Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

intendere d'altro che de parolle ch'el non fa bene. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.
1781
Francesco Sforza invita Giovanni Borromeo, vescovo di Pavia, a prestare ascolto a quanto gli
dirà Lorenzo de Corneto che manda lì per alcune sue faccende. Le stesse cose scrive all’abate,
ai monaci e al capitolo di San Salvatore di Pavia.
1453 aprile 19, Milano.
380r Reverendo in Christo patri dilectissimo nostro domino Iohanni de Bonromeis, Dei
gratia episcopo Papiensi comiti.
Mittentes illuc pro nonnullis nostris peragendis negociis nobilem ser Laurentium de
Corneto, familiarem nostrum carissimum, comissimus ei nonnulla que reverenda
paternitas vestra, nomine nostro, referret, quare hortamur plurimum paternitatem
vestram ut in referendis, parte nostri, eidem plenitudinem fidei adhibeat haud secus ac
si nos ipsi coram loqueremur. Data Mediolani, die xviiii aprilis 1453.
Ser Iacobus
Cichus.
Dux Mediolani et cetera, Papie Anglerieque comes ac Cremone dominus.
In simili forma scriptum fuit venerabili et religiosis carissimis nostris dominis abbati,
monacis et capitulo ecclesie Sancti Salvatoris Papie.
Ser Iacobus.
Cichus.
1782
Francesco Sforza risponde ad Antonio Eustachi sull’andamento dei lavori per il nuovo galeone
che, sospesi nei giorni di domenica, di San Giorgio e San Marco, vuole si riprendano di buona
lena, assicurandolo che provvederà alle cordarie.
1453 aprile 19, Milano.
Spectabili militi domino Antonio de Eustachio, capitaneo navigii nostri, dilecto nostro.
Inteso quanto ne scriveti circa la fabricatione del galeone da essere novamente facto,
molto ne contentamo e piacene quanto gli è facto fina mò; e respondendo ala vostra
rechiesta an debiate far lavorare dominica, el dì de San Zorzo e San Marco, dicimo che
non, mal’altri dì fate lavorare forte senza alcuno perdimento de tempo. Ale cordarie et
altre cose necessarie, delle quale ne scriveti, farimo far provisione. Data Mediolani, die
xviiii aprilis 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.
1783
Francesco Sforza, appreso l’ntenzione dei dazieri di lì di far condannare il conestabile della
porta Pavese per aver venduto vino senza pagare dazio e sebbene sia a favore deii dazieri,
tuttavia esorta il referendario di Lodi a verificare le loro affermazioni con prove e solo dopo si
procederà alla condanna del conestabile. Si abbia poi l’avvertenza di richiamare i dazieri di non
insistere a rovistare nelle fortezze alla ricerca di vino non daziato.
1453 aprile 16, Milano.
Referendario nostro Laude.
Sentimo che li dacierii de quella nostra cità procedeno con grande vehementia et
circhano de far condemnare el nostro conestabile lì de porta Pavese sotto pretesto che
l'habia venduto vino senza dacio e contra el dato del lor datio. E benché nostra
intentione sia che li dacierii siano adiutati et favoriti, non ne paria perhò convenienti né
ragionevele ch'el se devesse stare al suo dicto, cossì simpliciter, ma se dovesse tolere