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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Francesco Sforza, alle scuse <strong>di</strong> Marco Corio per l’armata andata sotto il ponte, conferma che<br />

tutto è accaduto per colpa sua.<br />

Marcho Coyro.<br />

Havimo inteso quanto tu ne scrivi per tua excusatione de quella armata la quale andò<br />

zuso de sotto el ponte; al che non <strong>di</strong>cemo altro se non che nuy se tegneremo sempre<br />

ala verità, et ben è vero che ce fo <strong>di</strong>cto che tu eri stato cagione de quello errore; ma sia<br />

como se voglia, non te ne dare altro affanno. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

721<br />

Francesco Sforza a Giorgio de Annono<br />

1452 luglio 31, “apud Quinzanum”.<br />

Francesco Sforza ricorda a Giorgio de Annono a Vigevano che ha conservato il posto <strong>di</strong><br />

castellano <strong>di</strong> Annone al suo parente, ma ha saputo che ha offerto, a nome del duca, detta rocca<br />

a Giovanni da Sanseverino, come ha fatto con altri. Il duca vuole perciò che sia rimosso e si<br />

metta temporaneamente lo stesso Giorgio a castellano del posto. Quanto detto l’ha saputo dallo<br />

stesso Giovanni tramite Carletta da Napoli, suo uomo d’armi.<br />

173v Georgio de Annono in Viglevano.<br />

Zorzo, tu sai li mo<strong>di</strong> ha tenuti et como se è portato quello tuo parente, castellano de<br />

Annono, el quale, si non per tuo ammor et respecto, noi non lo haverissemo tenuto lì et<br />

li haverissemo demonstrato che li soi portamenti non sonno stati honesti né boni; mò<br />

de nuovo sentimo che luy ha proferta <strong>di</strong>cta rocha ad Zohanne da Sanseverino in nome<br />

nostro et cossì la va proferendo ad questo et a quello, et quantunqua noy habiamo cari<br />

et amiamo <strong>di</strong>cto Zohanne et soi fratelli, como cose nostre proprie; pur questa cosa non<br />

è stata né honesta né bona et ne è <strong>di</strong>spiaciuta grandemente. Et perché noy non<br />

inten<strong>di</strong>mo stare più in questi sospecti, però volimo che subito, recevuta questa, debbi<br />

transferirte là dal <strong>di</strong>cto tuo parente e removerlo da lì senza altra exceptione et tu<br />

personalmente gli remanerai in suo luoco fine a tanto gli mandarimo un altro<br />

castellano, che sarà prestissimo. Et questo farai subito perché, como havimo <strong>di</strong>cto, non<br />

inten<strong>di</strong>mo per niente stare qui in questi sospecti, advisandoti che <strong>di</strong>cto Zohanne da<br />

Sanseverino ne lo ha mandato a <strong>di</strong>re amorevolmente per Carletta da Napoli, suo homo<br />

d'arme, presente portatore, del quale non farai mentione cum alcuno, perché non li sia<br />

caricho, et avisane subito del dì et hora te parterai et cossì quando sarai zonto là et<br />

como haverai facto, recordandoti che se non forse per amore tuo, noi li haverissimo<br />

facto tale servitio che li seria recresciuto. Ex castris nostris apud Quinzanum, <strong>di</strong>e ultimo<br />

iulii 1452.<br />

Cichus.<br />

Die primo augusti. Portò <strong>di</strong>cta lettera <strong>di</strong>tto Colella da Napoli, homo d'arme del prefato<br />

Zohanne da Sanseverino quale andava verso Vigevano.<br />

722<br />

Francesco Sforza a Parmesino, Signoro, Soficutino, Betino, Fontanello, Gonella e Cristoforo<br />

Guerino della Somaglia<br />

(1452 luglio 31, “apud Quinzanum”).<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na a Parmesino, Signoro, Soficutino, Betino, Fontanello, Gonella e<br />

Cristoforo Guerino della Somaglia <strong>di</strong> andare subito da lui.<br />

176r Fidelibus <strong>di</strong>lectis nostris Parmesino, Signoro, Soficutino, Betino, Fontanello,<br />

Gonelle, et Christoforo Guerino dela Somalia.<br />

Perché havimo a conferire cum (vuy) d'alcune cose de bona importantia, volimo che<br />

subito, ala receputa dele presente, ve debiate transferire qua da noy. Et non manchi

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