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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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troppo nostre persuasione, ma, segondo ne possemo acorzere, non solamente tu non<br />

sei venuto, ma neanche facto (a) venire li tuoi, et dove credevamo tu fosse in campo,<br />

tu sei a Pavia. E benché più repossatamente forse se staga là, pur saria più tuo debito<br />

a venire qua, siché te confortiamo a venire, et avisane del dì che tu te trovarai qui in<br />

campo. Ex felicibus castris nostris apud Senigham, <strong>di</strong>e xv iunii 1453.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

(a) facto in interlinea.<br />

2104<br />

Francesco Sforza a Gracino da Pescarolo e al referendario <strong>di</strong> Pavia<br />

(1453 giugno 15, apud Senigham).<br />

Francesco Sforza scrive a Gracino da Pescarolo e al referendario <strong>di</strong> Pavia e, al referendario<br />

ricorda <strong>di</strong> avergli or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> esentare Giacomo e Guglielmo degli Urbisagli, uomini d’arme.<br />

Apprende invece che lui vuole costringere i due e gli uomini <strong>di</strong> Vialso a pagare l’imbottato dei<br />

frutti raccolti per loro l’anno precedente sopra le loro possessioni. Il duca riba<strong>di</strong>sce che, non<br />

avendo pagato gli Urbisagli nel passato l’imbottato, né altri carichi, vuole che tale esenzione sia<br />

rispettata in futuro.<br />

Domino Gracino et referendario Papie.<br />

A dì xviiii de marzo scripsemo a voi, referendario che dovesti preservare exempti<br />

Iacomo et Guglielmo de Urbisagli, nostri homini d’arme, et non farli alcuna novitate<br />

contral’usato; adesso inten<strong>di</strong>amo per querella loro che voleti astrenzere li pre<strong>di</strong>cti<br />

Iacomo et Guglielmo, sive li homini de Vialso, per loro a pagare l’imbotate de fructi<br />

colecti per loro sopra le soe possessione del’anno passato MCCCCLI, nonobstante<br />

che li <strong>di</strong>cti de Urbisagli <strong>di</strong>cano non havere mai pagato nel passato. Et perché nostra<br />

intentione è che non siano pezo tractato (a) del’usato, ve comettemo et volemo che,<br />

non havendo li <strong>di</strong>cti de Urbisagli pagato nel tempo passato l’imbotato, nì altri carichi,<br />

debiati provedere che loro, nì altri per loro, siano astrecti in l’advenire al pagamento del<br />

<strong>di</strong>cto imbotate, nonobstante alcuna cosa scripta in contrario. Data ut supra.<br />

Irius.<br />

Cichus.<br />

(a) Segue che li altri depennato.<br />

2105<br />

Francesco Sforza a Giorgio Polito<br />

1453 giugno 16, “apud Senigham”.<br />

Francesco Sforza ringrazia Giorgio Polito per la notizia della scorreria dei nemici. Si <strong>di</strong>ce lui<br />

pure sorpreso della decisione del luogotenente <strong>di</strong> tirar fuori dal revellino tutti i balestrieri.<br />

Provido familiari nostro Georgio Polito.<br />

Havemo recevuto le toe littere per le quale restiamo avisati dela coreria hanno facto<br />

l’inimici, ale qual respondendo, te comen<strong>di</strong>amo del’aviso e confortiamote a fare el<br />

simile per l’avenire, acadendo altro <strong>di</strong>gno de aviso. Quanto ala parte del’acto ha facto<br />

el nostro locotenenti in tirare fora del revelino tucti li balestreri, nuy gli scrivemo quanto<br />

ne pare, perché anchora a noi non piaceno questi acti in simili tempi pieni de suspecti<br />

e periculi. Data apud Senigham, <strong>di</strong>e xvi iunii 1453.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

2106<br />

Francesco Sforza al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />

1453 giugno 16, “apud Senigam”.<br />

Francesco Sforza <strong>di</strong>ce al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> <strong>di</strong> aver gra<strong>di</strong>ta la sua reazione durante la<br />

scorreria dei nemici, tuttavia non gli tace che le informazioni avute per altra via sono <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>

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