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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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humanamente et non fare a luy tucti quelli danni che a luy fossero possibile ad fare.<br />

464v Ala parte che quelli nostri conestabili dele porte vogliano extirpare dele cose che<br />

fireno conducte dentro, <strong>di</strong>cemo che nullatenus lo debbii comportare, et per parte nostra<br />

comandargli che non togliano cosa alcuna, se non quello che gratis gli volesse fir dato,<br />

et se alcuno volese essere inobe<strong>di</strong>ente, avisarane perché lo castigaremo nuy.<br />

Appresso sforzarate tu, insieme con quelli altri nostri officiali, che Gratiolo da Vincensa<br />

sia subito spazato aciò ch’el possa andare presto dove li scrivemo. Data in castris<br />

nostris felicibus in Burgo contra terram Gay<strong>di</strong>, <strong>di</strong>e ii iulii 1453.<br />

Bonifacius.<br />

Iohannes.<br />

2182<br />

Francesco Sforza a Graziolo da Vicenza<br />

(1453 luglio 2, “in Burgo et contra terram Gay<strong>di</strong>”).<br />

Francesco Sforza <strong>di</strong>ce a Graziolo da Vicenza <strong>di</strong> avere appreso dalla sua lettera che, per<br />

mancanza <strong>di</strong> vettovaglie, ha abbandonato Rivalta, il che ridonda a <strong>di</strong>scre<strong>di</strong>to del duca. È pure<br />

<strong>di</strong>spiaciuto per quelli che sono fuggiti da lui, cui si sono accodati cinque uomini d’arme. Gli<br />

or<strong>di</strong>na <strong>di</strong> far subito ritorno ad Alessandria con i suoi e <strong>di</strong> accordarsi con il Colleoni e Andrea da<br />

Birago su quel che dovrà fare. Per la fornitura delle armature richieste, ne scrive con l’allegata<br />

ad Angelo Simonetta.<br />

Strenuo conestabili nostro <strong>di</strong>lecto Gratiolo de Vincencia.<br />

Havemo recevuta la toa littera per la quale ne scrive del tuo essere partito con li tuoi da<br />

Rivalta et venuto lì, lassando abandonata la <strong>di</strong>cta terra per manchamento de victualie,<br />

et cetera, al che, respondendo, te <strong>di</strong>cemo che de questa cosa ne rencresce molto<br />

perché resulta a grande nostro mancamento de reputacione in quelle nostre parte et a<br />

grande <strong>di</strong>sfavore nostro, et invero ne <strong>di</strong>spiace molto, benché sapiamo non esser<br />

proceduto per tuo defecto. Ne dolemo anchora de quelli toi che siano fugiti da te et<br />

menato seco quelli toi cinque homini d’arme. Circa le quale cose adesso non accade<br />

<strong>di</strong>re altro, ma <strong>di</strong>cemo che, recevuta questa, vogli subito retornare ad Alexandria con li<br />

toi per stare ad attendere ad quelle cose che accaderano de là, considerando la<br />

importantia che mò è in quelle parte nostre, et li haverai intelligentia con il magnifico<br />

Bartholomeo Coleone et il spectabile Andrea da Birago in tute le cose che accaderano<br />

de là, et adoperarate, secundo che per loro te sarà or<strong>di</strong>nato et commesso per l’honore,<br />

bene et utile del stato nostro. Le armature che ne rechie<strong>di</strong> per li tuoi, avisamo, como<br />

per li aligata scrivemo ad Angelo Simonecta che te le faza dare, siché potrai solicitare<br />

per haverle a Milano. Data ut supra.<br />

Bonifatius.<br />

Iohannes.<br />

2183<br />

Francesco Sforza ad Angelo Simonetta<br />

(1453 luglio 2, “in Burgo et contra terram Gay<strong>di</strong>”).<br />

Francesco Sforza vuol che Angelo Simonetta cerchi <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare la richiesta <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci armature<br />

fattagli da Graziolo da Vicenza; si trovi con Antonio Missaglia e ser Antonio Longo o con altri.<br />

465r Angelo Simonete.<br />

Ne scrive Gratiolo da Vincenza, nostro conestabile, che l’ha bisogno de dece armature<br />

per li suoi de casa soa, et ne prega gli le vogliamo fare dare. Per la qual cosa volemo<br />

che tu atrovi con Antonio del Messaglia et con ser Antonio Longo, o con che pare a te,<br />

prendendo quello partito che te parerà per fargli dare le <strong>di</strong>cte armature fornite, et circha<br />

ciò usali ogni toa <strong>di</strong>ligentia per farglele dare, perché, havendo sostenuto tanta<br />

so<strong>di</strong>sfatione como ha per nuy, gli ne compiacemo voluntera. Data ut supra.<br />

Bonifatius.<br />

Iohannes.<br />

Si è scritto, come sotto riportato, per Consiglio per il fatto <strong>di</strong> Barbiano:

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