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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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havendo luy facto le spexe al <strong>di</strong>cto misser Guido, non sia satisfacto et pagato, che non<br />

seria ad <strong>di</strong>re altro como ad volere in tucto la desfactione soa, ve comettimo et volemo<br />

debiate intendere dal <strong>di</strong>cto hostero quello deve havere, et poy provedeti col prefato<br />

domino Guido, o cum la comunità de quella nostra cità, per modo el <strong>di</strong>cto hostero sia<br />

satisfacto. Ma se haveti voglia de fare cosa ne piaza, fati non ne habiamo più lamenta<br />

et che per questo non habiamo ad scrivere più, perchè nostra intentione è el <strong>di</strong>cto<br />

hostero sia satisfacto, rescrivendone como havereti facto. Data in castris apud<br />

Calvisanum, <strong>di</strong>e xxviii octobris 1452.<br />

Zannetus.<br />

Iohannes.<br />

1083<br />

Francesco Sforza a Francesco de Georgi<br />

(1452 ottobre 28, “apud Calvisanum”).<br />

Francesco Sforza comunica a Francesco de Georgi <strong>di</strong> aver riassunto ai suoi servizi Francesco<br />

da Sanseverino; gli si fornisca alloggio nel Pavese, trovandogli posto e strame per i suoi cavalli<br />

e per quelli che si procurerà per portarsi al campo.<br />

Francisco de Georgiis.<br />

Havimo conducto novamente ali nostri servicii el magnifico Francesco da Sancto<br />

Severino; per la qual cosa volimo che tu gli daghi alogiamento lì in Pavese, dove<br />

meglio te parirà, facendoli dare stantia et strame per li cavali vivi ha et per quelli<br />

comprarà de dì in dì per mettersi in puncto. Et hoc fin a tanto serà in puncto per venire<br />

in campo. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

1084<br />

Francesco Sforza a Ioseph, podestà <strong>di</strong> San Colombano<br />

(1452 ottobre 28, “apud Calvisanum”).<br />

Francesco Sforza rimprovera Ioseph, podestà <strong>di</strong> San Colombano, l’in<strong>di</strong>fferenza mostrata<br />

nell’eseguire l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> inviargli sette nuovi bifolchi in sostituzione dei precedenti dei qauli<br />

cinque sono scappati. Deve procurare <strong>di</strong> rintracciarli e mwetterli in prigione e gli faccia avere i<br />

sette richiesti che saranno a carico del duca.<br />

Magistro Ioseph, potestati Sancti Columbani.<br />

L'altro dì te scripsimo dovessi mandare lo scambio deli septe bivolci de quella nostra<br />

terra, quali ne hanno servito qui al carrezo nostro, et may li hay voluti mandare, anci<br />

de <strong>di</strong>cti septe ne sonno fugiti cinque, de quali te man<strong>di</strong>amo li nomi annotati in la<br />

inclusa police, et hanno havuto a <strong>di</strong>re che sonno stati confortati de deversine fugire da<br />

quelli homini perchè, fugiti che sariano, se confidavano in te che non saria altro; la<br />

qual cosa ne pare consonante per respecto alla negligentia hay usata circa quanto te<br />

havimo scripto. Il perchè non possimo se non dolerne deli facti toy, che, sapendo<br />

quanto importano li bivolci in questa nostra impresa, gli habii sì poca consideratione.<br />

Pertanto te coman<strong>di</strong>amo, sotto pena della desgratia nostra, che debii subito recevuta<br />

questa, senza <strong>di</strong>latione alcuna, havere in le mane <strong>di</strong>cti cinque bivolci fugiti et metterli<br />

in presone, non lassandoli che te daghino idonee securitate ad dovere mandare qui al<br />

<strong>di</strong>cto carrezo da consignarsi ad Bartholomeo da Cremona doi bivolci per ciascuno de<br />

loro, pagati spese per uno mese, aciochè siano exempio alli altri de non partirse senza<br />

nostra licentia. Et cossì mandaray senza altra <strong>di</strong>latione bivolci septe per scambio de<br />

quelli ne hanno servito per lo passato, quali pagharimo noy, et subito che siano zonti<br />

qui, remandarimo ad casa questi doi gli sonno remasti, sìchè, se tu hay cara la gratia<br />

nostra, mandane con ogni solicitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>cti bivolci, cioè dece per li cinque sonno fugiti<br />

et septe per scambio, como havimo <strong>di</strong>cto, che in tucto siano xvii bivolci, avisandoti che<br />

se tu non li manderay, non porressi fare cosa che più ne despiacesse. Data ut supra.<br />

Iohannes.

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