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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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anchora el <strong>di</strong>cto Iacomo, che in casa dela madre, quale stantia è pur del <strong>di</strong>cto Colella,<br />

che lì sonno stati allogiati certi soldati, del che ancora ne ne meravigliamo de ti, che<br />

comporti che in casa deli soldati, che stanno et stentano 266v presso nuy, sonno<br />

messi ad allogiare senza reguardo alcuno deli altri soldati, perchè el de’ essere pur<br />

qualche <strong>di</strong>fferentia dali soldati che stanno in campo et stentanno per lo stato nostro ad<br />

le altre persone. Vogli adonche far or<strong>di</strong>nare che la sua stantia sia vacuata da quelli tali<br />

li allogiano, quali faray mettere altrove, siché resti la casa libera al <strong>di</strong>cto Iacomo, come<br />

è debito. Data in castris nostris apud Calvisanum, xi novembris 1452.<br />

Christoforus.<br />

Iohannes.<br />

1116<br />

Francesco Sforza a Bartolomeo Ricar<strong>di</strong><br />

1452 novembre 10, “apud Calvisanum”.<br />

Francesco Sforza comunica a Bartolomeo Ricar<strong>di</strong> <strong>di</strong> non poter attenersi alla <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong><br />

godere dei frutti della possessione <strong>di</strong> Giacomino da Villanova e nipoti, perché ad un attento<br />

esame dei detti capitoli, la concessione fatta non poteva essere senza violazione della<br />

giustizia. Fidando nel senso <strong>di</strong> giustizia <strong>di</strong> Bartolomeo, il duca gli consiglia <strong>di</strong> accordarsi con zio<br />

e nipoti per i frutti dell’anno in corso, tralasciando i frutti degli anni successivi, nella fiducia che<br />

il duca in qualche modo vi supplirà.<br />

Domino Bartholomeo de Ricar<strong>di</strong>s.<br />

A questi dì passati, a vostra rechiesta, desiderosi fare cosa vi piacesse, vi<br />

concedessemo voluntera li fructi deli beni de Iacomino da Villanova et suoy nepoti,<br />

credendo nuy de poterlo fare vigore capitulorum senza iniuria d'alcuno, maxime che<br />

siando voy stato a fare <strong>di</strong>cti capituli, credevamo che ne facissiveno la rechiesta como<br />

de cosa potessemo <strong>di</strong>sponere como volesemo de ragione; nunc autem, havendo nuy<br />

più maturamente facto vedere <strong>di</strong>cti capituli, trovamo che, secondo la <strong>di</strong>spositione<br />

d'essi, non possimo, salva iusticia et honore nostro, havervi facta quella concessione.<br />

Il perchè, havendove sempre conoscuto de bona equanimità et driteza et anche<br />

amantissimo del’honore nostro, serisemo contenti, et anchi vi confortiamo per nostro<br />

descaricho, che voliate considerare el facto nostro et quanto ce desdeceria el fare<br />

expressa iniuria ad alcuno, et deinde vedere et tentare d'essere d'acor<strong>di</strong>o cum li <strong>di</strong>cti<br />

Iacomino et nepoti per li fructi de questo anno a cavarne per via d'acor<strong>di</strong>o quello<br />

poteriti, et per l'anni a venire lassargeli a loro, certificandovi che per altra via<br />

provederimo al facto vostro in modo che, merito, ve contentariti. Et quando non<br />

potessimo fare quanto saria la intentione nostra integramente, ne sforzarimo fare cosa<br />

per la quale restareti contento, et circa questo intenderiti el nostro locotenente lì et gli<br />

crederiti in questa materia quanto faresti ad nuy proprii. Ex Calvisano, x novembris<br />

1452.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

1117<br />

Francesco Sforza al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />

1452 <strong>di</strong>cembre <strong>12</strong>, “apud Calvisanum”.<br />

Francesco Sforza informa il luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> che Petrone da Lo<strong>di</strong>, condannato al confino<br />

ad Arona, anzichè andare a quella destinazione è andato in campo da lui <strong>di</strong>cendogli che<br />

preferiva rimanere lì, e lì è rimasto al presente. Avendo ora chiesto <strong>di</strong> essere inviato a<br />

Piacenza e nel Piacentino, lo ha accontentato, purchè non appaia in terre lo<strong>di</strong>giane senza<br />

licenza ducale scritta.<br />

Domino locuntenenti Laude.<br />

Como havereti inteso, siando Petrone da Lode stato mandato ad confine ad Arona,<br />

venne da nuy in campo, <strong>di</strong>cendo volere prima stare in campo appresso ad noy che<br />

volere andare ad Arona, et cussi è restato de poy continuamente qua per fino in

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