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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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1875<br />

Francesco Sforza all’armigero Galuppino e a Bartolomeo d’Ancona<br />

1453 maggio 5, Milano.<br />

Francesco Sforza vuole che, ricevuta la lettera, l’armigero Galuppino e il famigliare Bartolomeo<br />

d’Ancona vadano a cavallo lungo la riva dell’Adda da Lo<strong>di</strong> a Castiglione per vedere che erbe<br />

poter dare ai suoi uomini.<br />

398v Dilectis nostris Galuppino, armigero, et Bartholomeo de Ancona, familiari.<br />

Volimo che subito, recevuta questa, montati a cavallo et andati giuso per la riva d’Adda<br />

da Lo<strong>di</strong> fino ad Castiglione, vedendo per le <strong>di</strong>cte rive da uno miglio et mezo fina in doa<br />

tucte quelle herbe gli sonno che podesemo far dare ali nostri, et vedute che havereti,<br />

subito vegnariti qui da nuy per referirne presto. Ma vedeti la cosa con tal <strong>di</strong>ligentia che<br />

ne sapiati referire la cosa como l’è. Me<strong>di</strong>olani, v maii 1453.<br />

Marcus.<br />

Cichus.<br />

1876<br />

Francesco Sforza a Ludovico da Bologna<br />

(1453 maggio 5, Milano).<br />

Francesco Sforza scrive a Ludovico da Bologna, commissario sopra gli alloggiamenti, <strong>di</strong> aver<br />

ricevuto le sue lettere piene più <strong>di</strong> parole che <strong>di</strong> fatti. Gli osserva, contrariamente a quanto<br />

afferma, <strong>di</strong> non avergli mai scritto <strong>di</strong> non curarsi delle terre del vescovato e lo sollecita a<br />

riscuotere i denari e faccia contribuire le terre del vescovato per la loro città. Vuole sapere chi<br />

sono quelli della valle <strong>di</strong> Rati denunciati come renitenti e proceda contro loro, lasciando in pace<br />

quelli <strong>di</strong> Pozzolo. Gli manda in aiuto Pietro da Lonato, deputato commissario <strong>di</strong> Tortona.<br />

Nobili familiari <strong>di</strong>lecto Lodovico de Bononia, comissario nostro super allogiamentis.<br />

Respondendo alle toe littere, in brevi te <strong>di</strong>cemo ne pareno molto più piene de parolle<br />

che de facti; et siamo certi, se tu pensassi bene nel facto nostro, como doverisse fare,<br />

et quanto importa il fare presto et il fare tardo, gli haveressi usato et usaresti altra<br />

maiore <strong>di</strong>ligentia et sollicitu<strong>di</strong>ne che non hai facto et fay. Ma sii certo che nuy,<br />

cognoscemo molto bene quanto danno et desconzo ne day ad portarte cossì<br />

lentamente in questo facto et col tempo ancora te lo recordarimo. Tu ne scrive che hai<br />

havute littere che non debbe impazarti dele terre del vescoado: nuy non havimo a<br />

memoria havertene scripto cosa alcuna. Pertanto te stringemo et caricamo vogli con<br />

ogni <strong>di</strong>ligentia et sollicitu<strong>di</strong>ne attendere ad rescodere quelli denari per potere spazare<br />

quelli ali quali li havemo asignati, non perdendogli tempo alcuno et facendo contribuere<br />

per la cità soa le terre del vescovado, como le altre. Et perché tu ne scrive che quelli<br />

dela Valle de Rati sonno renitenti, volimo che ne debbi avisare che sonno quelli<br />

renitenti; tamen atten<strong>di</strong> ad fare contra essi ogni executione per modo se habia il <strong>di</strong>naro.<br />

Ad quelli de Pozzolo volimo non debbi dare molestia alcuna, perché loro hanno havuto<br />

da fare assay. Pedro de Lonà, quale havemo deputato commissario in quella nostra<br />

cità, venirà là et te darà ogni favore et a<strong>di</strong>uto necessario, como gli havemo commesso<br />

et or<strong>di</strong>nato. Siché te intenderay con luy, ma da poy luy sarrà giunto là, non te impazare<br />

ti, se non del’officio tuo primo. Ben te recor<strong>di</strong>amo fazi non habiamo ad dolerse de ti, se<br />

tu hai caro lo amore et gratia nostra. Data Me<strong>di</strong>olani, ut supra.<br />

Zanectus.<br />

Iohannes.<br />

1877<br />

Francesco Sforza a Luchina dal Verme<br />

(1453 maggio 5, Milano).<br />

Francesco Sforza informa Luchina dal Verme dell'arrivo come commissario a Tortona <strong>di</strong> Pietro<br />

da Lonate cui ha affidato il mantenimento <strong>di</strong> quella città. Gli chiede <strong>di</strong> prestargli ogni aiut,

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