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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Francesco Sforza scrive a Bartoluccio da Gubbio circa le lamentele dei marchesi <strong>di</strong> Go<strong>di</strong>asco<br />

per la tassa dei ventitre cavalli, ritenuta un carico insopportabile. Vuole che vada da loro e,<br />

informatosi delle loro reali possibilità, li tassi per quanto sono in grado <strong>di</strong> sopportare.<br />

Ser Bartolucio de Eugubio.<br />

Se lamentano li marchesi da Go<strong>di</strong>gliasse che may per li tempi passati non hebeno<br />

graveze de più de dece cavalli per taxa et che hadesso gli ne vole fir giunti fino ala<br />

summa de cavalli xxiii, et che questo gli seria ad loro et ad l’homini soy charicho troppo<br />

excessivo et insupportabile et seria sua extrema desfactione. Et perché nuy non<br />

intendemo che li <strong>di</strong>cti marchesi, né etian<strong>di</strong>o alcuni altri, siano gravati ultra lo debito et<br />

siano desfacti, volemo che tu te transferisce ad casa loro et te informi dele possibilitate<br />

loro et cusì deli homini soy, et summamente che cavagli ce sonno stati taxati per lo<br />

passato. Et havuta la <strong>di</strong>cta informatione, gli taxi quella quantità che poteranno portare,<br />

et che sia honesta et non più, acioché non habino iusta casone de lamentarsi che<br />

siano gravati più del debito et del’usato. Me<strong>di</strong>olani, viii marcii 1453.<br />

Iohannes.<br />

1591<br />

Francesco Sforza al referendario <strong>di</strong> Pavia e a Gracino da Pescarolo<br />

1453 marzo 8, Milano.<br />

Francesco Sforza vuole che il referendario <strong>di</strong> Pavia e Gracino da Pescarolo si intendano con<br />

Antonio degli Eustachi e informarlo del tempo necessario per mettere in acqua uno dei<br />

galioncelli ducali. Si è scritto ad Antonio da Verona <strong>di</strong> portarsi là.<br />

Referendario Papie et Gracino de Piscarolo.<br />

Havimo inteso quanto ne scriviti de quelle due nave et etian<strong>di</strong>o lo apparere de quelli<br />

<strong>di</strong>cono sarrà meglio farne fare una nova che comperare veruna de quelle, al che<br />

respondemo che non ne bastaria el tempo ad farne fare una nova, volendo fare presto<br />

quello inten<strong>di</strong>mo fare. Et pertanto volimo che siate cum misser Antonio de Eustachio et<br />

ve<strong>di</strong>ate et sapiate in quanto tempo se potria butare in aqua et metere in puncto uno<br />

deli nostri picoli galionzelli, et subito avisaticene acioché meglio sapiamo che fare.<br />

Me<strong>di</strong>olani, viii marcii 1453.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

346r Me<strong>di</strong>olani, viiii marcii 1453.<br />

Scriptum fuit Antonio de Verona quatenus veniat huc.<br />

Iohannes.<br />

1592<br />

Francesco Sforza a Luchina dal Verme<br />

1453 marzo 9, Milano.<br />

Francesco Sforza scrive a Luchina dal Verme che Puppo e Guglielmo da Rossano si lamentano<br />

che non hanno ancora avuto contatto con le sue squadre, ma <strong>di</strong> essere stati cacciati dai loro<br />

alloggiamenti che invece il duca vuole siano assegnati, come le scrive Filippo Confalonieri.<br />

Domine Luchine de Verme.<br />

Se lamentano Puppo et Guliermo da Rossano che in fin a mò cum le squadre soe non<br />

hano poduto havere in le terre vostre, secundo egli stato or<strong>di</strong>nato, mò che, essendo<br />

andati ali <strong>di</strong>cti allozamenti, sonno stati cazati per li vostri medesmi; dela qual cosa non<br />

poco se ne meravigliamo, ma anche se ne dolemo pur assay. Et perché non habiano li<br />

pre<strong>di</strong>cti ad andare, mò in qua, mò in là <strong>di</strong>spersi, ve confortiamo et volimo che gli fazati<br />

assignare <strong>di</strong>cti alogiamenti et providergli, como se fa agli altri, como sopra ciò ve scrive<br />

più pienamente el spectabile domino Filippo Confanonero. Me<strong>di</strong>olani, viiii marcii 1453.<br />

Bonifacius.

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