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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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<strong>di</strong>ce ancora ch’el vostro vicario ha <strong>di</strong>cto che non seria da dare fede ale nostre littere:<br />

dele qualcose ne siamo grandemente meravigliati, sì perché voy non haveti exequito et<br />

obe<strong>di</strong>to quanto in le altre nostre lettere se conteneva, como etian<strong>di</strong>o in volere che <strong>di</strong>cto<br />

Antonio ve daga <strong>di</strong>cta securitate, et dele parole ha havute ad <strong>di</strong>re <strong>di</strong>cto vostro vicario.<br />

Et respondendo in brevi ve <strong>di</strong>cemo et comman<strong>di</strong>amo expressamente che, per quanto<br />

haveti cara la gratia nostra, debiate, visis presentibus, remossa ogni casone et<br />

contra<strong>di</strong>ctione, fare consignare et dare <strong>di</strong>cto regazo al <strong>di</strong>cto Antonio, et che per tal cosa<br />

non habiamo casone de replicarve più lettere nostre né haverne più te<strong>di</strong>o, et vogliati<br />

advisarne la casone perché non haveti exequito quanto in le altre nostre lettere se<br />

contene, facendo pur, como <strong>di</strong>cemo de sopra, omnino fare restituire et consignare<br />

<strong>di</strong>cto regazo ad esso Antonio ad ciò che possa retornare ale soe stantie et ale frontiere<br />

deli inimici. Et che non staghi là ad perdere tempo.<br />

Me<strong>di</strong>olani, primo martii 1453.<br />

Iohanninus.<br />

Iohannes.<br />

1556<br />

Francesco Sforza scrive al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />

1453 febbraio 22, Milano.<br />

Francesco Sforza scrive al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> sulla proposta dei dazieri che, nel caso si<br />

ottenesse il salvacondotto per navigare l’Adda trasportando mercanzie, pensano <strong>di</strong> poter fare<br />

da scorta con “li retroguar<strong>di</strong>”, a con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> essere pagati dagli stessi dazieri. Al luogotenente<br />

il compito <strong>di</strong> prospettare ai dazieri che usino il denaro dato dal duca perché i retroguar<strong>di</strong><br />

facciano le scorte.<br />

341r Locumtenenti Laude.<br />

Havimo recevuta vostra littera et inteso quanto scrivete de li datiari che voriano, caso<br />

che se potesse obtenere salvoconducto da Crema, de potere navigare Adda et<br />

condurse dele mercantie, che volessimo far fare da scorta a le mercantie che<br />

potesseno venire suso cum li redeguar<strong>di</strong>; et <strong>di</strong>cemo che nuy gli faressimo ogni<br />

acconcio che potessimo ali datierii, ma non possemo, per multe spese havimo, darli li<br />

redeguar<strong>di</strong>, quali havimo facti fornire cum li denari nostri, sichè pare iusta cosa che se<br />

loro voglino havere il beneficio deli redeguar<strong>di</strong>, che loro li tengano pagati et faciano la<br />

spesa, perché nuy havimo con li nostri denari facto mettere in or<strong>di</strong>ne detti redeguar<strong>di</strong>.<br />

Per la qualcosa poteti, como da vuy, <strong>di</strong>rli che butano fuora lo <strong>di</strong>naro che havemo<br />

pagato nuy ad farli mettere in or<strong>di</strong>ne, et che <strong>di</strong>cti redeguar<strong>di</strong> li poranno usare et faranno<br />

fare quelle scorte che voranno, porgendo questo, como da vuy per quello bono modo<br />

che ve parerà. Me<strong>di</strong>olani, xxii februarii 1453.<br />

Ser Iohannes.<br />

Cichus.<br />

1557<br />

Francesco Sforza al referendario <strong>di</strong> Pavia e Gracino da Pescarolo<br />

1453 marzo 1, Milano.<br />

Francesco Sforza vuole che il referendario <strong>di</strong> Pavia e Gracino da Pescarolo intervengano<br />

presso la comunità e i dazieri del luogo per preservare il cero dal contribuire all’ad<strong>di</strong>zionale dei<br />

dazi, contro l’usato ostacolando la raccolta <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> con cui detto clero concorre per gli attuali<br />

bisogni.<br />

Referendario Papie et Gracino de Piscarolo.<br />

Perché quelli del chiericato de quella nostra cità dubitano che non siano astrecti ad<br />

pagare per le ad<strong>di</strong>tione che sonno facte ad li datii lì, la qualcosa saria contra lo usato et<br />

contra la honestà et daria <strong>di</strong>sturbo et impazo ad ritrare deli denari <strong>di</strong> quali ne<br />

subvieneno ad questi nostri presenti bisogni, volemo che prove<strong>di</strong>ate cum quella nostra<br />

comunità et datieri, confortandoli et carricandoli per nostra parte quanto ve sia<br />

possibile che voglino preservare el <strong>di</strong>cto chiericato da queste ad<strong>di</strong>tione et non innovarli

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