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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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nuy per tuti li respecti et fondamenti pre<strong>di</strong>cti ferma speranza, non gli mancaremo da<br />

ragione in cosa sua alcuna. Siché vogliati havere et retenere l’animo vostro piutosto<br />

con amore et <strong>di</strong>lectione, che con rancore et pocha demonstranza <strong>di</strong> caritade e non<br />

dedurlo per littigio, recordandove ch’el <strong>di</strong>cto Iacomino non merita soto umbra nostra<br />

essere stragiato indebitamente, se forse pensasti <strong>di</strong> dargli quelle spexe, et ultrazò che<br />

luy <strong>di</strong>ce, altre volte fo data per lo <strong>di</strong>cto monastero al nominato quondam suo patre,<br />

quando fece fabricare l’altro existente, che perciò non cre<strong>di</strong>amo sia vostra intentione,<br />

né de qualunque persona da bene, rescrivendone, per lo presente portatore, lo<br />

apparerere et deliberatione vostra circa questo senza <strong>di</strong>llatione. E ricordatevi quanto<br />

più seti dati ala religione et havite nome et habito de servi <strong>di</strong> Dio, tanto più liberamente<br />

dovite fare quelle cose sonno ragionevele et honeste et usare le opere de caritade et<br />

bontade, il che sempre ve confortiamo et caricamo. Data Me<strong>di</strong>olani, <strong>di</strong>e xxv aprilis<br />

1453.<br />

Scripta per Iohannem dela Strata.<br />

Cichus.<br />

(a) Segue amicis depennato.<br />

18<strong>12</strong><br />

Francesco Sforza vuole al console, al comune e agli uomini <strong>di</strong> Castione Lo<strong>di</strong>giano<br />

(1453 aprile 25, Milano).<br />

Francesco Sforza vuole che console, comune e uomini <strong>di</strong> Castione Lo<strong>di</strong>giano man<strong>di</strong>no a<br />

Milano, dal cancelliere Filippo Malombra, due loro uomini bene informati delle faccende <strong>di</strong><br />

quella comunità.<br />

387r Fidelibus carissimis nostris consuli, communi et hominibus Castioni Laudensis.<br />

Volimo che, subito, debiati mandare qua duy <strong>di</strong> quelli homini più intendenti et più<br />

informati dele facende de quella comunità, imponendo a quelli elligeriti per venire che<br />

faciano capo a Iacomo Filippo Malumbra, nostro cancellero. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

1813<br />

Francesco Sforza ai deputati, ai presidenti agli affari <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />

(1453 aprile 25, Milano).<br />

Francesco Sforza comunica ai deputati e presidenti agli affari <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> <strong>di</strong> aver scritto a frate<br />

Silvesto perché si trattenga lì fino a Pasqua rosata. Sul fatto che lì sia stato venduto del sale<br />

bianco, lo attribuisce alla faccenda che non è stato portatoo sale da Genova.<br />

Nobilibus <strong>di</strong>lectissimis nostris deputatis, presidentibus negociis civitatis nostre Laude.<br />

Havimo recevuto la vostra lettera, et inteso quanto ne haveti scripto circa el facto de<br />

fra’ Silvestro, <strong>di</strong>cimo che nuy gli havemo scripto in modo che siamo certi ch’el tarderà<br />

la soa partita fin ad Pasqua rosata. Circa el facto del sale biancho ch’è comenzato a<br />

vendere lì, <strong>di</strong>cimo che havimo voluto intendere questo facto como passa, trovamo ch’el<br />

non è proceduto per altro se non perché, più dì sonno, non è stato conducto sale de<br />

Zenoa. Pur havemo or<strong>di</strong>nato in modo che lì non se venderà più quella salina, ma se<br />

venderà sale bono. Data ut supra.<br />

Persanctes.<br />

Iohannes.<br />

1814<br />

Francesco Sforza a Giovanni Stefano de Casate<br />

1453 aprile 26, Milano.<br />

Francesco Sforza avverte Giovanni Stefano de Casate, capitano della Lomellina, che quelli <strong>di</strong><br />

Sartirana, confinanti con le terre del marchese e <strong>di</strong> Guglielmo del Monferrato, havendo tenuti<br />

per mesi uomini a vigilare le rive del Po, e ciò in vantaggio <strong>di</strong> tutta la Lomellina, devono essere<br />

da tutti, per la loro quota, sostenuti per le spese fatte.

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