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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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2291<br />

Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni<br />

(1453 luglio 25, “apud Gaydum”).<br />

Francesco Sforza risponde a Bartolomeo Colleoni <strong>di</strong> non avere in merito alla sua proposta <strong>di</strong><br />

fare con il marchese il cambio <strong>di</strong> alcuni prigionieri con la sua donna e la sua figliola, che sono a<br />

Venezia, ricevuto nessun’altra sua lettera, assicurandolo della sua <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> fare ogni cosa<br />

possibile per accontentarlo.Circa la sua richiesta <strong>di</strong> non rilasciare Giacomino dalla Girola,<br />

Cimarosto e Battista Grosso, gli comunica che la sua lettera gli è arrivata quando tre erano già<br />

stati liberati in cambio<strong>di</strong> Mariano d’Arezzo.<br />

Magnifico Bartholomeo Coleone.<br />

Havemo recevuto le lettere dala vostra magnificentia per la quale quella ne scrive<br />

pregando et confortando che vogliamo operare de fare contracambiare alcuni deli<br />

presoni, quale sonno in mane del’illustre signore messer lo marchexe in la dona et<br />

figliola vostra, quale sonno a Venetia, ala qual respondendo ve <strong>di</strong>cemo che nuy non<br />

havemo havuto altre lettere dala vostra magnificentia sopra ciò, como quella ne scrive<br />

et <strong>di</strong>cemo che siamo sempre apparechiati farve ogni (a) cosa a nuy possibile per farve<br />

cosa grata et per farve havere la robba vostra, et quando bene non havesti scrito, nuy<br />

perhò haveressemo sempre ala mente a fare sopra ciò quanto ne fosse possibile. Ala<br />

parta de Iacomino dala Girola, Cimarosto et Baptista Grosso, quali sonno 494v vostri<br />

debitori, per li quali ne rechiedette vogliamo non farli relaxare finchè ve habiano<br />

satisfacto, ve <strong>di</strong>cemo che questa vostra lettera è stata al quanto tarda, perché già<br />

sonno relaxati per contracambio de Mariano da Retio, qual era presone nel canto <strong>di</strong>là.<br />

Data ut supra.<br />

Bonifatius.<br />

Iohannes.<br />

(a) ogni in interlinea.<br />

2292<br />

Francesco Sforza al podestà <strong>di</strong> Mileto<br />

(1453 luglio 25, “apud Gaydum”).<br />

Francesco Sforza esprime al podestà <strong>di</strong> Mileto il suo <strong>di</strong>sappunto perchè i famigli <strong>di</strong> Raboto<br />

hanno fatto giustizia da loro prendendo dei beni da quelli del defunto Luigino. Ciò tanto più gli<br />

spiace, perchè ora voleva favorire i parenti <strong>di</strong> Luigino più <strong>di</strong> quello che non ha fatto quando lui<br />

era vivo. Impone a coloro che hanno sottratto i beni del defunto Luigino, <strong>di</strong> restituirli. Se Raboto<br />

pretende <strong>di</strong> avere qualcosa, la chieda : gli ufficiali ducali ci sono appunto perchè giustizia si<br />

faccia.<br />

Potestati Meleti.<br />

Intendemo che li famigli de Rabotto hanno facto certa novità contra li beni del<br />

spectabile quondam messer Aluysino, del che ne maravigliamo et rencresce, perché<br />

non volemo che Rabotto, né niuno altro se facia rasone de facto per luy, et maxime<br />

contra li beni del spectabile quondam messer Aluysino, perché adeso volemo molto più<br />

favorire li suoi che quando l’era vivo, perché alhora gli posseva favorire luy. Pertanto<br />

volimo che, recevuta questa, faci che quello li <strong>di</strong>cti de Rabotto hanno tolto a quello del<br />

<strong>di</strong>cto quondam domino Aluysino, gli lo restituiscano integramente et poi, se Rabotto<br />

debba havere niente, domanda che non se gli mancharà de rasone, et volemo che<br />

gela faci ti et non che se la facia per luy, perchè li officiali, li tenemo in le nostre terre<br />

perché faciano rasone. Data ut supra.<br />

Marchus.<br />

Iohannes.<br />

2293<br />

Francesco Sforza a Galeazzo Maria Visconti<br />

1453 luglio 26, (“apud Gaydum”).

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