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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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(1453 giugno 13, “apud Senigham”).<br />

Inteso quanto scrive al suo segretario Cicco, Francesco Sforza scrive al referendario <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />

esprimendo il dubbio che i Maestri delle entrate potrebbero non gra<strong>di</strong>re che egli faccia al locale<br />

luogotenente la commissione cui accenna. Ritiene, quin<strong>di</strong>, opportuno che ne parli con detti<br />

Maestri, o andando lui stesso da loro, o mandando uno dei suoi a informarli.<br />

443v Referendario Laude.<br />

Havemo inteso quanto haviti scripto a Cicho, nostro secretario, circha el restauro, et<br />

cetera. Dicimo che, facendo la comissione dela qual scriviti al nostro locotenenti lì, se<br />

potriano dolere et agravare li Maystri de I’intrate nostre, quali hanno manazata la cosa.<br />

Per la qual cosa a noi pare meglio et volemo che voi ve inten<strong>di</strong>ati sopra ciò con li<br />

prefati (a) Maystri et, aut andarli voi medesmo, aut mandarli uno de vostri ad informarli<br />

dela cosa e redurla a quello megliore termine se potte. Del’altri vostri avisi, ve<br />

coman<strong>di</strong>amo et confortiamo a fare el simile accadendo altro. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

(a) prefati in interlinea.<br />

2095<br />

Francesco Sforza al lo<strong>di</strong>giano Giovanni Garimbol<strong>di</strong><br />

(1453 giugno 13, “apud Senigham”).<br />

Francesco Sforza conferma al lo<strong>di</strong>giano Giovanni Garimbol<strong>di</strong> <strong>di</strong> aver ricevute le sue lettere con<br />

cui lo informa delle cose <strong>di</strong> là, sia riguardo alle guar<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Cerreto, che alla torre e alla fuga <strong>di</strong><br />

molti fanti <strong>di</strong> Gasparre; lo sollecita a perseverare nel riferirgli quanto succederà. Gli chiede che,<br />

per gli opportuni provve<strong>di</strong>menti, gli renda noto l’esatto numero dei cavalli, degli uomini d’arme e<br />

dei fanti che vi sono, e lo sollecita a essere vigilante, dì e notte, perché dal campo nemico si<br />

muoveranno in serata in tremila per far danni nelle terre sforzesche.<br />

Iohanni de Garimbol<strong>di</strong>s, civi Laudensi.<br />

Havemo recevute le tue lettere per le quale ne avisi dele cose occoreno là, cossì circha<br />

le guar<strong>di</strong>e de Cerreto, como dela torre e dela fuga de molti fanti de quelli de Gasparro,<br />

e dela paucità de quelli gli sonno remasti, che non excedeno el numero de cento. Dele<br />

qual cose tute te coman<strong>di</strong>amo e confortiamo a fare el simile de ogni cosa accaderà,<br />

certificandote che deli toi boni portamente e vigilantia in le cose nostre te<br />

remuneraremo in l’avenire. Ma perché sapiamo como meglio provedere ali facti delà,<br />

volimo che subito ne avisi de <strong>di</strong>recto quanti cavalli sono lì in Cerreto, e quanti homini<br />

d’arme e quanti fanti a numero gli sono, e stu<strong>di</strong>ati sapere el vero numero, caricandote<br />

stare vigilante et attento <strong>di</strong>e e nocte, perché havemo giara informatione che dal campo<br />

inimico se parteno questa sira trea millia persone per venire in là ad offendere le parte<br />

nostre. Data ut supra.<br />

2096<br />

Francesco Sforza ai Giovanni de Castello e a Giovanni de Matarolo<br />

(1453 giugno 13, “apud Senigham”).<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na ai provisionati Giovanni de Castello e a Giovanni de Matarolo e ai loro<br />

soci, che si trovano nella torre presso l’Adda e vicino a Cerreto, che vadano in campo non<br />

appena arriverà lì a sostituirli Domenichino da Pietrasanta con <strong>di</strong>eci provisionati ducali.<br />

Strenuis et fidelibus provisionatis nostris <strong>di</strong>lectis Iohanni de Castello et Iohanni de<br />

Matarolo et eorum sociis existentibus in turri penes Abduam et prope Cerretum.<br />

Perché havemo de bisogno de voi qua in campo, havemo or<strong>di</strong>nato che Domenighino<br />

da Petrasancta con dece deli nostri provisionati vengono lì in cambio vostro. Per la<br />

qualcosa volimo che, subito giuncti che serano li <strong>di</strong>cti Domenighino e li dece<br />

provisionati, gli debiati assignare quella torre, e voi venitevene in campo volantemente.<br />

Data ut supra.

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