Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

Ala parte del salvoconducto del podestà de Pandino per mandare a torre la sua molie,
l'havimo facto fare et mandiamolo per li vostri ambaxiatori presenti portatori.
Al'altre parte del’ambasate a noy facte in vostro nome per essi ambaxatori, dicimo
cussì: che siando nuy, Deo dante, in brevi per venire lì, provederimo a tuto in modo et
forma che quella nostra comunità conoscerà che l'havimo carissima. Per li cativi tempi
pluviosi et per le grande nostre occupatione non havimo possuto dare più celere
expeditione a dicti vostri ambaxatori. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.
1130
Francesco Sforza a Gracino da Pescarolo
1452 novembre 13, “apud Calvisanum”.
Francesco Sforza ordina a Gracino da Pescarolo di dirgli dell’arrivo dei cedri da Genova,
mandati da Gianantonio Simonetta, nipote del segretario ducale Angelo, in modo da sapere
dove destinarli.
Gracino de Piscarolo.
Havimo scripto ad Zenoa ad Iohanniantonio Simonetta, nepote de Angelo nostro
secretario, che ne mandi una somma de cedri li quali manderà in toe mano. Volemo
adonqua, como siano gionti, ne advisi subito perchè te avisarimo dove li doveray
mandare.Apud Calvisanum, xiii novembris 1452.
Zannetus.
Cichus.
1131
Francesco Sforza al podestà di Stradella
(1452 novembre 13, “apud Calvisanum”).
Francesco Sforza ordina al podestà di Stradella di non permettere che Giovanni Giacomo da
Stradella possa lasciare il borgo se prima non darà garanzia con Stefano Sico da cui è fuggito.
Potestati Stratelle.
Ne ha facto significare cum grave querella el strenuo Stefano Sicho che Iohanne
Iacomo dala Stratella è fugito da luy assay tristamente et domandane gli faciamo fare
rasone, como vole la honestà et bona usanza del soldo. Pertanto volimo che tu
provedi, cum quello meliore modo te parirà, che dicto Iohanne Iacomo non se possa
partire de quella terra se prima non darà segurtà de stare a ragione cum dicto Stefano,
provedendo che, mediante la ragione, o per una via, o per un'altra esso Steffano habia
el dovere suo. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.
1132
Francesco Sforza a Paolo Basadoni
1452 novembre 13, “apud Calvisanum”.
Francesco Sforza sollecita Paolo Basadoni, studente, a laurearsi prima di gennaio avendolo
scelto, per compiacere il doge di Genova, a vicario del futuro podestà di Pavia, Donato Manni a
gennaio. Come gli è noto, il requisito per il vicariato è il dottorato.
269v Egregio et sapienti legum scolari domino Paulo de Basadonis, carissimo nostro.
Perchè ad complacentia del’illustre signore misser lo duxe de Zenoa havimo scripto,
como credimo debiati sapere, ad lo spectabile Donato Manni, citadino florentino,
nostro futuro potestate de Pavia, che ve accepti con luy per suo vicario, et cossì non
dubitamo ve accepterà, et perchè intendimo non seti ancora dotorato, ve confortiamo
ad spazarve et farve doctorare, perchè l'officio incomenza in calende de zenaro