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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Ser Vinture, locuntenenti Laude.<br />

Non possono Iohanni da Lugo, nostro camorero, et li altri nostri quali hano lozamento<br />

ad Maledo essere sati(s)facti dela tassa soa per casone de alchuny de quella terra,<br />

quali se pretendono d’essere (a) exempti et, per non volere loro contribuire, fano tucti li<br />

altri stare renitenti; il che è contra la voluntà nostra perché deliberamo <strong>di</strong>cto Zohanne et<br />

li altri nostri siano satisfacti et non volimo nisuno, sia chi se voglia, sia servato exempto<br />

dali lozamenti deli cavalli; et cossì è la intentione nostra. Pertanto prove<strong>di</strong>te che al <strong>di</strong>cto<br />

Zohanne et ali altri che alozano in quello loco sia facto loro debito, non preservando<br />

nisuno exempto, como anche scrivimo al potestà de Maledo. Et fati in modo che più<br />

non ne habiamo querela et che per questo non bisogni più replicatione. Me<strong>di</strong>olani, xviii<br />

februarii 1452.<br />

(a) Segue complices et recomandatos depennato.<br />

197<br />

Francesco Sforza rimprovera il podestà <strong>di</strong> Maledo per non aver ancor sod<strong>di</strong>sfatto delle tasse<br />

Giovanni da Lugo e altri con il pretesto <strong>di</strong> inesistenti esenzioni.<br />

1452 febbraio 17, Milano.<br />

39v Potestati Male<strong>di</strong>.<br />

Non è modo, per quante lettere ti habiamo (a) saputo scrivere, che tu vogli fare<br />

satisfare Zohanne da Lugo, nostro camorero, et quelli altri nostri lozano lì ad Maledo<br />

dele tasse soe; <strong>di</strong> che ne dolemo de ti et miravigliamoci che inten<strong>di</strong>mo sonno in quella<br />

terra alcuni quali se pretendono essere exempti dale tasse de cavalli dale quale<br />

inten<strong>di</strong>mo nissuno sia preservato exempto. Pertanto, facendo contribuire ogniuno,<br />

prove<strong>di</strong> che <strong>di</strong>cto Zohanne et li altri nostri siano satisfacti. Data Me<strong>di</strong>olani, xvii februarii<br />

1452.<br />

Cichus.<br />

(a) Segue scripte depennato.<br />

198<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na al podestà <strong>di</strong> Pavia <strong>di</strong> scarcerare gli uomini <strong>di</strong> Vellezzo se il furto <strong>di</strong> cui<br />

sono imputati fu fatto su or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Francesco Zorzo, commissario sopra gli alloggiamenti.<br />

1452 febbraio 18, Milano.<br />

Potestati Papie.<br />

Vederite per la supplicatione che ne hanno sporta alcuni homini del loco de Vellezo<br />

dela campagna nostra de Pavia quanto essi ne exponeno, supplicandone che<br />

vogliamo provedere che non siano condemnati et che siano relaxati, però che la<br />

robbaria che fecero dela vacha la fecero cum licentia de Francisco Zorzo, nostro<br />

commissario sopra li alozamenti dela campagna. Pertanto, perché iniusta cosa saria et<br />

inconveniente che per la obe<strong>di</strong>entia loro devessero patire rencrescimento, vi<br />

commectiamo che, essendo cossì, debiati fare relassare li <strong>di</strong>cti homini destenuti et<br />

cancellare ogni bando, processo et condemnatione che fosse facta contra loro et<br />

contra li homini del <strong>di</strong>cto loco per la casone contenta in la <strong>di</strong>cta supplicatione la quale,<br />

essendo cossì, ex nunc noi anullamo et cancellamo. Me<strong>di</strong>olani, xviii februarii 1452.<br />

Cichus.<br />

199<br />

Francesco Sforza assicura Bartolomeo de Ricar<strong>di</strong> <strong>di</strong> non aver avuto rapporti a lui sfavorevoli,<br />

come gli ha testimoniato la lettera inviatagli dal Consiglio. Se mai avesse modo <strong>di</strong> ritenere <strong>di</strong><br />

ricevere torti, lo informi perché vi provvederà.<br />

1452 febbraio 19, Milano.

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