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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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exequire questa nostra intentione, volemo che tu intende con messer Blaxo d’Axeretto,<br />

quale te daria a<strong>di</strong>uto per fare executione contra quello da Precipiano, et avisarai li<br />

pre<strong>di</strong>cti abbati che non facendo el dovere, veneranno ad supportare la spesa del<br />

cancellero d’essi fanti conestabili con qualche fanti, quali gli andarano ad stare a casa<br />

loro a soe spese. Data ut supra.<br />

Bonifatius.<br />

Iohannes.<br />

2207<br />

Francesco Sforza a Fiorentino da Firenze<br />

(1453 luglio 9, “apud Gay<strong>di</strong>um”).<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na al suo famigliare Fiorentino da Firenze <strong>di</strong> dare, dei denari che ha nelle<br />

mani, quattro ducati ai due navaroli che stanno nella barca presso Cerreto.<br />

Dilecto familiari nostro Florentino da Florentia.<br />

Siamo contenti et volemo che de quelli <strong>di</strong>nari che tu hay nele mane deli nostri, tu daghi<br />

quatro, cioè quatro ducati d’oro a quelli duy navaroli stanno nela barcha presso a<br />

Cerreto, segondo che te <strong>di</strong>rà messer Petro da Norsia, nostro locotenente lì. Data ut<br />

supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Franciscus Sfortia manu propria.<br />

Cichus.<br />

2208<br />

Francesco Sforza al commissario, al comune e agli uomini <strong>di</strong> Castelnuovo<br />

1453 luglio 10, “apud Gay<strong>di</strong>um”.<br />

Francesco Sforza scrive al commissario, al comune e agli uomini <strong>di</strong> Castelnuovo <strong>di</strong> aver dalle<br />

loro lettere inteso quanto succede lì e <strong>di</strong> essere assai amareggiato nell’apprendere che le cose<br />

del duca <strong>di</strong> Modena vengono tanto danneggiate dalle genti d’arme. Per provvedere ai danni e<br />

per evitarne dei futuri manda lì Gentile dalla Molara, cui devono ricorrere in ogni loro necessità.<br />

Commissario, comuni et hominibus Castrinovi.<br />

Havemo recevuto le vostre littere et inteso quanto ne scriveti, così havemo vedute le<br />

liste ne haveti mandate delli damni facti per quelle nostre gente ali homini de quella<br />

terra, alle quali respondendo, ve <strong>di</strong>cemo ne retrovamo tanto malcontenti de questo<br />

facto quanto se questi damno fossero sta(ti) facto a nuy proprii, né poriamo scrivere<br />

quanto despiacere ne habiamo havuto vedendo che le cose del’illustre segnor duca de<br />

Modena, quali volimo siano reguardate et deffese dali nostri, (a) siano danneggiate per<br />

questa via, contra ogni intentione et voluntà nostra. Pertanto nuy man<strong>di</strong>amo dellà<br />

Gentile dela Molara per providere alla satisfactione 471v delli damni passati et<br />

providere che da mò inanze non se faza damno o rencrescimento alcuno ali homini de<br />

quella terra, como è lo animo et voluntà nostra. Siché ve confortiamo ad stare de bona<br />

voglia, et in quello accadesse recorere ad Gentile pre<strong>di</strong>cto. Data in castris nostris<br />

felicibus apud Gaydum, <strong>di</strong>e x iulii 1453.<br />

Zanetus.<br />

Iohannes.<br />

(a) Segue non depennato.<br />

2209<br />

Francesco Sforza a Corrado da Fogliano<br />

(1453 luglio 10, “apud Gay<strong>di</strong>um”).<br />

Francesco Sforza avvverte il fratello Corrado <strong>di</strong> avere saputo da uno proveniente da Rivolta che<br />

per l’ingrossamento dell’Adda si sono rovinate entrambe le bastite del ponte <strong>di</strong> Rivolta, ma in<br />

particolare quella verso <strong>di</strong> qua, che è stata abbandonata dalle guar<strong>di</strong>e. Vuole che si curi delle<br />

bastite dal canto dal canto <strong>di</strong> là e, perciò, man<strong>di</strong> <strong>di</strong> là il galeone armato e le barbotte e procuri

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