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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Spectabili et generoso viro Andree Dandulo, provisori Creme.<br />

Inteso quanto per la vostra ne haveti scripto deli homini vostri quali sonno stati prexi<br />

per quelli da Christoforo da Cremona, nostro connestabile, in suxo il territorio<br />

cremascho, essendo fra Romano et quella terra de Crema, contra il tenore del<br />

salvoconducto quale nuy gli havimo concesso. Havendo grandemente molesta tal<br />

prexaglia, perché nostra firma <strong>di</strong>spositione et voluntà é che esso salvoconducto sia<br />

illesamente observato et senza veruno manchamento, havimo per nostre lettere<br />

opportunamente scripto al <strong>di</strong>cto Christoforo comandandoli che, essendo cossì como ne<br />

haveti scripto, debia subito relaxare <strong>di</strong>cte prexone senza alcuno pagamento de taglie,<br />

non aspectando sopra ciò repplicatione da nuy, né che ne habiamo più lamente, che<br />

invero molto ne despiaceria. De quanto adunque sopra ciò havemo facto, ve ne<br />

avisamo per questa nostra ad satisfatione vostra. Data ut supra.<br />

Bonifacius.<br />

Cichus.<br />

1809<br />

Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni<br />

(1453 aprile 25, Milano).<br />

Francesco Sforza vuole che Bartolomeo Colleoni man<strong>di</strong> a Genova cento uomini della sua<br />

compagnia, dei quali almeno cinquanta a Novi dove troveranno un fratello del doge e perché da<br />

lì, subito, si trasferiranno a Genova, dove saranno pagati, in <strong>di</strong>fesa del doge. Ricor<strong>di</strong> ai soldati<br />

che non si <strong>di</strong>ca, se richiesti da Giovanni Filippo o da altri, che li manda lo Sforza.<br />

Bartholomeo Coliono.<br />

Como hieri per un'altra ve scrissemo, cossì de novo per questa ve replicamo che<br />

vogliate subito mandare cento dela compagnia vostra, fra li quali siano almancho<br />

cinquanta homini dafacti ala terra de Novi, perché exinde se possano transferirse a<br />

Zenova ala defensione et a<strong>di</strong>uto del’illustre ser messer lo duxe per mantenimento del<br />

presente stato, non aspectando cosa alcuna lì, né più replicatione da nuy et non<br />

facendo <strong>di</strong>mora alcuna perché, como havereti inteso, li foraussiti de Zenova sonno<br />

appropinquati ale porte della cità per fare et attemptare contra il prefato ser lo duxe et<br />

presente stato, avisandove che essi cavalli troverano lì a Nove uno fratello d'esso ser<br />

duxe che li condurà per la via che denno fare a Zenova; ret serali dato 386r <strong>di</strong>nari de<br />

là. Siché non vogliati sopra ciò fare inducia veruna né aspectare che lì ve siano<br />

mandati li <strong>di</strong>nari, perché, como havemo <strong>di</strong>cto, ve serano dati là. Et de questo ve<br />

afrettamo perché, como sapeti, el presente stato de Zenova importa molto al stato<br />

nostro, ma ben ve recor<strong>di</strong>amo che vogliati admonire <strong>di</strong>cti cavalli et comandargli<br />

expressamente che per cosa del mondo non cridano “ducha, ducha”, et questo farimo<br />

per bono respetto. Et essendo voi rechiesto da messer Giovane Filippo o da altri dela<br />

casone perché havereti mandato <strong>di</strong>cti cavalli de là, vogliati respondere non haverle<br />

puncto mandati de commissione et saputa nostra, ma solamente perché siti sta(to)<br />

rechesto dal prefato ser lo duxe, et perché gli ha facto dar <strong>di</strong>nari. Siché, considerati li<br />

respecti pre<strong>di</strong>cti et la importantia del facto, voliati, con la <strong>di</strong>cta admonitione, subito<br />

mandare via <strong>di</strong>cti cavalli al meglio che possiti et più presto che sia possibile, siché non<br />

se gli perda un'hora de tempo. Et cossì or<strong>di</strong>nati con <strong>di</strong>cti cavalli che <strong>di</strong>cano che sonno<br />

soldati del prefato duxe et che non hanno più niente ad fare, nì con nuy nì con vuy.<br />

Data ut supra; <strong>di</strong>e xxvi aprilis 1453 duplicata.<br />

Bonifacius.<br />

Cichus.<br />

1810<br />

Francesco Sforza a Pietro da Spello<br />

1453 aprile 24, Milano.

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