16.04.2013 Views

Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Francesco Sforza avverte il fratello Bosio <strong>di</strong> non consentire che i guastatori <strong>di</strong> Zorlesco abbiano<br />

a gravare su quei <strong>di</strong> Pizzighettone che sono gia gravati.<br />

221v Domino Bosio.<br />

Boso, la communità nostra de Pizighitone ha mandato qui da nuy et se grava de certi<br />

guastatore gli hai comandati per il lavoro de Zorlescho, <strong>di</strong>cendo che hanno havuto et<br />

hanno fatica assay ogni dì. Pertanto, considerato la fatica hanno havuto quelli homini<br />

de presente et che hanno continuamente, te <strong>di</strong>cemo et volemo che per guastatori da<br />

Zorlescho non gli daghi molestia né spesa alchuna, perché nuy gli havimo facto et<br />

facemo gracia de questo. Ex castris apud Quinzanum, <strong>di</strong>e xvi septembris 1452.<br />

Zannetus.<br />

Iohannes.<br />

920<br />

Francesco Sforza a Andrea Dandolo<br />

(1452 settembre 16, “apud Quinzanum”).<br />

Francesco Sforza informa Andrea Dandolo, provve<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> Crema, che in seguito alla denuncia<br />

<strong>di</strong> furto <strong>di</strong> buoi e vacche fatte dagli sforzeschi a danno della gente <strong>di</strong> Iza e Moscazano, fatte<br />

ricerche e trovate le bestie rubate, quste saranno restituite solo se eguale misura sarà presa a<br />

favore <strong>di</strong> Marco Cagnola cui sono stati rubati buoi, frumento e bestiame.<br />

Andree Dandolo, provisori Creme.<br />

Havemo recevuta una vostra lettera et inteso quanto ne scriviti deli bovi et vache tolte<br />

per li nostri sotto il nostro salvoconducto ali homini da Iza et de Moscazano; <strong>di</strong>cemo<br />

che nostra intentione et voluntate è che li nostri salviconducti siano ad unguem<br />

observati como iaceno; et imme<strong>di</strong>ate, havuta la vostra lettera, havemo facto tanto<br />

investigare et cercare che havemo trovato <strong>di</strong>cto bestiame, lo quale faremo restituire ali<br />

patroni. Ma perché ad Marcho Cagnola, nostro cita<strong>di</strong>no lodesano, sotto il vostro<br />

salvoconducto è stato tolto alcuni bovi et frumento et altro bestiame, confortiamo et<br />

pregamo la vostra spectabilità voglia provedere cum effecto che al <strong>di</strong>cto Marcho sia<br />

restituito tucto quello gli è stato tolto sutto le vostre promesse et salvoconducto, como<br />

rechiede il debito del’honore vostro et la rasone. Et quando noy haveremo<br />

advisamento et chiareza dal <strong>di</strong>cto Marcho che gli sia stato restituito tucto quello gli è<br />

stato tolto per li soldati dela signoria de Venetia, per questa noy promettemo inme<strong>di</strong>ate<br />

fare restituire <strong>di</strong>cti bovi et vache quale sonno state tolte per li nostri ali sopra<strong>di</strong>cti homini<br />

da Iza et de Moscazan(o) liberamente. Siché vogliati mandare per lo <strong>di</strong>cto Marco<br />

Cagnola et fargli restituire liberamente tucto quello gli è stato tolto, perché lo simile<br />

faremo fare ancora noy dal canto nostro. Data ut supra.<br />

Zaninus.<br />

Cichus.<br />

921<br />

Francesco Sforza a Giacomo da Civita<br />

1452 settembre 16, “apud Quinzanum”.<br />

Francesco Sforza vuole che Giacomo da Civita, conestabile dei fanti, non consenta che<br />

Balzano de Garbegna, che ha a Vitudono cose sia gravato e molestato dai suoi o da altri.<br />

222r Iacobo de Civita, pe<strong>di</strong>tum conestabili.<br />

Perché Zohanne Grosso, compagno delo strenuo Colella de Napoli, nostro<br />

conductiero, et fratello, et Balzano de Garbegna, ha <strong>di</strong>cto suo fratello et cosse sue in<br />

quella nostra terra de Vitudono, et parglili non dovere essere gravato né molestato de<br />

<strong>di</strong>cte sue cosse, como li altri che non sonno soldati et che non ne servono qui in<br />

campo; la qual cossa, siando iusta et rasonevole come è, volimo che tu debbi servare<br />

modo che né dali toy fanti né da alcuno altro soldato sia dato impazo, graveza né<br />

molestia alcuna a <strong>di</strong>cto Balzano né a sue cosse perché cossì è nostra intentione. Data

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!