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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Francesco Sforza al podestà <strong>di</strong> Castione<br />

1453 giugno <strong>12</strong>, “apud Senigam”.<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na al podestà <strong>di</strong> Castione <strong>di</strong> far restituire a Bartolomeo da Lazzate,<br />

conestabile degli schioppettieri, il pagamento avuto dai tre fanti fuggiti subito dopo essere stati<br />

pagati senza prestare servizio.<br />

441r Potestati Castioni.<br />

Como tu intenderay da Bartolomeo da Lazà, nostro conestabile de schiopetere, gli<br />

sono fugiti tre suoy fanti, li quali hano receuto il suo pagamento et non gli hanno servito<br />

quello tempo deveveno servire. Perché questo non è honesto né licito, volimo et<br />

comittimote che faci restituire per ogni modo al <strong>di</strong>cto conestabile tucto quello gli hanno<br />

havuto, perché havimo ad operarlo in nostri bisogni et servitii. Ex castris apud<br />

Senigam, <strong>di</strong>e xii iunii 1453.<br />

Bonifatius.<br />

Iohannes.<br />

2080<br />

Francesco Sforza a a Pietro da Norcia<br />

(1453 giugno <strong>12</strong>, “apud Senigam”).<br />

Francesco Sforza, siccome è tempo che fieno e strame non siano lasciti fuori, comanda a Pietro<br />

da Norcia, luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>, <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nare che ognuno procuri <strong>di</strong> portarli in città ed egualmente<br />

che si provveda a raccogliere paglia, strame e quant’altro <strong>di</strong> simile per portarli in città.<br />

Domino Petro de Nursia, locu(n)tenenti Laude.<br />

Parendone mò il tempo de non lassare <strong>di</strong> fora li feni et strami, quali se fanno adesso,<br />

volemo e cossì ve coman<strong>di</strong>amo che faciati che generalmente per ogniuno se attenda<br />

ad fare deli <strong>di</strong>cti strami et feni, et se conducano dentro dela cità non perdendogli tempo<br />

alcuno. Et cossì che se attenda ad recogliere le (a) paglie, strame et ogni altro strame<br />

et condurlo dentro, siché nulla remangha de fora; et circha ciò usatili ogni vostra<br />

industria et sollicitu<strong>di</strong>ne, perché cossì sia exequito. Data ut supra.<br />

Bonifacius.<br />

Iohannes.<br />

(a) Segue biade depennato.<br />

2081<br />

Francesco Sforza a Fiorentino de Florentia<br />

(1453 giugno <strong>12</strong>, “apud Senigam”).<br />

Francesco Sforza vuole che il famigliare Fiorentino lo informi della quantità <strong>di</strong> fieno e <strong>di</strong> strame<br />

che ha portato dentro Lo<strong>di</strong>. Curi <strong>di</strong> farne fare ancora e farlo riportare all’interno della città. Per<br />

invogliarlo a fare ciò scrive ad Angelo Simonetta <strong>di</strong> fargli avere cinquanta ducati d’oro.<br />

FIorentino familiari nostro.<br />

Volemo che, recevuta questa, subito per le toe ne avisi quante carre de feno et strame<br />

in fin a mò hay facto condure dentro da Lode, caricandote apresso che tutavia attende<br />

(a) con ogni sollicitu<strong>di</strong>ne et <strong>di</strong>ligentia ad farne fare del’altro et condurlo dentro in quella<br />

più somma che te sarà possibile, non perdendogli tempo veruno. Et acioché questo lo<br />

possi meglio exequire te avisamo como per l’alligata scrivemo ad Angelo Simoneta,<br />

che te dagha cinquanta ducati d’oro, siché non perderagli tempo. Data ut supra.<br />

(a) Segue che depennato.<br />

2082<br />

Francesco Sforza a Ioseph, castellano <strong>di</strong> San Colombano<br />

1453 giugno 13, “apud Senigham”.

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