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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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1453 maggio <strong>12</strong>, Milano.<br />

Francesco Sforza informa il luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> delle lamentele dei dazieri della notaria della<br />

banca del podestà <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> per la <strong>di</strong>sponibilità data dal suo cancelliere a riscuotere i denari dei<br />

bollettini fatti a quelli che dalla città trasportano nel vescovato biada, privando così i dazieri <strong>di</strong><br />

quanto loro spetta. Anche se per nuove lettere del Regolatore e dei Maestri delle entrate si<br />

riba<strong>di</strong>sce che la Camera ducale non deve per ciò “alcuno ristoro”, si precisa che in futuro la<br />

Camera ducale non percepisca denari. Pertanto si comanda che le dette lettere siano osservate<br />

e in avvenire qualsiasi somma così riscossa, sarà data ai dazieri.<br />

Locuntenenti nostro Laude.<br />

Per la lamenta ne hanno facto li daciarii <strong>di</strong>la notaria dela bancha del potestade de<br />

quella nostra cità del’anno presente, habiamo inteso lo cancellero vostro essere<br />

omnino <strong>di</strong>sposito de rescodere li <strong>di</strong>nari deli boletini se fanno ad quelli conducano fora<br />

d’essa citade in el ve<br />

covado alcuna quantità de biava, quali per la forma del’incanto e pacti del <strong>di</strong>cto datio<br />

specteno ad essi daciarii, et in questo mò lo privati del debito suo, nonobstante che per<br />

li Regulatori et Maestri dele intrate, per repplicare sue lettere, ve sia scritto in<br />

opportuna forma ad ciò che per questo non bisogni la Camera nostra li facia alcuno<br />

ristoro, quali bisognaria li fossi facto, et in lo advenire la Camera nostra non haverà uno<br />

solo <strong>di</strong>naro, riscodendo <strong>di</strong>cto vostro cancellero li <strong>di</strong>nari gli spectano, como fa, dela qual<br />

cosa assai ne maravigliamo. Perhò nostra intentione è che in quello concerne la<br />

conservatione et utilità dele intrate nostre, sia observato quello è or<strong>di</strong>nato per li<br />

prenominati Regulatori et Maestri, et tanto più se dolemo, quanto demostrano più voi<br />

procurare lo augumento dele pre<strong>di</strong>cte nostre intrate et non la <strong>di</strong>minutione et<br />

manchamento. Il perché volemo, et cossì ve coman<strong>di</strong>amo che le pre<strong>di</strong>cte lettere como<br />

iaceno, debiate, remosta ogni <strong>di</strong>fficultà, exequire et observare, et ogni quantità de<br />

<strong>di</strong>nari habiati rescossi per questa casone, subito gli debiati far dare ali prenominati<br />

daciarii ad ciò non habiano più iusta (a) casone de dolerse, né per questo ne sentiamo<br />

più lamenta, né anchora bisognia la prelibata nostra Camera gli faza ristoro, como<br />

bisognaria facesse, non essendo cossì 4<strong>12</strong>r facto, avisandove che se altramente fareti,<br />

gli facemo nuy quella provisione che serà expe<strong>di</strong>ente et necessaria, rescrivendone<br />

subito dela receputa de questa. Me<strong>di</strong>olani, xii maii 1453.<br />

Antonius.<br />

Bartholomeus.<br />

Christoforus.<br />

Cichus.<br />

(a) iusta in interlinea.<br />

1942<br />

Francesco Sforza a Martino de Tressino e a Fiorentino de Florentia<br />

1453 maggio 16, Milano.<br />

Francesco Sforza vuole che Martino de Tressino e Fiorentino, famigli ducali, gli <strong>di</strong>cano il<br />

quantitativo <strong>di</strong> fieno segato per lui e quanto è stato portato a casa e li invita a farne fare quanto<br />

più possono.<br />

Nobili(bus) ac provi<strong>di</strong>s viris Martino de Tressino et Florentino, familiaribus nostris<br />

<strong>di</strong>lectis.<br />

Volemo et ve commettemo che, ala receputa de questa, ne debiate avisare quanto<br />

feno hareti fina al presente facto segare per noi e quanto n’haveti facto condure a<br />

casa, caricandove quanto più possemo che non perdati tempo a farve far fare più<br />

quantità possiti. Me<strong>di</strong>olani, xvi maii 1453.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

1943<br />

Francesco Sforza ai marchesi <strong>di</strong> Varzi<br />

1453 maggio 16, Milano.

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