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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Francesco Sforza chiede a Giovanni Mengo <strong>di</strong> andare da lui con tutti i dati relativi al frumento<br />

richiesto e avuto in Lomellina e altrove.<br />

Iohanni Mengho.<br />

Como per altre nostre te havimo scripto, cossì de novo te replicamo che, recivuta<br />

questa, subito debii venire qua da nuy; et portaray la rasone teco de tucto il frumento<br />

quale hay rechiesto per nostra parte et havuto in la Lomellina et altrove, et quanto ne<br />

hay facto de esso. Et circa ciò fa’ per modo che più non te habiamo ad replicare. Ex<br />

castris ut supra.<br />

Idem.<br />

Cichus.<br />

1006<br />

Francesco Sforza al capitano della Lomellina<br />

(1452 ottobre 10, “apud Lenum”).<br />

Francesco Sforza vuole che il capitano della Lomellina gli faccia sapere la quantità <strong>di</strong> frumento<br />

richiesto da parte ducale da Giovanni Mengo e quanto ne ha avuto in Lomellina e a Can<strong>di</strong>a.<br />

Capitaneo Lomelline.<br />

Ti coman<strong>di</strong>amo che ne debii subito per toe lettere avisare dela quantitate del grano,<br />

quale Iohanne Mengho, nostro fameglio, per parte nostra ha rechiesto et havuto in la<br />

Lomellina et cossì da Can<strong>di</strong>a et altrove. Et qui non gli perderay tempo veruno, si ami<br />

la gratia nostra. Data ut supra.<br />

Idem.<br />

Cichus.<br />

1007<br />

Francesco Sforza a Pietro da Norcia<br />

1452 ottobre 10, “apud Lenum”.<br />

Francesco Sforza informa Pietro da Norcia, luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>, che, per la restituzione a<br />

Bertolino Piscano del mulino toltogli per armare il galeone, ha scritto al commissario e ai<br />

castellani <strong>di</strong> Pizzighettone <strong>di</strong> ridargli ogni cosa. Quanto ai confinati fuori della città, gli or<strong>di</strong>na <strong>di</strong><br />

non consentire che alcuno possa assentarsi a sua insaputa.<br />

246v Domino Petro de Nursia, locumtenenti Laude.<br />

Inteso quanto ne haveti scripto per fare restituire a Bertholino Pischano <strong>di</strong> quella<br />

nostra terra el suo molino toltoli per armare il galeone, habiamo per nostre scripto al<br />

commissario et castellani de Pizleone che gli lo faciano integramente restituire. Ala<br />

parte deli confinati fuora da quella <strong>di</strong>cta nostra cità, vi <strong>di</strong>cimo che per veruno modo<br />

non debiati concedere licentia né patire che veruno dele loro famiglie se ne possa<br />

andare, imo volemo che cum bona <strong>di</strong>ligentia atten<strong>di</strong>ati ala cura <strong>di</strong> loro per modo che<br />

senza vostra sapiuta non se possano absentare. Ex castris apud Lenum, <strong>di</strong>e x<br />

octobris 1452.<br />

Bonifacius.<br />

Cichus.<br />

A margine: Pro molen<strong>di</strong>no restituendo Bartholomeo Pischano.<br />

De licentia non danda (a) alicui de familia relegatorum extra civitatem Laude.<br />

(a) Segue relega depennato.<br />

1008<br />

Francesco Sforza a Taddeo dal Verme<br />

1452 ottobre 11, “apud Lenum”.<br />

Francesco Sforza, saputo da suo fratello Bosio che col pretesto <strong>di</strong> una tassa, ha sottratto a un<br />

uomo <strong>di</strong> Varzi una bestia, or<strong>di</strong>na a Taddeo dal Verme <strong>di</strong> renderla; se ha da riven<strong>di</strong>care<br />

qualcosa dai Varzesi, si rivolga a Bosio.

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