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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Francesco Sforza comunica a Stefano da Vimercate, capitano della cittadella <strong>di</strong> Alessandria, <strong>di</strong><br />

mandare a prendere cinquanta lance da piede mandate al podestà <strong>di</strong> Salle.<br />

Stefano de Vicomercato, capitaneo citadelle Alexandrie.<br />

Havimo or<strong>di</strong>nato che siano mandate certe lance a Salle et consignate al podestà lì, al<br />

quale havimo etian<strong>di</strong>o scripto che te ne facia dare cinquanta de pede. Sichè potray fina<br />

a sey o octo dì mandarle a torre. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

1449<br />

Andrea de Spanzuti a Cicco Simonetta<br />

1453 febbraio 2, Lo<strong>di</strong>.<br />

Andrea de Spanzuti ricorda a Cicco Simonetta, segretario ducale, che con sei cavallari fuori e il<br />

settimo, Vincenzo da Bona, ammalato, ricevute da Andrea Foligno due lettere da mandare a<br />

certi squadrieri e non intendendo trattenerle, ha preso un in<strong>di</strong>viduo a sue spese, cui ha affidato<br />

la consegna delle <strong>missive</strong>. Gli chiede come comportarsi in simili contingenze.<br />

322r Magnifico domino meo honoran<strong>di</strong>ssimo domino Cicho Symonecte, ducali<br />

secretario <strong>di</strong>gnissimo.<br />

Magnifice domine mi honoran<strong>di</strong>ssime, post reconicionem et cetera, se atrova essere<br />

fora in cavalcata sey cavalarii, et Vincenzo da Bona è amallato, cha septe; et in questa<br />

hora ser Andrea de Foligno hame dato doe littere da mandare ad certi squadreri. Non<br />

atrovandome cavalarii, recusay de non mandarle, <strong>di</strong>cendo non sapea da cui; <strong>di</strong>sse<br />

scriveria allo illustrissimo signore nostro; inteso lo <strong>di</strong>re suo, achatay uno lo quale ho<br />

mandato via con le <strong>di</strong>cte lettere, et hollo pagato de mei denari. Pertanto prego la<br />

magnificentia vostra accadendome simile caso al presente, me advisa dello modo et<br />

via haverò a tegnire ad ciò se facia li facti del nostro illustrissimo signore et io habia<br />

honore et la magnificentia vostra, la quale me ha posto ad questa impresa. Continue<br />

me aricomando ala magnificientia vostra. Laude, secundo februarii 1453.<br />

Magnificientie vestre servitor Andreas de Spanzutis.<br />

1450<br />

Francesco Sforza ad Andrea Fulgineo<br />

1453 febbraio 6, Milano.<br />

Francesco Sforza scrive ad Andrea Fulgineo <strong>di</strong> andare a Crema per l'urgenza <strong>di</strong> terminare<br />

quanto prima i lavori, ricordandogli che le calcine devono essere cotte. Gli chiarisce che al<br />

pagamento dei maestri e dei lavoratori provvederà lui e si servirà dei suoi carri per portare le<br />

pietre e la calcina va consegnata a Marco Cagnola. Vuole che si trovi con il referendario <strong>di</strong> lì per<br />

la faccenda delle pietre del “pristino”, in<strong>di</strong>spensabili per mandare avanti i lavori.<br />

Ser Andree de Fulgineo.<br />

Havimo inteso quanto tu ne scrivi del tuo andare a Crema; al che non accade <strong>di</strong>re altro,<br />

se non che tu va<strong>di</strong>, non siando andato alla parte de quello lavorerio volimo omnino se<br />

facia senza per<strong>di</strong>mento de tempo. Et piacene de quelle calcine quale, secondo el tuo<br />

scrivere mò debbono essere cocte per fare l’opera. Et per chiarirte como se debono<br />

pagare li magistri et lavoratori, <strong>di</strong>cimo che li volimo pagare nuy, et che se paghino<br />

como sonno stati pagati l’altri chi ne hano lavorato, et cussì volimo che li nostri carri<br />

menano le petre su lo lavorerio, per non dare el desconzio ad altri. La calcina volimo<br />

sia consignata in mano de Marco Cagnola. Ma perché non se pote fare nulla senza le<br />

petre del pristino, quale inten<strong>di</strong>mo comprare et far <strong>di</strong>sfare, como tu debbe sapere,<br />

volimo che subito subito tu te trovi cum il nostro referendario lì et te faray monstrare<br />

una littera quale gli scrivimo supra ciò, et che senza uno minimo per<strong>di</strong>mento de tempo<br />

concludati el mercato per minore precio poteriti, et deinde el faciate <strong>di</strong>sfare et fare<br />

quanto in esse nostre littere se contene. Me<strong>di</strong>olani 6 februarii 1453

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