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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Francesco Sforza <strong>di</strong>ce a Pietro da Lonate, commissario <strong>di</strong> Tortona, che ha gra<strong>di</strong>ta la risposta<br />

del Consiglio segreto circa il da farsi con gli uomini che ha tra le mani. Vuole che per il resto si<br />

intenda con detto Consiglio, scrivendone anche a Bianca Maria, potendo esso provvedere<br />

meglio <strong>di</strong> lui che è lontano. Dispiaciuto del rammarico del Colleoni per i guastatori, chiede al<br />

commissario tortonese <strong>di</strong> dargli il maggior aiuto possibile. Quanto alle rappresaglie che fanno gli<br />

uomini d’arme del Colleoni, procuri che vengano pagate le tasse loro dovute.<br />

444v Petro de Lonate, commissario Terdone.<br />

Havemo recevuto doe toe littere de dì vii et viii del presente per le quali restiamo avisati<br />

dela resposta ti hanno facto quelli del nostro Consiglio secreto in el facto de quelli<br />

homini hai in le mane toe, la quale a nuy piace et, ali tempi presente, pare a nuy che<br />

non sia da cazare altramente et cosa, imo lassarla quieta, como anchora è el parere<br />

loro. Dele cose che accaderano in futuro lì, te <strong>di</strong>cemo che simelmente tu debii<br />

intendere con esso nostro Consiglio, scrivendone ala illustrissima madona, nostra<br />

consorte, et ad esso Consiglio, quali gli provederano in tuto secundo che gli parerà<br />

bisognare, avisandote che lo carico de queste cose lo lassiamo a loro, quale sonno più<br />

apresso et potrano meglio provedere aIe occurrentie dele cose, che non poderemo nuy<br />

che siamo luntani. Ala parte ch’el magnifico Bartholomeo Colione se agrava per li<br />

guastatori, et cetera, <strong>di</strong>cimo che nuy siamo pocho contenti et volimo che gli daghi ogni<br />

a<strong>di</strong>uto et favore che te sia possibile, perché possa subito exequire quanto ha<br />

incomentiato de fare. Ala parte dele represaglie che fanno quelli soi homini d’arme,<br />

<strong>di</strong>cemo che scrivemo in modo che cesserano de simili mancamenti, ma ben te<br />

recor<strong>di</strong>amo che fazi ogni instantia perché siano pagati dele loro taxe, et alhora<br />

haveranno ad remanere più costumate et più contenti. Data ut supra.<br />

Bonifacius.<br />

Iohannes.<br />

2100<br />

Francesco Sforza a Antonio de Fabriano<br />

(1453 giugno 13, “apud Senigham”)<br />

Francesco Sforza ha appreso dalle lettere <strong>di</strong> Antonio de Fabriano, famigliare ducale, che gli<br />

uomini del vescovo rifiutano <strong>di</strong> pagare le loro tasse. Da parte sua Antonio deve provvedere che<br />

si riscuotano detti denari e il duca scriverà al vescovo perché smuova i suoi uomini a pagare il<br />

dovuto.<br />

Antonio de Fabriano, familiari nostro.<br />

Havemo recevuto una toa de dì vi del presente, per la quale restiamo avisati<br />

pienamente dela renitentia et (a) l’homini del vescovo ad pagare quello denno dare per<br />

casone dele taxe, del che molto ne rencresse et dole. Et perché questa cosa non se fa<br />

per lo facto nostro, imo redunda ad nostro gran<strong>di</strong>ssimo danno, te <strong>di</strong>cemo che, con ogni<br />

tua industria, tu debii solicitare, con fare ogni virile executione, perché <strong>di</strong>cti <strong>di</strong>nari se<br />

retraghano et rescodano subito, avisandote che per l’aligata scrivemo in tal modo al<br />

prefato messer vescho(vo) che farà che <strong>di</strong>cti soi homini pagerano, ad cui exemplo,<br />

haverano casone de pagare quelli altri gentilhomini et non starano cossì renitenti; siché<br />

dal canto tuo, fa che tu non gli perde tempo veruno. Data ut supra.<br />

Bonifacius.<br />

Iohannes.<br />

(a) Così A.<br />

2101<br />

Francesco Sforza al vescovo <strong>di</strong> Tortona<br />

(1453 giugno 13, “apud Senigham”).<br />

Francesco Sforza denuncia al vescovo <strong>di</strong> Tortona che i suoi uomini sono renitenti a pagare le<br />

tasse, così come altri debitori. Vuole che il vescovo intervenga perché detti suoi uomini sal<strong>di</strong>no<br />

il loro debito. Se il vescovo non provvedesse, interverrebbe il duca.<br />

445r Reverendo domino episcopo Terdonensi.

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