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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Ne rencresce et dole, respondendo ala toa, che quello Antonello da Monza se deporta<br />

cossì deshonestamente come ne scrivi, et non lo volemo tollerare per modo alcuno, il<br />

perchè gli scrivimo per la ligata ch'el se debbia (a) deportare honestamente con essi<br />

homini et fare per modo che non sentiamo più querella <strong>di</strong> facti soi, perchè se ne<br />

sentiremo alcuna, certamente lo removeremo da lì. Vogli aduncha farli ancora ti<br />

questa monitione per nostra parte.<br />

Irius.<br />

Cichus.<br />

(a) debbia ripetuto.<br />

1146<br />

Francesco Sforza ad Alessandro Sforza<br />

1452 novembre 18, Gambara.<br />

Francesco Sforza scrive ad Alessandro <strong>di</strong> aver inteso quanto detto della faccenda per la quale<br />

gli ha mandato Zanino e per cui non può che aspettare una relazione su quanto ha fatto. Alla<br />

raccomandazione <strong>di</strong> non lasciare Calvisano, il duca risponde che da Gambara, ove è, ha<br />

constatato che è possibile, in tre ore, arrivare e riunire tutti i soldati.<br />

272r Domino Alexandro Sfortie.<br />

Hogi, in questo dì, havimo recivuta una tua littera de data xvi del presente, et inteso<br />

quanto scrivi dela facenda per la quale mandassemo Zanino, ne piace, restamo<br />

advisati. Non <strong>di</strong>cemo altro circa ad ciò perchè, secundo scrivi per toa littera, ala<br />

recivuta de questa haveray exequito ogni cosa, et de quanto haveray facto vogli<br />

subito, et per signale et per dupplicati messi, advisarne de tucto.<br />

Ala parte de non ne partire de Calvisano, <strong>di</strong>cemo che nuy siamo venuti qui ad<br />

Gambara et havimo tucte le nostre gente in quelle terre convicine, per modo che in tre<br />

hore possemo venire et mettere tucte le nostre gente insieme, siché nuy possemo <strong>di</strong>re<br />

essere ad Calvisano, et per tucto cum le nostre gente. Ex Gambara, xviii novembris<br />

1452.<br />

Ser Iohannes.<br />

Cichus.<br />

1147<br />

Francesco Sforza al castellano <strong>di</strong> San Colombano<br />

1452 novembre 13, “apud Calvisanum”.<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na al castellano <strong>di</strong> San Colombano <strong>di</strong> mettere un uomo sulla torre della<br />

rocca verso Lo<strong>di</strong> così che, se da là gli viene un segnale <strong>di</strong> fuoco, gli risponda con uguale<br />

segnale. La stessa cosa farà fare verso Pizzighettone e Cremona, attendendo la risposta dalla<br />

parte con cui la guar<strong>di</strong>a è in contatto. Tale guar<strong>di</strong>a ripeterà ogni notte fino a che non avrà altro<br />

in iscritto. Il tutto con la dovuta <strong>di</strong>screzione.<br />

Castellano Sancti Columbani.<br />

Volimo che domane ale xxiiii hore debbi mettere sopra la torre de quella nostra rocha<br />

uno homo, quale stia attento con continua vigilantia verso Lo<strong>di</strong>. Et facendo quello da<br />

Lo<strong>di</strong> alcuno signale de foco, luy gli responda illo instanti con simile signale de foco,<br />

quale tegna fermo tanto quanto farà quello da Lo<strong>di</strong>; et el simile signale faray fare<br />

ancora verso Pizighitone et Cremona, quali similemente se tengono fermi tanto che<br />

per quelli de Cremona et Pizighitone gli sarà resposto per simile signale. Et questa<br />

guar<strong>di</strong>a faray fare ogni sera, finchè altro te serà scripto, respondendone del<br />

recepimento de questa et del’or<strong>di</strong>ne posto circa questo. Et questo faray secretamente<br />

che niuno el sapia. Apud CaIvisanum, xiii novembris 1452.<br />

Marchus.<br />

Cichus.<br />

1148

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