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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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232v Domino Alexandro Sfortie.<br />

Per la lettera te ha scripto Cicho resteray avisato como nuy semo remasti contenti che<br />

tu possi torre quelli homini d’arme che erano de messer Zohanne dela Noce, che tu<br />

dovessi mandare uno tuo dali <strong>di</strong>cti homini d'arme per togliere quelli volevano<br />

acconzarse con ti, li quali nuy havemo facto venire tucti insieme in Piasentina. Et<br />

pensando noy suso questo facto, ne pare che, mandando tu <strong>di</strong>cto tuo dalli <strong>di</strong>cti homini<br />

d'arme seria uno guastare lo facto tuo, et quando credesti havere L homini d'arme, non<br />

ne haveresti forsi xx perché, como anderà la voce fra loro che chi se vole acconzare<br />

cum ti se adconzi, et cetera, et che nuy vogliamo separare <strong>di</strong>cta compagnia, chi anderà<br />

in qua et chi in là, che ogne uno de loro cercherà de acconzare lo facto suo meglio che<br />

porrà. Et però ne pare che subito, havuta questa, tu man<strong>di</strong> per quello tuo che havessi<br />

mandato per <strong>di</strong>cta casone là, et vegna da ti et che non se impaze per niente de torre<br />

alcuno de <strong>di</strong>cti homini d'arme perché nuy serveremo modo de tenerli tucti insieme,<br />

como stanno adesso; ali quali, perché habiano casone potergli meglio stare, nuy li<br />

habiamo facto dare adesso uno ducato per cavallo, et poy con bono modo li<br />

mandaremo che vegnano ad logiare con ti per fare qualche facenda, et cetera. Et per<br />

questa via ad poco ad poco questo facto se concerà, perché, quando seranno da ti tuti<br />

insieme, la cosa passerà in modo che te remagneranno tucti, et per questa casone<br />

havemo scripto ad Marcho Coyro che <strong>di</strong>ca alo tuo messo che retorni da ti imme<strong>di</strong>ate et<br />

cossì li porray scrivere anchora ti de là. Data in castris apud Lenum, <strong>di</strong>e xxvi<br />

septembris 1452.<br />

Zaninus.<br />

Cichus.<br />

950<br />

Francesco Sforza a Bolognino de Attendoli<br />

1452 settembre 26, “apud Lenum”.<br />

Francesco Sforza <strong>di</strong>ce a Bolognino de Attendoli d’aver appreso che i suoi prigionieri si aggirano<br />

tranquillamente per il castello. Ricordandogli <strong>di</strong> esperienze <strong>di</strong> fughe da lui patite, quali il caso del<br />

marchese <strong>di</strong> Cotrone e il recente fatto accaduto al forno <strong>di</strong> Monza, gli or<strong>di</strong>na <strong>di</strong> provvedere che i<br />

prigionieri siano sempre ben custo<strong>di</strong>ti, eccezion fatta per quello <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> che è ammalato.<br />

Domino Bolognino de Attendolis.<br />

Siamo informati tucti quelli presoni sonno in quello nostro castello essere in libertà et<br />

andare per lo castello a suo bel piacere; del che ne havemo presa admiratione assay<br />

et non possiamo credere sia vero, considerato che vuy doveti molto pensare che<br />

ciaschuno, quale se retrova in presone, non pensa né cerca dì et nocte niuna altra<br />

cosa che de fugire et retornare in libertà. Et de questo voy havete vedute più et più<br />

experientie, como è stato del marchese de Cotrono et del’altri che vuy havevati lì che<br />

se sonno fugiti; anchora haveti inteso quello hanno facto questi dì li presoni che erano<br />

in lo forno de Monza per volere essere in libertà. 233r Il perché, per ogni rispecto,<br />

volemo et per la presente ve commettemo debiate, recevuta questa, quanti presoni<br />

haveti in quello nostro castello, et Honofrio Ruffaldo et ogniuno del’altri, farli mettere<br />

sotto le presone et farli molto bene guardare et cum tale custo<strong>di</strong>a che non possano<br />

fugire, excepto quello de Lode, quale è ingotado, che siamo contenti non faciate<br />

mettere in le presone, essendo amalato como l'he. Ex castris apud Lenum, <strong>di</strong>e xxvi<br />

septembris 1452.<br />

Iacobus.<br />

Cichus.<br />

951<br />

Francesco Sforza a Bartolomeo da Correggio<br />

(1452 settembre 26, “apud Lenum”).<br />

Francesco Sforza informa Bartolomeo da Correggio, referendario <strong>di</strong> Pavia, e a Gracino da<br />

Pescarolo, dei Maestri delle entrate ducali, delle lagnanze della comunità <strong>di</strong> Vigevano per il

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