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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Venerabili amico nostro carissimo domino Antonio de Pistorio (a) Laude.<br />

Havemo recevuto le vostre littere, date xvi presentis, per le quale restiamo avisati dele<br />

cose se fanno là, et cetera. E benché non habiamo niente de novo da voi, pur ve ne<br />

comen<strong>di</strong>amo e rengratiamo assai, confortandove a far el simile per l’avenire quando ve<br />

accaderà cosa degna de aviso. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Iohannes.<br />

(a) Segue de depennato.<br />

2140<br />

Francesco Sforza al vescovo <strong>di</strong> Pavia<br />

(1453 giugno 21, “apud Senigham”).<br />

Francesco Sforza chiedeal vescovo <strong>di</strong> Pavia che intervenga perché un ragazzo fuggito da<br />

Michelazzo da Bologna e riparato presso un prete a Brevi, faccia ritorno dall’uomo d’arme.<br />

454r Reverendo domino episcopo Papiensi.<br />

Essendose questi dì passati fugito uno regazo ad Michaelazo da Bologna, nostro homo<br />

d’arme, et havendo nuy factelo inquirire perché in questi tempo ne ha tropo bisogno,<br />

finalmente se retrova apresso uno prete a Brevi, como serà la reverenda vostra<br />

paternità informata dal presente portatore. Pertanto, parendone più honesto che vuy<br />

gelo faciati restituire che altro officiale seculare, ve confortiamo et caricamo quanto più<br />

possemo a fargelo restituire. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

2141<br />

Francesco Sforza a Gerardo de Alzate<br />

(1453 giugno 21, “apud Senigham”).<br />

Francesco Sforza comunica a Gerardo de Alzate, podestà <strong>di</strong> Bocca d’Adda, che per le<br />

incessanti lamentele che riceve sul conto suo e <strong>di</strong> suo figlio ha deciso <strong>di</strong> rimuoverlo da<br />

quell’ufficio, cui ha destinato Giovanni de Paolo da Fabriano.<br />

Girardo de Alzate, potestati Buce Abdue.<br />

Le continue lamente havemo havuti da quelli homini de ti et de tuo figliolo, quali<br />

havemo supportate uno grande tempo, aspectando pur ve dovessevo ti et tuo figliolo<br />

reprimere et portarve in tale forma che non havessemo più lamente <strong>di</strong> facti vostri, che<br />

mai non haveti voluto fare, ance ogni dì sonno multiplicati più le lamente deli facti<br />

vostri, el che a nuy è rencresciuto, perché a nuy seria stato grato havesse exercitato<br />

quello officio con tali deportamenti che li homini non havesseno havuto casone de<br />

lamentarse de facti vostri, ne hanno mossi a levarte et removere de quello offitio. Et<br />

cossì, per questa, te certificamo che te havemo mosso et casso da quello offitio et gli<br />

havemo deputato Iohanne de Paulo da Fabriano, siché volimo che gli assigni la<br />

possessione d’esso officio, et al facto tuo prevederemo per altra via, in modo haverai<br />

restare contento. Data ut sopra.<br />

Marcus.<br />

Cichus.<br />

2142<br />

Francesco Sforza al fratello Corrado da Fogliano, condottiero ducale<br />

(1453 giugno 21, “apud Senigham”).<br />

Francesco Sforza fa sapere al fratello Corrado da Fogliano, condottiero ducale, che, avuta<br />

notizia del ricorso fatto a Sceva per poter realizzare il cre<strong>di</strong>to che vanta da Pietro Luigi<br />

Bonosone, gli comunica che, assecondando la sua richiesta, gli ha scritto pure lui in tal senso.

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