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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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meravigliati et ne è recressciuto de tal parole ha usate esso conte Lodovico. Et perchè<br />

cusì l'intenda luy, l'havemo mandata la copia dela lettera vostra et scriptoli in tal forma<br />

che cognoscerà molto bene havere facto male et così ne sia recresciuta, et non<br />

dubitamo per l'advenire non se lassarà incorrere in simile deshonestate; et s'el<br />

dovesse o mandasse ad <strong>di</strong>rne altro che, non cre<strong>di</strong>amo, non ve curate de soe parole<br />

perchè non bisogna che habiate dubio alcuno deli facti soi, et avisatene de tucto<br />

quello seguirà in questo <strong>di</strong>cto conte Lodovico. Apud Calvisanum, <strong>di</strong>e quarto novembris<br />

MCCCCLII.<br />

Marcus.<br />

Iohannes.<br />

1102<br />

Francesco Sforza ad Alessandro Sforza<br />

1452 novembre 2, “apud Calvisanum”.<br />

Francesco Sforza informa il fratello Alessandro delle lagnanze dei dazieri delle entrate delle<br />

porte citta<strong>di</strong>ne per il danno arrecato <strong>di</strong> cui chiedono il risarcimento. Gli or<strong>di</strong>na che, d’intesa con<br />

i Maestri delle entrate, faccia fare un censimento delle biade e dei vini che si trovano nelle case<br />

ove alloggiano i soldati; tali <strong>di</strong>sposizioni sono date anche al locale luogotenente.<br />

264r Domino Alexandro.<br />

Tu say quanta lamenta ne hano facto li datiari del’intrate dele porte de quella nostra<br />

cità del torto che gli è facto, et ne hanno domandato che gli faciamo restoro, la qual<br />

cosa retorna in nostro gran damno. Pertanto volimo che, intendendoti cum li nostri<br />

Maestri del’intrate, prove<strong>di</strong> de far fare le descriptione de tute biave et vini che se<br />

retrovano in le case deli soldati che allogiano in quella nostra cità, et questa<br />

descriptione fa che sia facta <strong>di</strong>ligentemente et non sia guardato ad uno più che ad un<br />

altro. Et sopra de ciò scrivimo ancora al nostro locotenente de Lo<strong>di</strong>. Apud Calvisanum,<br />

ii novembris 1452.<br />

Persanctes.<br />

Cichus.<br />

1103<br />

Francesco Sforza al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />

(1452 novembre 2, “apud Calvisanum”).<br />

Francesco Sforza scrive al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> dello scontento dei dazieri delle entrate delle<br />

porte citta<strong>di</strong>ne per i beni introdotti in città dai soldati. Oltre al risarcimento richiesto, vuole che si<br />

accor<strong>di</strong> con suo fratello per il censimento <strong>di</strong> biade e vini che si trovano nelle case ove abitano i<br />

soldati.<br />

Locuntenenti Laude.<br />

Vuy doveti sapere quanta lamenta ne hanno facta li datiari del’intrate dele porte de<br />

quella nostra cità, del torto che gli è facto per le cose che hano conducte dentro della<br />

terra quelli nostri soldati, et ne hano domandato che gli faciamo restoro, la qual cosa<br />

retornaria in nostro gran damno. Pertanto volimo che, intendendovi cum Alexandro,<br />

nostro fratello, et cum li nostri Maestri del’intrate, provedati de fare la descriptione de<br />

tute biave et vini che se retrovano in le case de soldati che allogiano lì. Et questa<br />

descriptione fati che sia facta <strong>di</strong>ligentemente et che non sia guardato ad uno più che<br />

ad un altro, ma ogniuno sia menato equalmente como è la nostra intentione. Data ut<br />

supra.<br />

Persanctes.<br />

Cichus.<br />

1104<br />

Francesco Sforza a Nicola de Palude<br />

1452 novembre 5, “apud Calvisanum”.

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