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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Iohannes.<br />

1906<br />

Francesco Sforza al podestà <strong>di</strong> Pontecurone<br />

1453 maggio 10, Milano.<br />

Francesco Sforza vuole che il podestà <strong>di</strong> Pontecurone ammonisca le genti d’arme lì sistemate<br />

perché si astengano dal recar danni alla popolazione locale, perché interverrà con punizioni <strong>di</strong><br />

cui se ne parlerà in tutta la Lombar<strong>di</strong>a.<br />

404r Potestati Pontiscuroni, nostro <strong>di</strong>lecto.<br />

Li homini da Castelnovo Terdonese hanno mandato qui da nuy gravandose che per<br />

quelle nostre gente logiano lì gli sonno tagliati le biave, facte mille rencrescimenti et<br />

danni; de che ne maravigliamo. Pertanto volemo debbe or<strong>di</strong>nare et comandare ad tute<br />

le gente nostre logiano lì, se hanno cara la gratia nostra, non fazano danno alchuno ali<br />

<strong>di</strong>cti homini de Castelnovo, certificandole che del primo abiamo lamenta, ne faremo<br />

tale punitione sarrà exempio ad tucta Lombar<strong>di</strong>a. Me<strong>di</strong>olani, <strong>di</strong>e x maii 1453.<br />

Zanetus.<br />

Iohannes.<br />

1907<br />

Francesco Sforza al podestà <strong>di</strong> Salle<br />

1453 maggio 11, Milano<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na al podestà <strong>di</strong> Sale <strong>di</strong> provvedere perché i militari lì stanziati smettano<br />

<strong>di</strong> danneggiare gli uomini <strong>di</strong> Castelnuovo Tortonese per abusi patiti dalle soldataglie.<br />

Prudenti viro potestati Sallarum, nostro <strong>di</strong>lecto.<br />

Li homini da Castelnovo Terdonese hanno mandato qui da nuy ad dolerse che per le<br />

gente logiano in quella nostra terra, gli sonno tagliate le biave et le erbe et factole altri<br />

danni; de che ne maravigliamo. Pertanto volimo che, havuta questa, debbi comandare<br />

ad tucte quelle nostre gente, se hanno cara la gratia nostra, non gli fazano danno né<br />

rencrescimento alcuno, ma se porteno con loro benissimo per modo non ne habiamo<br />

lamenta, certificandoli che del primo habiamo lamenta ne faremo tal punitione parerà<br />

ne sia rencresciuto. Me<strong>di</strong>olani, xi maii 1453.<br />

Zanetus.<br />

Iohannes.<br />

1908<br />

Francesco Sforza a Giovanni Antonio e ad Azino da Sartirana<br />

(1453 maggio 11, Milano).<br />

Francesco Sforza vuole che quello <strong>di</strong> loro due, Giovanni Antonio e Azino da Sartirana, che<br />

aveva promesso al famiglio Sasso i trenta ducati che doveva avere da Giovanni da Cremona, li<br />

<strong>di</strong>a a Giovanni Gabriele o a un suo messo in possesso della presente lettera.<br />

Dilectis nostris Iohanni Antonio Torto et Azino de Sartirana.<br />

Volimo che quale se sia de voi che haveva promiso ad Sasso, nostro famiglio, ducati<br />

xxx per Giovane da Cremona, quali esso Sasso doveva havere da esso Giovane, gli<br />

<strong>di</strong>a ad Iohanne Gabriele, nostro camerero, ducati xxx, overo ad qualuncha messo<br />

manderà <strong>di</strong>cto Iohanne Gabrielo cum questa nostra littera. Et in questo non<br />

intervengha fallo, perché nostra intentione è che gli habia. Me<strong>di</strong>olani, <strong>di</strong>e suprascripto.<br />

Marcus.<br />

Cichus.<br />

1909<br />

Francesco Sforza a Giovanni Stefano de Casate<br />

1453 maggio 11, Milano

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