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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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et ali danni dele terre nostre et nuy, per non potere levare le nostre gente, per non<br />

essere spazati, per dare succorso ali nostri. Et pertanto per reme<strong>di</strong>are al’avenire<br />

al’inconvenienti seguiti, ve confortiamo, preghiamo, et eciam<strong>di</strong>o, quanto più possemo<br />

et sapemo, stringemo et caricamo che vogliati subito, recevuta questa, essere insieme<br />

con li vostri et vedere de fare subito recuperare, in qualunche modo più celeri et<br />

expe<strong>di</strong>entivo che ve parerà, tucta quella quantità de <strong>di</strong>nari che se resta dare ali nostri<br />

per casone de <strong>di</strong>cte tasse che tochano ali sub<strong>di</strong>ti vostri aciò, siando spazate, se ne<br />

possano venire dreto ad nuy verso Cremona, et <strong>di</strong>sponemo prestissime andar fora in<br />

Bressana, advisandovi che questa matina havemo facto adviare li nostri standar<strong>di</strong> et<br />

firmare fra Lo<strong>di</strong> et Pizguitone. Rendemone perhò certi che in questo essa vostra<br />

signoria gli usarà bona <strong>di</strong>ligentia, considerato che potete e dovete havere et reputare el<br />

bene et male nostro essere cossì vostro como nostro. Siché, per<strong>di</strong>o, magnifica madona<br />

Luchina, vogliatene in questo portarve in modo che non habiamo più casone de<br />

scrivere, né molestare per questa materia. Data ut supra.<br />

Iohannes.<br />

1953<br />

Francesco Sforza ad Antonio degli Eustachi<br />

1453 maggio 18, Milano.<br />

Francesco Sforza fa presente ad Antonio Eustachi che la nave e i “retrovar<strong>di</strong>” portati in ven<strong>di</strong>ta<br />

da saccomanni devono essere restituiti perché tolti in violazione del salvacondotto ducale.<br />

Domino Antonio Eustachio.<br />

Inteso quanto ne haveti scritto de quella nave e retrovar<strong>di</strong> conducti lì per quelli<br />

sachomani, che gli voriano vendere, ve <strong>di</strong>cemo che sonno stati tolte sotto nostro<br />

salvoconducto. Il perché sonno maltolte e volemo, per honore nostro e per la<br />

observantia dela fede <strong>di</strong> nostri salviconducti, che siano restituiti ali patroni de chi<br />

sonno; et cossì havemo or<strong>di</strong>nato et cossì volemo che gli remandati indreto a de che<br />

sono. Data Me<strong>di</strong>olani, xviii maii 1453.<br />

Ser Iohannes.<br />

Cichus.<br />

1954<br />

Francesco Sforza al podestà <strong>di</strong> San Colombano<br />

(1453 maggio 18), Milano.<br />

Francesco Sforza esprime al podestà <strong>di</strong> San Colombano l’in<strong>di</strong>gnazione per il rifiuto all’invio gli<br />

otto bifolchi perché legittimati a negarli da privilegi concessi. La richiesta, riba<strong>di</strong>sce il duca, non<br />

comporta carico e l’aiuto è pagato. Rinnovi la richiesta fatta per bifolchi, capaci, che il comune,<br />

volente o nolente, deve mandare.<br />

415r Prudenti viro potestati Sancti Columbani, nostro <strong>di</strong>lecto.<br />

Inteso quanto per la toa ne scrivi dela presentatione te hanno facto quelli homini deli<br />

privilegii per nuy a loro concessi, con volersi retrahere, per vigore de quelli, de non<br />

mandarne quelli octo bubulci, quali gli rechiedemo, <strong>di</strong>cemo, respondendoti che non<br />

pocho se maravigliamo de questa soa excusatione, perché sanno ben loro che <strong>di</strong>cti<br />

privilegii et exemptione non se extende a tale cosa, perché non rechiedemo <strong>di</strong>cti<br />

bubulci per dare carricho né graveza, né al comune, né (a) a particulare homini, ma li<br />

rechiedemo in nostro a<strong>di</strong>uto con volergli dare il debito pagamento per lo tempo che ne<br />

servirano, et non perché el <strong>di</strong>cto comune ne supporta danno, né spesa. Siché non<br />

bisogna fazano questa scusa, la quale non havemo accepta per niente. Cossì de novo<br />

te comman<strong>di</strong>amo che, non volendo esso comune mandare de sua voglia <strong>di</strong>cti octo<br />

bubulci, lo astrenzi ad farnele mandare subito, promittendo tu che gli faremo el debito<br />

pagamento et haverai advertentia in farne mandare homini che siano apti et aprovati al<br />

mestero del carrezare. Me<strong>di</strong>olani, ut supra.<br />

Bonifacius.<br />

Cichus.

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