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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Francesco Sforza ad Antonio da Tortona<br />

(1453 luglio 23, “apud Gaydum”).<br />

Francesco Sforza conferma ad Antonio da Tortona, che gli ha scritto del lento procedere della<br />

costruzione della fortezza e della volontà <strong>di</strong> alcuni che non la si faccia, che egli è determinato<br />

nel volerne la sua realizzazione “secondo l’or<strong>di</strong>natione de Manfredo da Forli”, famiglio ducale,<br />

appositamente mandato lì. Vada, quin<strong>di</strong>, avanti senza curarsi <strong>di</strong> quanto altri <strong>di</strong>cono.<br />

492v Antonio de Terdona, familiari nostro.<br />

Havemo inteso quanto tu ne scrive del poco lavorare che se fa a quella forteza per le<br />

scrivere d’alcuni, quali non voriano che la se facesse. Te <strong>di</strong>cemo et giaremo nostra<br />

intentione essere che omnino se facia; et scrivemo de presente al’officiale, comune et<br />

homini de quella terra la mente nostra essere che la se facia, secondo l’or<strong>di</strong>natione de<br />

Manfredo da Forlì, nostro famiglio, el quale mandassemo lì per questa cagione. Sichè<br />

persevera et sollicital’opera, non gli perdendo tempo alcuno non guardando al <strong>di</strong>re de<br />

persona del mondo o sia che se voglia. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

2284<br />

Francesco Sforza al comune e agli uomini <strong>di</strong> Silvano<br />

(1453 luglio 23, “apud Gaydum”).<br />

Francesco Sforza conferma all’ufficiale, al comune e agli uomini <strong>di</strong> Silvano la volontà ducale nel<br />

fare la fortificazione, come è stata or<strong>di</strong>nata da Manfredo da Forlì.<br />

Officiali, comuni et hominibus Silvani.<br />

Haveno inteso, non senza admiratione et anche con despiacere, che a quella opera<br />

<strong>di</strong>tata et principiata per li nostri mandati là, se lavora non solum tepidamente, ma quasi<br />

niente, et questo per el scrivere d’alcuni, quale non voriano se facesse cum darve<br />

intendere che vogliamo se facia muralia, che non è vero, et non intendemo che se<br />

facia altro che quello cavamento o quella fortificatione quale è or<strong>di</strong>nata per Manfredo<br />

da Forlì. Ma perché inten<strong>di</strong>ate bene la <strong>di</strong>spositione et mente nostra, volimo al tuto, et<br />

così ve commettemo che atten<strong>di</strong>ate al’opera or<strong>di</strong>nata, non attendendo al scrivere, né<br />

<strong>di</strong>re d’altro, perché, se bene considerate, questa tale forteza è utilissima a voy et a noy,<br />

né ve lassate dare intendere quello che non è, cum <strong>di</strong>re che vogliamo far murare, ma<br />

perseverate al’opera or<strong>di</strong>nata senza altra replicatione de nostre lettere. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

2285<br />

Francesco Sforza a Luchina dal Verme<br />

(1453 luglio 23, “apud Gaydum”).<br />

Francesco Sforza <strong>di</strong>ce a Luchina dal Verme <strong>di</strong> non capire perchè, dopo tante pressioni a lei e a<br />

Filippo, non ha ancora pagato nè i soldati dello Sforza e nè i suoi. Se non si deciderà ad<br />

accontentarli, li lascerà liberi e verranno, come le <strong>di</strong>rà il famiglio ducale Bertoluccio da Gubbio, a<br />

“ pagarse da per loro de quello che porano havere”.<br />

493r Magnifice domine Luchine de Verme.<br />

Dali nostri soldati havemo havute molte querelle che non poreno essere satisfacti de<br />

quello restano havere dele taxe et logiamenti loro, et medesma lamenta havimo havuto<br />

dalli vostri soldati, de che ne maravigliamo et dolemo havendovene scripto et facto <strong>di</strong>re<br />

tante volte, et così strectamente <strong>di</strong>ctone ad messer Filippo, nè sapemo deinde proceda<br />

che ad questo faciati tanta renitentia, unde per questa ve replicamo debiate provedere<br />

che <strong>di</strong>cti soldati siano pagati dele taxe loro, aciò se possano substentare in campo.<br />

Quando per questa vuy non li provedati, ad nuy bisognarà dargli licentia vengano a<br />

pagarse da per loro de quello porano havere, et tocha ad chi voglia, como anche ve

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