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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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contra ogni debito de raxone. Per la qual cosa, aciò non seguita in questo scandolo<br />

alchuno, volimo et commandamoti che habii da ti duy per parte imformati della cosa et<br />

cum quelli retrovati sul locho e provede che, senza altro rumore o scandolo, poy<br />

haveray inteso el facto, che non se facia contra el debito. E segondo haveray facto,<br />

avisane subito per toe lettere. Ex felicibus castris nostris apud Quinzanum, xi augusti<br />

1452.<br />

Cichus.<br />

745<br />

Francesco Sforza agli uomini <strong>di</strong> Mortara<br />

1452 agosto 11, “apud Quinzanum”.<br />

Francesco Sforza si <strong>di</strong>ce sorpreso del rifiuto del comune e uomini <strong>di</strong> Mortara alla richiesta <strong>di</strong><br />

mandare a Lo<strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci uomini armati i per far fronte alle urgenze dello stato. Spera che si<br />

facciano avanti senza una ulteriore replica ducale. Al momento si <strong>di</strong>ce impossibilitato a<br />

intervenire per ovviare all’impe<strong>di</strong>mento fatto dai Crotti alla fornitura dell’acqua; vi provvederà<br />

alla conclusione delle ostilità. Assicura che scriverà al capitano della Lomellina per la faccenda<br />

del “molezo” che i dazieri intendono togliere loro.<br />

182r Comuni et hominibus Mortarii.<br />

Havimo recevute le vostre lettere per le quali aligati non poter satisfare alla richesta a<br />

vuy facta in nostro nome per parte del nostro capitaneo de Lomelina delli quindeci<br />

homeni armati da essere mandati a Lo<strong>di</strong> per cose importantissime al stato nostro; del<br />

che certo ne simo maravigliati et molto più de vuy li quali havimo nel numero delli più<br />

cari et fideli servitori habiamo al mondo che non saresimo maravigliati de (a) altri<br />

perché in tali casi non credevamo dovessimo aspectare troppo comandamenti, anzi<br />

hariamo creduto che non ve rechidendo a tanta importanza l’havessimo havuto a male,<br />

siandove sobvenuto da molti che hanno havuto delli denari assay et forsi tanti como<br />

vuy, o più. Siché ve confortiamo a volerci a<strong>di</strong>utare in questi casi, como siamo certi<br />

fareti, et non aspectati più comandamenti sopra ciò se voleti ch’el servitio ne sia più<br />

grato et accepto.<br />

Quanto alla parte delli Crotti quali <strong>di</strong>citi ve tengono l’aqua vostra cum vostra gravissima<br />

iactura et damno, ve <strong>di</strong>cimo che, como sapete, questa è una <strong>di</strong>fferentia vechia de più<br />

anni et per adesso, siando occupatissimi in altre facende, non ve<strong>di</strong>mo modo potere<br />

decernere questa cosa ma cum primum habiamo expe<strong>di</strong>ta questa guerra, che cre<strong>di</strong>mo<br />

far presto cum streminio et ruyna delli inimici nostri, provederimo in modo vi sarrà facto<br />

rasone.<br />

Alla parte delli datieri <strong>di</strong> Vigevano per lo molezo che <strong>di</strong>citi ve toglino contra il dovere,<br />

nuy scrivimo al capitaneo de Lomelina che veda <strong>di</strong> aconzare questa cosa. Ex felicibus<br />

castris nostris apud Quinzanum, <strong>di</strong>e xi augusti 1452.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

(a) Segue vuy depennato.<br />

746<br />

Francesco Sforza a Bonifacio de Alatro<br />

1452 agosto 11, “apud Quinzanum”.<br />

Francesco Sforza informa Bonifacio de Alatro, conestabile dei fanti <strong>di</strong> Castione, delle lamentele<br />

<strong>di</strong> Domenico da Padova per le biade tolte del suo possesso e per le noie recate ai suoi famigli.<br />

Lo Sforza esorta Bonifacio a far sì che i beni <strong>di</strong> Domenico non abbiano a subire danno e i<br />

famigli possano attendere ai fatti loro.<br />

182v Bonifacio de Alatro, conestabili pe<strong>di</strong>tum Castioni.<br />

S’è agravato cum nuy el strenuo Dominico da Padua ch’el fi mal tractato in le sue cose<br />

e posessione lì a Castione et che gli fino tolte le biave et inhibito ali suoy familii fare le<br />

sue facende, et per questo domandava esso Dominico licentia de venire là per li facti<br />

suoy, et saria a noy sconcissimo, dovendo luy abandonare la sua squadra, et havemoli

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