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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Cichus.<br />

1410<br />

Francesco Sforza a Petrino della Somaglia<br />

1453 gennaio 23, Milano.<br />

Francesco Sforza comanda a Petrino della Somaglia <strong>di</strong> versare a Dionigi Biglia la somma data<br />

per la sua segurtà. Se non lo facesse, sarà tenuto a procedere giu<strong>di</strong>zialmente.<br />

Domino Petrino dela Somalia.<br />

È stato un'altra volta Dionisio Biglia da nuy ad lamentarse de vuy per quella segurtà<br />

fece per vuy. Pertanto ve <strong>di</strong>cemo che vogliate venire qui ad accordare et contentare<br />

<strong>di</strong>cto Dionisio in modo non ne habia casone fare querella per questo facto; altramente,<br />

facendone instantia, non poriamo che non gli lassiamo provedere, secondo la rasone<br />

vorrà. Me<strong>di</strong>olani, xxiii ianuarii 1453.<br />

Cichus.<br />

1411<br />

Francesco Sforza a Gracino Bracco<br />

1453 gennaio 29, Milano.<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na a Gracino Bracco, ufficiale delle munizioni <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>, che arrivate le due<br />

spingarde <strong>di</strong> Cerreto, le man<strong>di</strong> a Milano con le due che ha lì con i loro fornimenti, come già detto<br />

da Bartolomeo da Cremona. Man<strong>di</strong> pure la spingarda rotta, per aggiustarla.<br />

316v Gracino Bracho, officiali munitionum Laude.<br />

Volimo che subito che siano conducte lì quelle due spingarde da Cerreto, tu gli debii<br />

(a) mandare qua con quelle altre due che tu hay lì et cum li soy fornimenti, balete et<br />

forme, como te debbe havere informato Bartholomeo da Cremona. Volimo insuper che<br />

tu man<strong>di</strong> la spingarda rotta perché la volimo far rezitare. Me<strong>di</strong>olani, xxviiii ianuarii 1453.<br />

Ser Iacobus.<br />

Iohannes.<br />

(a) Segue dare depennato.<br />

14<strong>12</strong><br />

Francesco Sforza a Marcoleone da Nogarolo<br />

(1453 gennaio 29, Milano).<br />

Francesco Sforza <strong>di</strong>ce a Marcoleone da Nogarolo <strong>di</strong> non accettare i <strong>di</strong>eci ducati che il<br />

guastatore, da lui detenuto, è <strong>di</strong>sposto a offrire per darli a Giovanni Gariboldo per comprare<br />

calcina e pagare i guastatori, perché darebbe a lui la possibilità <strong>di</strong> lamentarsi d’essere derubato<br />

e non per castigo. Vuole che il detenuto invece trovi due guastatori a sue spese per il tempo del<br />

suo servizio. E così si faccia con quelli che scappano.<br />

Marcoleoni de Nugarolo.<br />

Inteso quanto tu ne scrivi de quello guastatore, quale hay nelle mano destenuto perché<br />

era fugito, vole pagare dece ducati quali, siando nuy contenti, gli torray et gli daray ad<br />

Iohanne Gariboldo per comprare calcina et pagare li guastatori. Respondemo che non<br />

volimo togli <strong>di</strong>cti denari dal <strong>di</strong>cto poverhomo, perché togliendoli se porria poy lamentare<br />

che fusse straziato et robbato, et parene che facessimo questo per li denari et non per<br />

castigarlo. Ma ad ciò sia exempio ad altri de non fugirsene, volimo che faci che luy trovi<br />

doy guastatori ale soe spese che servino per quello tempo doveva servire luy. Et lo<br />

simile faray ad quelli se ne fugiranno, perché cossì facendo ogniuno se guarderà de<br />

fare fuga, et parerà faciamo questo non per denari, ma per punirli del fallo et<br />

desobe<strong>di</strong>entia loro. Data ut supra.<br />

Marcus.<br />

Iohannes.

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