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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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384<br />

Francesco Sforza al capitano <strong>di</strong> Casteggio<br />

1452 aprile 2, Milano.<br />

Francesco Sforza vuole che il capitano <strong>di</strong> Casteggio indaghi sul motivo delle percosse subite da<br />

Francesco e Niccolò, fratelli da Verona e del ferimento <strong>di</strong> due loro garzoni da alcuni uomini <strong>di</strong><br />

Bromno. Se colpevoli, li punisca e i fratelli siano trattati bene come si fa con la gente d’arme.<br />

Capitano Chiastigii.<br />

Carissime noster, Francisco et Nicolò Motagnia, fratelli da Verona et nostri famigli, se<br />

lamentano che certi homeni de Bromno, cinque o sei, hanno battuti et feriti dui suoi<br />

garzoni, che ne despiace assai. Però volemo debbi intervenire et cercare questo facto<br />

donde è proceduto et per <strong>di</strong>fecto de chi. Et essendo colpa e <strong>di</strong>fecto de quelli homeni,<br />

ne farai demonstratione et punitione siché non se usano far cusì; et, oltra ciò volemo<br />

acquesti sia resposto de quanto gle havemo or<strong>di</strong>nato et sianno ben tractati et<br />

altramente che non se fa alle gente d'arme. Me<strong>di</strong>olani, ii aprilis 1452.<br />

Fazinus.<br />

Cichus.<br />

385<br />

Francesco Sforza al podestà <strong>di</strong> Pan<strong>di</strong>no<br />

1452 aprile 2, Milano.<br />

Francesco Sforza vuole che a richiesta <strong>di</strong> Corra<strong>di</strong>no Buttigella il podestà <strong>di</strong> Pan<strong>di</strong>no rilasci i suoi<br />

famigli che detiene.<br />

Potestati Pan<strong>di</strong>ni.<br />

Havendo tu preso et sostenuti li famigli de Cora<strong>di</strong>no Butigella, como te scripsimo, tu<br />

hay facto bene et te ne commen<strong>di</strong>amo; ma volimo, et per la presente te commettimo<br />

che ad ogni istantia et requisitione d'esso Corra<strong>di</strong>no tu gli debbi relassare. Me<strong>di</strong>olani, ii<br />

aprilis 1452.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

386<br />

Francesco Sforza a Gracino de Pescarolo<br />

1452 marzo 28, Milano.<br />

Francesco Sforza sollecita Gracino de Pescarolo, referendario <strong>di</strong> Pavia, e il tesoriere locale<br />

l’invio dei denari per gli stipen<strong>di</strong> <strong>di</strong> due mesi dei salariati della città. Se avessero pagato il salario<br />

<strong>di</strong> febbraio, trattengano quello <strong>di</strong> aprile, il cui importo deve essere trasmesso entro il <strong>di</strong>eci del<br />

mese. Or<strong>di</strong>na poi al tesoriere <strong>di</strong> inviare i denari che i capitani hanno messo a <strong>di</strong>sposizione.<br />

85v Domino referendario Papie, Gracino de Piscarolo, et thesaurario (a) ibidem.<br />

Come per replicate nostre vi havimo scripto, anchora per questa vi replicamo et<br />

comman<strong>di</strong>amo strectissimamente che subito, recevuta la presente, ne debiati mandare<br />

per messo proprio li denari de salariati in quella città dala Camera nostra de salarii loro<br />

de doi mesi et se’l c’è officiale né salariato veruno che habia havuto el salario de<br />

febraro, volimo gli retegnate quello d’aprile, et sia chi se voglia, s’el fusse bene nostro<br />

figliolo. Ulterius perché li capitani del destrecto de quella nostra (città) hano mandato<br />

da noi de strenzere le communi d’esso destricto ad pagare de presente et sbursare ad<br />

te, thesaurero, el salario de doi mesi de loro potestati, similiter ve <strong>di</strong>cemo et volimo che<br />

subito, recevuti essi denari, li man<strong>di</strong>ati qui da noy; et in questo mectite ogni vostro<br />

stu<strong>di</strong>o et <strong>di</strong>ligentia si havite cara la grazia nostra et si mai desiderati farne cosa grata,<br />

perché possiamo aiutarse d’essi denari in questi nostri strectissimi et importantissimi<br />

bisogni. Et lo salario che retenirete in aprile ad quelli hano havuto el salario de febraro,

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