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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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daxesse caricho de guastadori a Terdona né al Pavese, considerate le grave spese et<br />

cariche supportano de presenti, non<strong>di</strong>meno li habiamo repensato suxo uno pocho et ne<br />

pare che ad ogni modo se faza <strong>di</strong>cta forteza acioché l’homini del loco de Pozolo non<br />

possano commettere più errore né manchamento como feceno l’anno passato, et ne<br />

pare che ala cità de Terdona pertengha de sostenere el caricho de <strong>di</strong>cti guastatori. Et<br />

perché cossì se exequischa, scrivemo a Petro da Lonate, nostro comissario in<br />

Terdona, che sopra ciò se intenda con voy et che daga quello a<strong>di</strong>uto de homini che<br />

serà possibile, siché, havuto <strong>di</strong>cto aiuto, non li vogliati perdergli tempo veruno, imo<br />

usargli ogni sollicitu<strong>di</strong>ne vostra perché presto sortischa ad effecto. Me<strong>di</strong>olani, <strong>di</strong>e xiiii<br />

maii 1453.<br />

Bonifacius.<br />

Cichus.<br />

1934<br />

Francesco Sforza al commissario <strong>di</strong> Tortona<br />

1453 maggio 13, Milano.<br />

Francesco Sforza ingiunge al commissario <strong>di</strong> Tortona <strong>di</strong> far avere a suo fratello Corrado quanto<br />

ancora aspetta dal clero tortonese, come sarà informato da Francesco Biscossa, cancelliere <strong>di</strong><br />

Corrado, con la nota <strong>di</strong> Francesco Maletta, intervenendo perché i debitori, paghino anche per le<br />

spese fatte per ottenere il detto contributo.<br />

Comissario nostro Terdone.<br />

Conrado, nostro fratello, resta havere da quello chierigato Tertonese certa quantità de<br />

denari sopral’assignatione, quale gli fecemo l’anno passato dela subventione d’esso<br />

chierigato, como tu serai informato da Francesco Biscossa, suo cancellero, per la nota<br />

a luy data per Francisco Maletta. Et perché se grava esso Conrado che fin a qui non è<br />

potuto essere satisfacto per la renitentia et contumatia deli debitori d’esso chierigato,<br />

donde ne ha patito et patisse desconzo et danno assay, volemo, et per le presente te<br />

commettiamo che, subito debbi fare providere contra tuti essi debitori de dentro et fora,<br />

et suoi fictabili et massari con tale et sì facta executione che pageno tuto quello de che<br />

sonno debitori per la <strong>di</strong>cta casone, et così per le spese facte et che se farano per lo<br />

<strong>di</strong>cto per questa facenda, secundo essa nota. Et se ad quella gli serà contra<strong>di</strong>cto in<br />

alcuna cosa per essi del chierigato, vede de intendere molto bene el vero et falli per<br />

ogni modo pagare de presenti et senza più <strong>di</strong>mora, providendo che <strong>di</strong>cto Conrado non<br />

habia più casone de lamentarse da nuy per questa casone. Data Me<strong>di</strong>olani, xiii maii<br />

1453.<br />

Christoforus de Cambiago.<br />

Cichus.<br />

1935<br />

Francesco Sforza a Luchina dal Verme<br />

1453 maggio 15, Milano.<br />

Francesco Sforza risponde a Luchina dal Verme circa i tributi dati dai suoi uomini ai soldati. Gli<br />

duole che i nemici facciano incursioni, che i conestabili e fanti sforzeschi non siano pagati e non<br />

ci si possa servire <strong>di</strong> loro come richiede il bisogno. Sul cavallo comprato per ottanta ducati e<br />

che, a detta <strong>di</strong> Luchina. non vale cinque fiorini, <strong>di</strong>ce che tutto è <strong>di</strong>peso da lei che non lo ha fatto<br />

valutare. Circa l’evenienza che i soldati sforzeschi “fossino tributati”, ricorda che tali tributi<br />

dovevano essere compensati con le tasse dei soldati. Non si meraviglia poi se i quattor<strong>di</strong>ci<br />

cavalli che dovevano andare in “Val Peccorara” non vanno volentieri in luoghi dove sono fatti a<br />

pezzi.<br />

410v Magnifice domine Luchine de Verme.<br />

Havemo recevute le vostre littere, date xiii del presente, cum una lista inclusa deli<br />

tributi <strong>di</strong>citi havere dati l’homini vostri ali soldati, et cetera. Et inteso quanto scriveti dele<br />

asperce et insolentie usa messer Philippo contra le vostre terre per volere spazare li<br />

nostri conestabili <strong>di</strong>cemo, primo, ala parte deli tributi, che non ne sapemo niente, né<br />

sapemo la cagione de tali tributi, ma ben sapemo che noi non havemo may <strong>di</strong>to né

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