinzanum”).<br />

Francesco Sforza assicura Antonello <strong>di</strong> Monza, conestabile, che lo favorirà nel suo bisogno in<br />

considerazione dei rapporti avuti sulla sua fedeltà.<br />

Antonello de Modoetia conestabili.<br />

Havimo inteso quanto tu ne scrivi del bisogno tuo; al che te respondemo che nostra<br />

intentione è de provederte in modo che te contenteray et breviter perché havimo quella<br />

bona informatione de ti che se debbe havere de bono et fidel servitore. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

816<br />

Francesco Sforza a Pietro da Norcia<br />

(1452 agosto 25, “apud Quinzanum”).<br />

Francesco Sforza assicura Pietro da Norcia <strong>di</strong> aver preso atto che, oltre ai confinati, ventidue<br />

citta<strong>di</strong>ni sono stati espulsi dalla città e gli chiede <strong>di</strong> curarsi del buon governo della sua gente e <strong>di</strong><br />

non far caso a quanto si va <strong>di</strong>cendo sulla nomina <strong>di</strong> Guido Visconti a luogotenente e podestà.<br />

Vuole infine che si conceda a Pietro da Como il permesso <strong>di</strong> andare a casa per sue faccende,<br />

informandone però Alessandro, suo fratello.<br />

Domino Petro de Nursia.<br />

Veduto quanto voy ne scriveti <strong>di</strong> xxii cita<strong>di</strong>ni mandati fuora de quella nostra cità, ultra li<br />

primi confinati et cetera, ne restiamo avisati, et per questa non <strong>di</strong>cemo altro se non che<br />

vogliate subito avisare del nome loro de cadauno da per sì.<br />

Del seguito fano el commandatore da Vistarino et alcuni altri cita<strong>di</strong>ni a domino Guido<br />

Vesconte et che li dano speranza de farlo fare locotenente et podestà lì per vostro<br />

despecto, et che scrivendo loro qualche cosa in male de vuy, non vogliamo prestarli<br />

fede, perché vi portano o<strong>di</strong>o et cetera, <strong>di</strong>cemo de questo non debiate havere dubio<br />

alcuno né darvi affanno per questa cosa. Attendeti più al governo et salute de quelli<br />

nostri cita<strong>di</strong>ni et de quella nostra cità et fati quello è vostro debito et non ve curati<br />

d'altro, perché sapemo ben nuy quello che havemo a fare.<br />

Ceterum magistro Pedro de Como ne rechiede licentia de andare fin a casa per alcune<br />

sue facende. Siamo contenti, non essendo necessario più el stare suo lì, debiati darli<br />

licentia ch’el vada a suo piacere, facendone prima partecipatione cum Alexandro,<br />

nostro fratello. Data ut supra.<br />

Iacobus.<br />

Cichus.<br />

817<br />

Francesco Sforza ad Alessandro Sforza<br />

1452 agosto 25, “apud Quinzanum”.<br />

Francesco Sforza si <strong>di</strong>spiace con il fratello Alessandro del comportamento degli uomini <strong>di</strong> Melzo<br />

e afferma <strong>di</strong> non credere a quanto detto da Giacomo d’Arquà <strong>di</strong> un suo fante. Ha saputo poi da<br />

Giovanni da Pan<strong>di</strong>no che a Lo<strong>di</strong> sono in corso trattative, e che <strong>di</strong> notte quattro persone,<br />

travestite da frati, sono usciti dalla città e, traghettati da un ortolano, hanno passato l’Adda poco<br />

lungi dal campo sforzesco; in tal modo si comporta anche un nipote <strong>di</strong> Polo Bracco. Se è a

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