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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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(1452 gennaio 20, Lo<strong>di</strong>).<br />

Tristano Sfortie Vicecomiti.<br />

Il potestà ce scrivi che quelli nostri homeni sonno remasti contenti provedere ad quelli<br />

soldati allogiono lì de frumento per questo mese et per lo mese de febraro; il che ce<br />

piace, ma se gravano ad dar fora il vino perché non ne hanno et maxime, siando<br />

astrecti, ad darlo sopra li pigni da arme. Pertanto advengha nostra intenctione seria<br />

che non ne dessero fora non habiandone, tamen <strong>di</strong>ray ad tucti quelli soldati che se ne<br />

vogliono <strong>di</strong>ano altri pigni che arme, purché siano recipienti, overo non possendo dare<br />

pigni <strong>di</strong>ano idonee et sufficiente sicurtate; et cossì nuy respondemo al potestà. Ma ben<br />

volemo <strong>di</strong>chi ad Cristoforo da Cremona se deporti un’altra fiada più honestamente col<br />

potestà nel parlare che non ha facto de presente, che par li habia <strong>di</strong>cta vilania. Data ut<br />

supra.<br />

Andrea Fulgineus.<br />

90<br />

Francesco Sforza esprime al podestà <strong>di</strong> Soncino la sod<strong>di</strong>sfazione per il frumento <strong>di</strong>sposto per i<br />

soldati; per quanto riguarda il vino, lo si <strong>di</strong>a se i sodati daranno pegni, ma non armi. Lo rassicura<br />

poi <strong>di</strong> aver richiamato Cristoforo da Cremona a un migliore comportamento verso <strong>di</strong> lui.<br />

1452 gennaio 20, Lo<strong>di</strong>.<br />

18r Potestati Soncini.<br />

Ce piace habbi facta opera cum quelli nostri homeni daghino fora el formento ad quelli<br />

soldati, como ce scrivi. Et perché <strong>di</strong>ci se gravano dar fora il vino, maxime l'arme, te<br />

respondemo che advengha compren<strong>di</strong>amo sia alquanto grave ad quelli homini ad darlo<br />

fora, o cum pigni o senza; tamen considerato non se può far senza bevere, semo<br />

contenti che li soldati <strong>di</strong>ano altri pigni che arme, che siano recipienti, overo idonee<br />

sicurtate de pagharlo, et cossì scrivemo ad Tristano nostro figliolo, siché confortaray<br />

quelli nostri homini che, recevendo o pigni recipienti o idonee sicuritate, <strong>di</strong>ano fora del<br />

vino. Ce <strong>di</strong>spiaci le parole <strong>di</strong>ce ha usate cum teco Cristoforo da Cremona, dove el<br />

scrivemo ad Tristano lo reprenda per nostra parte. Data Laude, xx ianuarii 1452.<br />

Andreas Fulgineus.<br />

91<br />

Francesco Sforza scrive a Bianca Maria rassicurandola <strong>di</strong> aver provveduto per la sicurezza del<br />

viaggio a Ferrara. I vestiti saranno portati a Pavia in nottata o il giorno dopo; in caso <strong>di</strong> ritardo li<br />

aspettino a Cremona dove si trovano i cavalli da donare all’imperatore e vi è Giovanni Ulesi con<br />

i denari per le spese, e dove arriverà anche Galeazzo. Tutti saranno a Ferrara sabato o<br />

domenica e se anche l’imperatore avesse già lasciata la città, è bene che siano in viaggio.<br />

1452 gennaio 18, Lo<strong>di</strong>.<br />

Domine ducisse Me<strong>di</strong>olani, et cetera.<br />

Havimo inteso quanto la signoria vostra ne scrive sopra la relatione fatta per ser<br />

Andrea, nostro cancellero, circa lo andare de Galeaz. Dicemo che, se non poterà<br />

essere ad Ferrara sabato secondo lo designo nostro, almeno gli serano, Deo dante,<br />

domenica et habiamo proveduto ala segureza del viazo per modo la signoria vostra<br />

non bisogna ne habia dubio alcuno. Siamo certi che domatina, mercore dì xviiii<br />

instantis, inanzi la recevuta de questa, <strong>di</strong>cto Galeazo serà andato via, in Dei nomine,<br />

per seguire suo camino perché, segondo le lettere havimo questa sera da Milano, li<br />

vestiti serano portati lì ad Pavia questa nocte; et si per caso questa nocte non gli<br />

seranno, sarano domane portati qua, et cussì venirà Papi cum le altre cose et subito li<br />

mandarimo de qua per aqua sichè saranno tucti ad Cremona prima che Galeazo, dove<br />

sonno li cavalli da donare al’imperatore, et cussì ser Zohanne de Ulexis cum li denari<br />

de fare le spese. Et pur quando bisognasse soprasedere uno dì per <strong>di</strong>cte cose, lo<br />

meglio che siano ad aspectare ad Cremona, dove saranno tucti et se poneranno in

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