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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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1453 luglio 21, “apud Gaydum”.<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na al podestà <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> <strong>di</strong> sospendere la causa tra Leone da Codogno,<br />

uomo <strong>di</strong> Tiberto, e Marco Monsignore perché a Leone il duca non ha concesso la licenza <strong>di</strong><br />

assentarsi dal campo, non essendo tempo <strong>di</strong> lasciar partire dal campo alcun uomo d’arme.<br />

Potestati nostro Laude.<br />

El strenuo Leone da Codogno, nostro homo d'arme dela compagnia del magnifico<br />

messer Tiberto, ne ha significato esserli mosta una certa questione a casa soa per<br />

Marco Monsignore, nostro cita<strong>di</strong>no lodesano; il perché ne domanda la licentia <strong>di</strong>cto<br />

Leone de venire a defendere la casa soa. Ma non ne parendo el tempo de licentiare e<br />

lassare partire l’homo d'arme del campo, volimo e ve commettemo che faciati<br />

suspendere et soprasedere in la causa fina tanto se andarà aIe stantie, et ch’el<br />

pre<strong>di</strong>cto Leone potrà venire a sollicitare et alegare le ragione soe, como ne par<br />

ragionevele e degno. Data in castris nostris felicibus apud Gaydum, <strong>di</strong>e xxi iulii 1453.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

2259<br />

Francesco Sforza al commissario <strong>di</strong> Tortona e a Ludovico da Bologna<br />

(1453 luglio 21, “apud Gaydum”).<br />

Francesco Sforza comunica al commissario <strong>di</strong> Tortona e a Ludovico da Bologna le lamentele<br />

degli uomini <strong>di</strong> Viguzzolo per il carico dei cinquantasette invece dei cinquanta convenuti e per la<br />

richiesta quattro lire imperiali, quando i confinanti ne pagano tre e mezzo. Il duca <strong>di</strong>spone <strong>di</strong><br />

ridurre la loro tassazione secondo il giusto, con l’avvertenza che non si tocchi quanto dovuto al<br />

Colleoni.<br />

484r Comissario Terdone et Lodovicho de Bononia familiari, nostris <strong>di</strong>lectis.<br />

Ha mandato a nuy la comunità de Vigozolo ad agravarse delo excessivo caricho dele<br />

tasse dei cavali a loro datti, non servata alcuna equalità né honestà, alegando che per<br />

<strong>di</strong>rito e iusto compartito de cinquecento cavali tocasseno ad Terdona e Terdonese, non<br />

gli tochariano più che cinquanta cavali ad non volerli far torto, et nunc ne hanno<br />

cinquantasette, benché <strong>di</strong>cono che quelli sete più non gli foreno dati per tassa ma per<br />

alcuni pochi dì, e pur gli sonno remasti aIe spale con loro grande graveza, como da<br />

loro più stisamente intenderiti da loro; sì como anchora che loro sonno rechiesti pagare<br />

libre quatro imperiali, et che li loro vicini circunstanti non ne paghino se non tre e meza,<br />

rechiedendone finalmente che vogliamo provedere ala indenitate soa e non lassarli in<br />

pegiore con<strong>di</strong>ctione che li altri. Il perché, parendone la soa rechiesta meritare<br />

provisione perché è iusta et ragionevelo, volemo et ve commettemo che debiate<br />

<strong>di</strong>ligentemente intendere le loro ragione e le cagione del suo gravamento, così circha<br />

le tasse delli cavali, como eciam<strong>di</strong>o del pagamento; et trovando che siano gravati a<br />

torto et preter la equalite, volimo che iustamente gli reducati al’equo et honesto ita et<br />

talmente che più non habiano cagione recorrere a nuy per questa cagione, non<br />

intendendo per modo alcuno che per questo se impazi el dovere del magnifico<br />

Bartholomeo Colione. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

2260<br />

Francesco Sforza al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> e a Massarolo<br />

(1453 luglio 21, “apud Gaydum”).<br />

Francesco Sforza comanda al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> e a Massarolo che, del ferro portato da<br />

Cerreto, si man<strong>di</strong> a Cremona a Giovanni Filippo degli Allegri, ufficiale delle munizioni, i<br />

ferramenti dei quattro ponti levatoi e la fornitura <strong>di</strong> quattro rastelli dando avviso della spe<strong>di</strong>zione<br />

a Bartolomeo da Cremona e inviando una nota <strong>di</strong> quanto ivi spe<strong>di</strong>to al predetto Giovanni<br />

Filippo.

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