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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Francesco Sforza a Pietro da Norcia<br />

1452 maggio 20, Lo<strong>di</strong> Vecchio.<br />

Francesco Sforza, inteso quanto da Pietro da Norcia, luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>, ha scritto sul carico<br />

delle lance, vuole che Merigo <strong>di</strong>sponga per il trasporto nella rocca <strong>di</strong> Pizzighettone,<br />

consegnandole solo a chi sarà in<strong>di</strong>cato dal duca, o condottiero o squadriero <strong>di</strong> qua dall’Adda,<br />

come pure cinquanta lance a Giovanni Caimo per i provisionati. Si faccia dare una lista dei<br />

carrettieri che saranno scortati fino a Castiglione da una squadra <strong>di</strong> Bartolomeo del Meno. Si<br />

lascino a Lo<strong>di</strong> quattrocento lance da cavallo e trecento da piede.<br />

143r Domino Petro de Nursia, locuntenenti Laude, et Iohanni Merige de Cottignola.<br />

Havemo inteso quanto ne haveti scripto del facto delle lance, quale haveti facto caricare,<br />

et cetera; <strong>di</strong>cemo che molto ne piace. De che <strong>di</strong>cemo che ti, Zohanne Merigo, vogli<br />

subito a(r)marte con le <strong>di</strong>cte et farle conduere ad Pizigitone et li ad Pizighitone farale<br />

scarcare et mettere dentro della rocha et resteray lì con le <strong>di</strong>cte lance et non ne daray ad<br />

nissuno se non ad quelli che scriveremo nuy che siano date, salvo se’I fusse alcuno<br />

conductiero o squadrero de quelli sonno de qua d'Adda che non havesse lance, semo<br />

contenti gli le daghi; et similiter volemo che daghi lance cinquanta ad Zohanne Caymo<br />

perchè le daghi ad quelli provisionati nostri, et volemo che te fazi dare una lista delli<br />

caratori de quello doveranno havere della conducitura la quale ne manderay per li <strong>di</strong>cti<br />

caratori et nuy li farimo pagare qua. Ma perchè <strong>di</strong>cti caratori non (a) recevessino danno<br />

volemo che messer Pero et ti pigliati la squadra delli provisionati de Bartholomio del<br />

Meno et fati che acompagnino <strong>di</strong>cti caratori da Lo<strong>di</strong> per fino ad Castiglione. Et cussi, nel<br />

ritornare loro, ve<strong>di</strong> che qualchi homini d'arme li fazino compagnia da Castiglione per fino<br />

appresso Lo<strong>di</strong>. Et volimo che, inanti te parti da Lo<strong>di</strong> con le <strong>di</strong>cte lance per andare con<br />

loro ad Pizighitone, che lassi li ad Lo<strong>di</strong> quatrocento lance da cavalo et tricento da pie<strong>di</strong> et<br />

advisane poy de quanto haveray seguito. In Laude Veteri, xx maii 1452.<br />

Ser Iohannes.<br />

Signata Iohannes.<br />

(a) Segue recesseno depennato.<br />

633<br />

Francesco Sforza a Bartolomeo Corrigia<br />

1452 maggio 25, Lo<strong>di</strong>.<br />

Francesco Sforza scrive a Bartolomeo Corrigia, referendario <strong>di</strong> Pavia, e a Gracino da Pescarolo,<br />

referendario generale a Pavia, <strong>di</strong> avere inteso le notizie <strong>di</strong> quanto accaduto tra i dazieri e il<br />

conestabile della Porta <strong>di</strong> Santa Maria in Pertica. Non potendo, per non recare danno alle intrate,<br />

<strong>di</strong>sarmare tutti i dazieri, se ne armino da otto a <strong>di</strong>eci dei migliori.<br />

Domino Bartholomeo Corrigie, refferendario Papie, et Gracino de Piscarolo generali<br />

ibidem refferendario.<br />

Havimo recevuto la vostra lettera, et inteso quanto ne haviti scripto de quello excesso<br />

che è stato commesso là fra lo connestabile de porta Sancta Maria im Perticha et quelli<br />

datiari. Dicemo che questo ne rencresce et duole assay perchè non ne pare che<br />

deponendo ogni le arme tucti li altri, che essi datiari debiano portarle per li inconvenienti<br />

che tuto dì ne seguano, come vedeti. Volimo che possendosse fare <strong>di</strong>manco che li<br />

pre<strong>di</strong>ti datiari non portino arme et, in caso che altro non si possa fare per non fare danno<br />

alle intrate nostre, siamo contenti et volemo che habiati cinque, fin octo o deci datiari,<br />

quali parerano ad vuy che non siano scandelosi, li quali, quando el fusse bisogno,<br />

portino le arme, ma gli or<strong>di</strong>nareti che sotto pena <strong>di</strong>la forca non sia niuno de loro che se<br />

mova ad fare acto alcuno, ma vedati che li <strong>di</strong>cti da portare arme siano in manco meno<br />

che sia possibile 143v et provedati in modo che non habia ad seguire scandalo nè<br />

inconveniente alcuno. Nuy sopra ciò scrivimo in opportuna forma al podestà con lo<br />

quale, perchè vedeti l'homo che è, vogliati deportarve più humanamente che posseti.<br />

Data Laude, xxv maii 1452.<br />

Cichus.

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