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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Baldesar, celero squadrero del’illustre signore messer lo marchese, se è gravato cum<br />

nuy che, siando venuto uno suo fameglio dal canto de là in qua cum duy cavali e<br />

reductesi a Lo<strong>di</strong>, è stato subducto da Pazalia Albanese et toltoli li cavali; che non ne<br />

pare ben facto, né volimo comportare perché non se afaria per lo facto nostro che<br />

quelli vengano dal canto de là siano robati et maltractati, et saria mal exempio al’altri.<br />

Per la qual cosa acioch'el non se possa gravare, et anche per reverentia del prefato<br />

signor domino lo marchese, volimo che facii restituire <strong>di</strong>cti cavalli senza contra<strong>di</strong>ctione<br />

alcuna, et ad questo non manchare. Data in castris apud Quinzanum, <strong>di</strong>e xiiii<br />

septembris 1452.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

907<br />

Francesco Sforza ad Alessandro Sforza<br />

(1452 settembre 14, “apud Quinzanum”).<br />

Francesco Sforza ricorda al fratello Alessandro che, stante la scelta <strong>di</strong> Antonio Trotto <strong>di</strong> stare<br />

agli or<strong>di</strong>ni sforzeschi, alla richiesta fattagli tramite Chierico <strong>di</strong> 400 fanti, gli aveva risposto che<br />

doveva arrangiarsi; ma ad una nuova richiesta, gli aveva mandato 150 militari; in tutto ha 5000<br />

unità e non si aspetti altra gente, ma si decida a fare quello che gli <strong>di</strong>rà Chierico.<br />

Die et loco suprascriptis.<br />

Domino Alexandro Sfortie.<br />

Da possa che misser Antonio Trotto era deliberato venire de nostro ordene, como in le<br />

altre nostre lettere se contene, è venuto qui Chierico, tuo homo d'arme, quale, per toa<br />

parte, ne rechiede 400 fanti. Como te respondessimo per ser Marino, ad noy non era<br />

possibile mandarti fanti et che dovessi fare cum quelli sonno dellà; et nonobstante<br />

questo, havendo da poi, partito ser Marino, una toa lettera rechiedendo pur tu fanti, te<br />

mandassimo hieri 150 deli più utili et cernuti et cum assay <strong>di</strong>ficultà; siamo certi che<br />

cum quelli tu haveray sequito la facenda perché, faciando ben conto, dellà è la<br />

conducta pressochè v mila persone, che tu debbi pur trovare 400 persone ad pede,<br />

siché, non havendo sequito quello debi fare, non aspectare più fanti de qua, ma fare<br />

presto, como te <strong>di</strong>rà <strong>di</strong>cto Chierico. Et fa’ presto perché possiamo havire quelle gente,<br />

como te havimo scripto et como è lo bisognio nostro, advisandone subito como<br />

haveray sequito.<br />

908<br />

Francesco Sforza a Giacomo de Alferi e al podestà <strong>di</strong> Sant’Angelo<br />

1452 settembre 14, “apud Quinzanum”.<br />

Francesco Sforza sollecita Giacomo de Alferi e il podestà <strong>di</strong> Sant’Angelo a rendere giustizia a<br />

Gabriele da Barni e fratelli perché un loro massaro, Bertolino detto Pagia, obbligatosi con<br />

vincolo massarizio, come appare da pubblico atto, è andato a Sant’Angelo, e ricusa <strong>di</strong> fare il<br />

suo dovere, adducendo che da lì non è più tenuto a tanto.<br />

218r Iacobo de Alferiis de Crema necnon potestati Sancti Angeli.<br />

Gabriel da Barni et li fratelli, nostri cita<strong>di</strong>ni lodesani, ne ha facto significare che uno<br />

Bertholino <strong>di</strong>cto Pagia, suo massaro, qual gli ha obligato de bona quantità de <strong>di</strong>nari et<br />

altre robbe per cagione de massaritio, come <strong>di</strong>ce apparere per publico instrumento, è<br />

partito da loro senza licentia et conclusione de ragione alcuna, et se è reducto lì a<br />

Sancto Angelo et recusa farli el debito, parendo a luy, siandose reducto lì, de non<br />

potere essere restrecto a fare el dovere; che seria dare exempio ad altri de fare fuga,<br />

che non volimo comportare, neanche cre<strong>di</strong>mo sia per consentimento del magnifico<br />

Bolognino né de vuy. Pertanto ve caricamo che a <strong>di</strong>cti fratelli faciate ragione contra<br />

<strong>di</strong>cto Pagia, secondo le ragione et instrumenti d'essi fratelli, como cre<strong>di</strong>mo fariti per<br />

vostra <strong>di</strong>screctione e driteza. Data in castris apud Quinzanum, <strong>di</strong>e xiiii septembris<br />

1452. Ser Iacobus.

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